Intervenendo alla Conferenza sul Mediterraneo
Renzi: “Distruggere l'IS è la priorità assoluta”
I droni spia italiani sui cieli dell'IS

 
Nell'incontro con la stampa dello scorso 4 dicembre sulla presentazione della Conferenza MED 2015, in programma a Roma dal 10 al 12 dicembre, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e Paolo Magri dell'Istituto per gli Studi di Politica internazionale (ISPI), i due enti promotori, affermavano che l’obiettivo dell'incontro era quello di "fornire le basi per una nuova agenda per il Mediterraneo affinchè la Regione cessi di essere percepita solo come sinonimo di crisi pericolo e instabilità, ma torni ad essere teatro di opportunità". La Conferenza si concentrerà "sulle attuali sfide e trasformazioni dello scenario Mediterraneo diventato l’epicentro del disordine internazionale", precisava il sito della Farnesina, che metteva in evidenza come "la priorità resta la sconfitta di Daesh", lo Stato islamico. A seguire erano nacessari "l’avvio di una transizione politica in Siria e la nascita di un governo di concordia nazionale in Libia". Legate comunque anch'esse alla guerra contro lo Stato Islamico (IS) o Isis come erroneamente viene definito sui media.
Il concetto era ripreso e rilanciato in apertura dei lavori della Conferenza dal presidente del consiglio Matteo Renzi che agli oltre 200 leader del mondo della politica, diplomazia, business, media e cultura presenti a Roma ribadiva che "distruggere l'Isis è la priorità assoluta”
Come di consueto Renzi usava toni apparentemente dialoganti spiegando che la Conferenza "trae spunto da un'idea forte: ritrovare con il dialogo la strada per superare la crisi del Mediterraneo. Tutti dobbiamo insieme costruire una nuova stagione di sviluppo". Ma alla fine il dialogo è relativo solo agli alleati imperialisti e a chi obbedisce ai loro diktat perché se "la collaborazione internazionale va ulteriormente sviluppata" come sostiene Renzi questa riguarderebbe "Europa e Usa che condividono con Mosca l'esigenza di combattere Daesh ma serve una soluzione di respiro strategico e non last minute". Un respiro strategico che anima certamente l'imperialismo italiano che con Renzi vorrebbe ripetere le gesta di Mussolini e intervenire contro "Daesh che sta tentando di conquistare più spazio in Libia, regione cui siamo più legati". Quindi "distruggere l'Isis è la priorità assoluta”.
Un compito cui l'imperialismo italiano già dà il suo contributo stando solo alle notizie che riportano il "successo" delle missioni di spionaggio dei droni italiani sui cieli dell'Iraq e in particolare sui territori dell'Is. Un contributo che sarebbe "molto apprezzato" dagli alleati imperialisti, e molto prezioso dato che l'esperienza dell'uso di queste nuove macchine da guerra da parte delle forze militari italiane sarebbe seconda solo agli espertissimi americani.
"Siamo in guerra con Daesh? Non mi appassiona il tema delle definizioni", affermava la ministro della Difesa Roberta Pinotti presente alla Conferenza, che così lo confermava. "A me interessa dire che siamo di fronte a un conflitto e a un terrorismo diversi dal passato, innanzitutto perché è un terrorismo che si vuole fare stato" proseguiva il ministro: a suo dire la "minaccia" dell'Is sarebbe "stata inizialmente sottovalutata, ma oggi non lo è più", mentre ripeteva che la risposta immediata internazionale può essere militare, quella a lungo termine "ha al centro il Mediterraneo, con il dialogo tra culture"....ecc, ecc. Intanto la santa alleanza imperialista bombarda.

16 dicembre 2015