Benedetta da Renzi che nomina sottosegretario l'alfaniano Tonino Gentile
PD e NCD verso l'alleanza elettorale a Cosenza

In vista delle amministrative della prossima primavera prove tecniche del partito della nazione fascista anche a Cosenza.
PD e NCD si presenteranno insieme alle elezioni per accaparrarsi la carica di sindaco. Gli effetti di questa alleanza non hanno tardato a emergere: nella notte tra il 6 e il 7 febbraio scorso Mario Occhiuto (FI) sindaco uscente, è stato sfiduciato da 17 consiglieri comunali, tra cui il suo ex fedelissimo presidente del Consiglio comunale Luca Morrone, che hanno presentato le dimissioni alleandosi con Gentile. Occhiuto è anche il presidente della provincia di Cosenza, nominato con i voti dei consiglieri dei comuni della provincia come previsto dalla sciagurata “riforma” Delrio che ha ristretto gli spazi di democrazia borghese.
E mentre Cosenza si prepara al commissariamento non è stato individuato ancora il candidato per effetto della lotta fra le varie fazioni interne al PD, per questo motivo si terranno le primarie il 6 di marzo.
L'alleanza PD-NCD a Cosenza viene da lontano. Fortemente voluta dal nuovo duce Renzi, che ha da poche settimane nominato il senatore Antonio Gentile detto 'U Cinghiale' sottosegretario alle attività produttive, uomo forte insieme al fratello Pino e agli altri suoi familiari dell'NCD di Alfano in Calabria.
L'avvicinamento fra la “dinastia politica” dei Gentile (che nasce nel PSI degli anni '70 a Cosenza all'ombra dell'allora segretario nazionale Giacomo Mancini) e il PD inizia con la condanna per il caso Fallara dell'ex governatore, il fascista mal-ripulito Giuseppe Scopelliti, nella cui giunta Pino Gentile fu assessore ai lavori pubblici.
Si consolida poi con la nomina del “cinghiale” a sottosegretario ai trasporti nel neonato governo Renzi nel 2014, anche se in questo caso fu costretto a dimettersi per il vergognoso caso della censura al quotidiano “L'ora della Calabria”.
Prosegue quindi con la scelta, alle regionali anticipate del novembre 2014, di NCD e UDC di presentarsi da soli, fuori dal “centro-destra”, col malcelato obiettivo di favorire l'elezione a governatore di Mario Oliverio del PD, con la candidatura a presidente della regione del senatore Nico D'Ascola (eletto, in realtà nominato, in Calabria con il PDL come Gentile e la neosottosegretaria al turismo, oggi NCD, Dorina Bianchi) il quale è stato eletto da poche settimane presidente della commissione giustizia del senato con i voti del PD.
Per quanto riguarda in particolare Cosenza, i Gentile, va ricordato, furono fra i massimi artefici dell'elezione di Occhiuto a sindaco, tanto da riuscire ad imporre Katya Gentile (figlia di Pino) come vicesindaco della città.
Occhiuto (nel frattempo passato dall'UDC a FI) la estrometterà però dopo pochi mesi scatenando una guerra con gli ex alleati con tanto di strascichi giudiziari e accuse di “mafiosità” da parte di Occhiuto ai Gentile specie durante la lotta per l'elezione a presidente della provincia vinta per pochi voti contro il sindaco di Rende Marcello Manna, sostenuto anche dai Gentile.
L'alleanza anche sul piano amministrativo per la città dei Bruzi, consolidata e benedetta da Renzi e da Oliverio, sembra dunque cosa fatta.
Non è stato trovato ancora il candidato a sindaco, per effetto della lotta di potere interna al PD cosentino, tra vari esponenti del partito:
Nicola Adamo (ex uomo forte del PD regionale, marito di Enza Bruno Bossio, deputata nazionale) il quale, travolto da “Rimborsopoli” torna in Calabria dopo ben 7 mesi di divieto di dimora nella regione.
Carlo Guccione, ex assessore regionale al lavoro nella prima mini-giunta borghese neofascista e filomafiosa di Oliverio defenestrata dalla “Rimborsopoli” calabrese, che punta sulla candidatura alle primarie di Enzo Paolini, consigliere comunale di FI e “re delle cliniche private”, gradito ai Gentile.
Lucio Presta, detto il “signor Rai” (fu indagato per concussione nei confronti di alcuni dirigenti della Rai, è impresario fra gli altri del giullare del regime neofascista, il clericopiddino Roberto Benigni), il quale ha già presentato la sua lista “Amo Cosenza” ed ha dato la sua disponibilità a Renzi per la candidatura a sindaco, ma non ha intenzione di partecipare alle primarie.
Giacomo Mancini jr. (nipote dell'omonimo defunto ex segretario del PSI) che ritorna a “sinistra” attraverso Denis Verdini dopo essere stato vicepresidente della nera giunta regionale di Scopelliti e vari altri arnesi rimasti a bocca asciutta sia alla regione che a Palazzo Chigi, cosa dovuta per alcuni di loro al fatto di essere troppo poco “renziani” e troppo vicini ad Oliverio, che vinse le primarie regionali nel 2014 come espressione della “sinistra” PD contro il renziano segretario regionale Ernesto Magorno e il vendoliano Gianluca Callipo. Questa è una delle ragioni per le quali Renzi dalla Calabria ha portato al governo uomini di Alfano e non del PD, per colpire i “non allineati” a lui e manovrare meglio Oliverio ridimensionandolo.
Considerando lo sfascio determinato da Occhiuto e dalla destra tanto a livello comunale quanto provinciale, il qualunquismo di destra del M5S che ha individuato il suo candidato sindaco in Gustavo Coscarelli con metodi che, aldilà delle chiacchiere, con la “democrazia diretta” non hanno nulla a che spartire, è del tutto evidente che per il popolo cosentino alle prossime comunali l'unica alternativa di classe è quella votare per il PMLI e il socialismo impugnando l'arma dell'astensionismo tattico marxista-leninista (disertare le urne, annullare la scheda o lasciarla in bianco) per delegittimare le istituzioni rappresentative borghesi e i partiti e i candidati al servizio del capitalismo, innescando la lotta di classe fuori dalle marce istituzioni locali del regime neofascista, con l'obiettivo strategico di creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo basate sulla democrazia diretta: le Assemblee popolari e i Comitati popolari.

10 febbraio 2016