Dopo le aggressioni subite nella notte di capodanno
In piazza le donne di Colonia contro sessismo e razzismo
Squadracce neonaziste vanno a caccia di musulmani

 
Contro il sessismo e contro il razzismo era lo slogan principale della manifestazione del 6 gennaio a Colonia gridato o portato scritto sui cartelli dai manifestanti, molte le donne, contro le aggressioni alle donne tedesche la notte di Capodanno in particolare nella centrale piazza della stazione.
Secondo i dati diffusi il 13 gennaio dalla polizia della grande citta tedesca, dopo i fatti di Capodanno sono state registrate oltre 560 denunce delle quali quasi la metà per aggressioni sessuali, 2 per stupro, e identificato 23 sospettati, stranieri e di cultura islamica. La mattina del primo gennaio la polizia in un comunicato stampa aveva invece descritto una nottata trascorsa senza incidenti: "in un’atmosfera allegra, le celebrazioni di capodanno si sono svolte in maniera pacifica". La vicenda scoppiava il 4 gennaio, quando la polizia affermava di aver ricevuto decine di denunce che facevano pensare a un fenomeno criminale “di dimensioni sconosciute”. Le cifre su quante donne avevano subito violenza e quanti erano stati gli uomini protagonisti sono ballate per giorni in un gioco al rialzo che ha trasformato un fatto grave, ma non desueto nelle grandi e piccole metropoli occidentali, di violenza contro le donne in una campagna xenofoba e razzista contro migranti, rifugiati e richiedenti asilo. In Germania e altri paesi europei.
La vicenda delle aggressioni subite dalle donne nelle strade di Colonia nella notte di capodanno rimane tuttora oscura ed è oggetto delle indagini della polizia, che tra l'altro non ha ancora al momento in cui scriviamo prodotto prove documentali, un filmato; una cosa che ha dell'incredibile nei supersorvegliati centri delle città nell'epoca degli asfissianti controlli antiterrorismo.
La questione delle aggressioni alle donne è però presto finita in secondo piano, superata nella propaganda imperialista dalla necessità di difendere “le nostre donne” in questo “scontro di civiltà” per legittimare tra le altre le guerre occidentali di “democratizzazione” del Medio Oriente, come se la cosiddetta “cultura occidentale” borghese fosse estranea al sessismo, al machismo e alla violenza sulle donne; il “salviamo le nostre donne” era un modo di usare le donne per realizzare politiche neocolonialiste e razziste.
Ad inizio anno, la polizia di Colonia aveva diffuso un comunicato assicurando che i festeggiamenti erano stati pacifici. Solo il 2 gennaio iniziava a parlare di attacchi alle donne. Dal 4 gennaio la vicenda conquistava le prime pagine dei notiziari e della stampa con resoconti del tipo "a Colonia un migliaio di uomini ubriachi tra i 15 e i 39 anni e di origini arabe o nordafricane hanno aggredito decine di donne la notte di San Silvestro nei pressi del Duomo e della stazione. Circondate, palpate, molestate e derubate la notte di Capodanno".
La prima rete pubblica televisiva Ard riportava fonti della polizia che riferivano di gruppi di delinquenti che si erano organizzati per andare a Colonia e approfittare del caos di fine anno. Il risultato se non la finalità di tali atti erano quelli di forzare a destra la linea assunta dal governo delle istituzioni pubbliche verso i migranti. E infatti la cancelliera Angela Merkel l'8 gennaio prometteva il pugno duro per i responsabili ma affermava che "qui non si tratta in prima linea di profughi, ma si tratta di criminalità". La Cdu però chiedeva espulsioni più facili e norme più stringenti per accettare le domande di asilo.
La propaganda razzista era comunque già lanciata su scala europea, dall'Olanda dove il leader del partito xenofobo Pvv Geert Wilders parlava di “terrorismo e jihad sessuale“ e invitava a “chiudere subito i confini” del Paese e ad iniziare “a de-islamizzare l’Olanda” al premier della Slovacchia Robert Fico che affermando "non vogliamo che accada anche in Slovacchia qualcosa di simile a quel che è successo in Germania" annunciava di non voler più accogliere profughi musulmani.
Il ministro della Giustizia della Germania, Heiko Maas, e il presidente dell’Ufficio federale tedesco di indagini anticrimine, Holger Münch, affermavano che le numerose aggressioni anche a sfondo sessuale che si sono verificate la notte di Capodanno a Colonia e in altre città fossero state pianificate attraverso i social network. Ci sono state violenze anche a Amburgo e Stoccarda, financo a Zurigo e Salisburgo sottolineavano i media che estendevano la "rete criminale" a Svizzera e Austria. Un viatico per le manifestazioni organizzate a Colonia e in altre città tedesche dalla formazione di estrema destra Pegida e altre che organizzavano squadracce neonaziste che andavano a caccia di musulmani, di migranti e richiedenti asilo.

20 gennaio 2016