Nel mirino dei magistrati gli appalti per i lavori a Salerno e le “parlamentarie” del dicembre 2012
Sotto inchiesta De Luca per camorra e per brogli elettorali e negli appalti

Redazione di Napoli
Un’altra bufera giudiziaria travolge il governatore piddino della Campania, Vincenzo De Luca, che a nemmeno un anno dalla sua elezione deve fronteggiare un nuovo scandalo riguardante gli appalti per i lavori a Salerno e le parlamentarie del dicembre 2012. È quanto emerge da una maxi-inchiesta della Procura salernitana che ha depositato ben 12mila pagine di intercettazioni da cui risulta, sostengono i pubblici ministeri titolari Antonio Cantarella e Guglielmo Valente, la presenza di un vero e proprio “comitato politico-affaristico, un'organizzazione composta da membri appartenenti sia ad ambiti pubblici che privati, che agisce sotto una regia politica e tende ad orientare i propri interessi verso la gestione uti dominus degli appalti e degli affidamenti per la costruzione delle più importanti opere pubbliche in corso di realizzazione e/o di progettazione nella città”.
Secondo gli inquirenti si sarebbero verificati brogli elettorali sulle primarie del PD per il parlamento 2012 a Salerno tese a favorire Fulvio Bonavitacola, allora deputato e oggi delfino di De Luca in Regione: oltre 250 voti per lui e una montagna di monetine da 2 euro, fatte uscire apposta da una sala Bingo. Un sistema ben collaudato, evidenzia la Procura di Salerno, con ben 700 schede pronte a essere manomesse, nel voto ai gazebo con l’accorta regia di un altro fedelissimo di De Luca, Nello Mastursi. Colloqui riservati tra De Luca, allora sindaco e contemporaneamente neo viceministro alle Infrastrutture, con l’ex prefetto di Salerno, Gerarda Pantalone, in cui l’attuale governatore non fa mistero che mai lascerà una delle due poltrone, violando la legge.
Un'inchiesta che ha portato a scoprire appalti poco chiari, come quelli relativi alla variante da 8 milioni di euro per i lavori di piazza della Libertà, che vede indagato De Luca per falso in atto pubblico, mentre per altre 25 persone i reati contestati vanno dalla frode in pubbliche forniture al falso, dal peculato alla turbata libertà degli incanti. “Un ruolo assolutamente centrale nell'ambito di tale comitato - continuano gli inquirenti - è ricoperto dalla società Ifil e dal suo amministratore fattuale, Mario Del Mese, con riferimento al quale le indagini hanno evidenziato rapporti di contiguità e di 'vicinanza' con il sindaco Vincenzo De Luca e con il figlio di quest'ultimo, Piero”. Rapporti, aggiungono, che si spingono fino all'interessamento pratico ed economico nelle campagne elettorali, per quanto riguarda il sindaco, e fino al pagamento di considerevoli somme di denaro per viaggi con disponibilità "distratte" dalle casse della società Ifil C&D srl per quanto concerne Piero De Luca e la di lui consorte Laura Zanarini”.
Particolarmente significativo il filone relativo ai brogli alle primarie PD con intercettazioni relative ad Enrico Esposito, attualmente indagato, che oltre ad essere consigliere PD a Nocera Inferiore, è amministratore di fatto dell'impresa Esa, società accusata di essere stata favorita dalla variante adottata per piazza della Libertà: “il 28 dicembre 2012, Enrico Esposito - affermano i pubblici ministeri - viene informato da Antonio Iannello del PD delle intenzioni di Vincenzo Petrosino di brogliare l'esito delle primarie. Esposito e Iannello concordano che aderire a simili proposte sarebbe stato inopportuno”. Ma l'indomani, il 29 dicembre, Esposito chiama Nello Mastursi, coordinatore provinciale delle operazioni di voto delle primarie e “asserendo di ritenersi in grado di assicurare l'attribuzione di 250 preferenze in favore di Fulvio Bonavitacola, lo informa delle illecite intenzioni”. Esposito, a quel punto, constatata una certa apertura di Mastursi alla realizzazione dei brogli, afferma di aver verificato la possibilità di alterare 700 schede”, ma solo se a Bonavitacola andavano 200 delle 700 schede disponibili. A quel punto, “la replica di Mastursi è netta e perentoria: non solo questi approva la proposta di Esposito, ma ordina che venisse garantito, in favore di Bonavitacola, un numero di voti superiore a quelli prospettati". In una intercettazione telefonica è perentorio Mastursi che ordina: “Enrico ho parlato con Nello, ma dobbiamo far salire a Fulvio (Bonavitacola ndr). Punto. Non esiste”.
Un altro filone è quello relativo ai rapporti con l’ex prefetto di Salerno Gerarda Pantalone. Giovedì 2 maggio 2013, De Luca viene nominato viceministro e l’attuale prefetto di Napoli, Pantalone, chiama il governatore per congratularsi. Secondo i pubblici ministeri salernitani, “il prefetto coglie l'occasione per chiedere a De Luca se fosse sua intenzione dimettersi dalla carica di sindaco di Salerno. Ma De Luca, risoluto e fermo nella sua decisione, rassicura la sua interlocutrice che avrebbe mantenuto l'incarico di sindaco e lascia intendere che il suo primo pensiero è rivolto al completamento delle opere pubbliche salernitane, tra le quali spicca, appunto, quella di Piazza della Libertà". In un'intercettazione De Luca chiarirà all’attuale prefetto di Napoli: “c'è compatibilità, c'è compatibilità tra le due cose (...) devo chiudere, devo chiudere la piazza, il porto, l'aeroporto, la metropolitana, ci chiudiamo almeno un po' di cose nostre”. Un piglio ducesco, quello di De Luca che peraltro è in conflitto con le attuali disposizioni legislative che obbligano l’ex neopodestà di Salerno a scegliere tra le due poltrone. Ancora la Procura di Salerno chiarisce su questo punto: “Contrariamente a quanto riferito al prefetto, quello della compatibilità tra le due cariche è sicuramente motivo di apprensione per De Luca. L'assunto scaturisce dall'analisi di un sms inviatogli dall'onorevole Bonavitacola”. L’ex deputato e fedelissimo di De Luca invita a “traccheggiare” per mantenere le due cariche, nello stile tipico dei politicanti del regime neofascista.
Sprezzante il commento del governatore della Campania su questa maxi-inchiesta che lo vede nuovamente coinvolto: “io lavoro, non leggo le intercettazioni”, annunciando querele non si sa verso chi. Sta di fatto che sia la sua azione politica pregressa e attuale, sia i loschi affari che lo vedono indagato dalla Procura salernitana, confermano che De Luca non rappresenta affatto un'alternativa alle precedenti giunte antipopolari, ma solo la loro inevitabile continuità.

24 febbraio 2016