Rapporto Bankitalia relativo al 2014
Il 30% delle famiglie più povere detengono appena l'1% della ricchezza

Altro che “timidi elementi di ripresa”: nell'Italia del nuovo duce Renzi la stragrande maggioranza delle famiglie di estrazione popolare continua a languire nella povertà, nella precarietà e nella disoccupazione mentre le disuguaglianze economiche e sociali con le famiglie più ricche continuano a crescere.
A certificarlo è l'indagine annuale della Banca d’Italia sul reddito delle famiglie diffuso il 3 dicembre e relativo ai dati del 2014.
Dal rapporto di Palazzo Koch emerge infatti che il patrimonio del 30% delle famiglie più povere (7 mila euro in media) rappresenta meno dell'1%, della ricchezza complessiva. Per contro, appena il 5% delle famiglie più ricche, con un patrimonio di 1,3 milioni di euro a nucleo, detiene oltre il 30% della ricchezza complessiva. Mentre il 10% delle famiglie più ricche ha un patrimonio medio di circa 950mila euro e detiene il 44% del totale.
Gli studiosi di Bankitalia spiegano che per larga parte delle famiglie italiane il patrimonio è costituito in prevalenza dalla casa di abitazione, mentre il dato della concentrazione della ricchezza in pochi nuclei sia costante negli ultimi 20 anni. Segno evidente che tutti i governi che si sono succeduti fino ad oggi non hanno mosso un dito per correggere la distribuzione della ricchezza a favore delle fasce più deboli.
Nel 2014 il reddito familiare annuo, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali è risultato in media pari a circa 30.500 euro, circa 2.500 euro al mese. La mediana del reddito familiare cioè (il reddito della famiglia che occupa la posizione centrale della distribuzìone) è infeliore alla media, e pari a 25.700 euro (cioè circa 2.100 al mese. Il 10% delle famiglie a più alto reddito percepisce più di 55 mila euro, cioè circa 4.600 euro al mese.
Alla fine del 2014 la ricchezza netta delle famiglie (immobili, aziende, oggetti di valore, depositi, titoli di Stato, azioni) al netto delle passività finanziarie (mutui e debiti) è risultata pari a 218mila euro. Il reddito familiare annuo, al netto di imposte sul reddito e contributi sociali, è in media pari a 30.500 euro, 2.500 euro al mese e solo il 10% delle famiglie a più alto reddito percepisce più di 55mila euro (4.600 euro al mese).
Per contro, l'indagine di Bankitalia evidenzia che, negli ultimi 9 anni sono notevolmente aumentati gli individui a basso reddito, cioè con un reddito equivalente (una misura del benessere che tiene conto della dimensione e della struttura demografica della famiglia in cui vive) inferiore al 60% di quello mediano (che è di 16 mila euro). Nel 2014 le persone costrette a sopravvivere con meno di 9.600 euro annui sono risultate il 22,3% del totale; erano il 19,6% nel 2006 e il 20,6 nel 2012. Nel'ultimo decennio l'incidenza degli individui a basso reddito è cresciuta soprattutto nelle fasce di età centrali fino a 54 anni e rappresentano la diretta conseguenza della progressiva cancellazione dei diritti sociali e previdenziali operata da Renzi, Berlusconi, Letta e Monti soprattutto.
A farne le spese sono soprattutto le fasce giovanili. L’indagine rileva infatti che la ricchezza netta degli anziani è superiore di oltre tre volte quella dei giovani. Negli ultimi 20 anni si sono ampliati i divari di ricchezza tra i più giovani e i più anziani, che riflettono solo parzialmente il fisiologico processo di accumulazione dei risparmi lungo il ciclo di vita. La ricchezza media delle famiglie con capofamiglia tra i 18 e i 34 anni è meno della metà di quella registrata nel 1995, mentre quella delle famiglie con capofamiglia con almeno 65 anni è aumentata di circa il 60 per cento.

16 dicembre 2015