Il sindaco di “centro-destra” di Bisceglie entra nel PD

Il Partito democratico del nuovo duce Renzi si è ormai trasformato in un'accozzaglia di mafiosi, corrotti, tangentisti, pregiudicati, ex fascisti, vecchi democristiani e voltagabbana della peggior specie.
L'ultimo “tesserando” in ordine di tempo è l'attuale sindaco di Bisceglie, Francesco Spina, un vecchio fascista-democristiano e poi berlusconiano, di recente nominato anche presidente della provincia di Barletta-Andria-Trani, il quale, dopo una lunga militanza e anni di amministrazione con alleanze di centro e di estrema destra, ha chiesto di entrare nel PD.
In un comunicato stampa Spina ha motivato la sua scelta affermando fra l'altro che: "da tempo il sottoscritto risulta impegnato nel sostegno e nel coordinamento delle liste civiche del Presidente Michele Emiliano (PD)" e che sposando in pieno "l'azione concreta di governo regionale e quella del governo nazionale di Matteo Renzi" il punto "di approdo" del movimento civico biscegliese "è chiaramente e indiscutibilmente il Partito democratico".
Il boss delle Murge porterà in dote a Renzi tutto il suo clan politico: circa 363 nuovi tesserati PD fra cui diversi consiglieri di maggioranza, sostenitori, dipendenti del Comune di Bisceglie, amici e parenti di Spina.
Del resto per l'ex fascista Spina che, come ha rivelato il deputato PD Francsco Boccia, fino a qualche anno fa “militava nel Movimento sociale e andava in giro facendo il saluto romano” questo non è certo il primo cambio di casacca: come tanti opportunisti di vecchio stampo democristiano, dopo una breve militanza nell'Udc, Spina, saltò sul carro di Forza Italia con cui ha governato per anni. È stato coordinatore del movimento fittiano "La Puglia prima di tutto", recentemente ha ottenuto la rielezione a sindaco con un esercito di liste civiche ed è stato nominato presidente della provincia di Barletta-Andria-Trani con i voti del “centro-destra” nel 2015 ma alle ultime regionali si è schierato con Emiliano e il “centro-sinistra” pur continuando ad amministrare Barletta con il PD all'opposizione.
Bisceglie, è bene ricordarlo, è anche la città dove a fine gennaio è esploso lo scandalo delle “iscrizioni anomale al partito” ma il PD, costretto dall'indignazione della base a commissariare il circolo cittadino, ha proseguito col tesseramento accettando in un primo momento tra le sue file perfino candidati in liste contrapposte al PD.
Bisceglie è anche la città dove la procura di Trani ha avviato nella scorsa primavera l'inchiesta sul crac da 500 milioni della casa di cura “Divina Provvidenza” chiedendo fra l'altro l'arresto del boss del NCD Antono Azzollini: presidente della Commissione Bilancio del Senato; ex sindaco di Molfetta e in tale veste già indagato per una gigantesca truffa relativa alla bonifica e ristrutturazione del porto di Molfetta, e poi salvato dalle patrie galere proprio dal PD che il 30 luglio scorso ha negato l'autorizzazione dei magistrati.
Altro che rispetto e “sacralità dei requisiti politici di onorabilità del Pd” di cui cianciano Renzi e il commissario regionale pugliese per il tesseramento Domenico De Santis.
La verità è che il PD in vista delle prossime amministrative teme un crollo di consensi senza precedenti e per evitarlo è disposto a imbarcare nelle sue file perfino gli ex fascisti.

17 febbraio 2016