Prime sentenze per Mafia Capitale
Condannati per corruzione Ozzimo e Solvi (PD)
2 anni e 4 mesi all'ex consigliere di Cd Caprari

Il 7 gennaio, due anni dopo la prima retata di “Mafia capitale”, il giudice per l'udienza preliminare (Gup) Alessandra Boffi ha condannato l'ex assessore piddino alla Casa della giunta Marino, Daniele Ozzimo, a 2 anni e 2 mesi di reclusione per corruzione in atti contrari ai doveri di ufficio.
Alla stessa pena è stato condannato anche il factotum del X Municipio Paolo Solvi, ex Margherita ed ex Udc, e all'epoca dei fatti braccio destro a Ostia dell'ex presidente PD Andrea Tassone.
2 anni e 4 mesi di reclusione il Gup li ha inflitti anche all'ex consigliere comunale di Centro democratico Massimo Caprari. Mentre un anno e 10 mesi a testa se li sono beccati i fratelli Gerardo e Tommaso Addeo gli ex collaboratori di Luca Odevaine (già componente del Tavolo di Coordinamento Nazionale per i richiedenti asilo).
Le sentenze sono state emesse nell'ambito di uno stralcio del procedimento che vede tra gli altri 101 imputati l'ex neopodestà Alemanno, l'ex terrorista dei Nar Massimo Carminati, il boss delle cooperative “rosse” Salvatore Buzzi, il senatore Ncd nonché presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama Antonio Azzollini e i massimi vertici del PD romano e laziale a cominciare da Luca Odevaine, ex vice capo di gabinetto con Walter Veltroni, poi capo della polizia provinciale con Nicola Zingaretti e all'epoca dei fatti al Coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti asilo del ministero dell’Interno.
Secondo i Pubblici ministeri (Pm) Paolo Ielo, Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini, Ozzimo ha tratto delle utilità dal suo rapporto con il capo della coop '29 giugno', Salvatore Buzzi. La prima era “morale” per il salvataggio, grazie all'intervento del capo della “29 giugno”, della cooperativa edile Deposito San Lorenzo, le altre due invece materiali e riguardavano l'assunzione in una delle coop di Buzzi di una ragazza segnalata da Ozzimo (che avrebbe lavorato per quattro mesi nei soli week end per poi vedere interrotto il suo rapporto di lavoro) e poi il finanziamento di 20mila euro per la campagna elettorale di Ozzimo regolarmente denunciata alla Corte d'Appello.
Per Ozzimo, tornato libero il 24 dicembre scorso, così come per Caprari, i fratelli Addeo e Solvi si è proceduto con rito abbreviato e per questo tutti i condannati hanno usufruito dello sconto di un terzo della pena.
Nel corso della stessa udienza il Gup ha deciso anche i quattro patteggiamenti che erano stati richiesti da ex dirigenti della cooperativa “bianca” La Cascina, braccio economico di Comunione e liberazione. Francesco Ferrara ha avuto due anni e 8 mesi, Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita hanno avuto due anni e sei mesi ciascuno. Le accuse per tutti quanti gli imputati erano di corruzione.
Secondo l'accusa Odevaine ha ricevuto dai quattro manager “la promessa di una retribuzione di 10mila euro mensili, aumentata a 20mila dopo l’aggiudicazione del bando di gara del 7 aprile del 2014 relativo all’appalto per la gestione del Cara di Mineo”. Con lo scopo di creare le condizioni per assegnare i flussi di immigrati alle strutture gestite dal gruppo La Cascina. Odevaine ha ricevuto i soldi in tre anni, dal 2011 al 2014, direttamente e in parte tramite i suoi collaboratori: Gerardo e Tommaso Addeo che “curavano la predisposizione della documentazione fittizia finalizzata a giustificare l’ingresso delle somme nelle casse delle fondazioni e delle società riferibili a Odevaine”.
Agli inizi di dicembre, sempre con il rito abbreviato, sono stati inflitti quattro anni per corruzione a Emanuela Salvatori, ex funzionaria del Comune e responsabile dell’attuazione del piano nomadi di Castel Romano. E per corruzione è stato condannato a cinque anni e quattro mesi anche Emilio Gammuto, per il quale è stata riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso. Quattro anni per usura, infine, è la pena decisa per Raffaele Bracci e Fabio Gaudenzi, considerati vicini all’ex Nar Carminati.
Il 23 marzo invece inizierà il dibattimento che vede alla sbarra l'ex sindaco Alemanno accusato di aver preso mazzette dal gruppo di Carminati e Buzzi.

20 gennaio 2016