Svelato il documento dell'ammiraglio Credendino
L'UE prepara l'intervento armato in Libia

 
Nel maggio 2015 i ministri degli esteri dell’Unione europea decidevano di lanciare un’operazione navale contro le reti di trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo. L'operazione chiamata Eunavfor Med era comandata da Roma dall’ammiraglio italiano Enrico Credendino. Si tratta di un'operazione di polizia per salvare migranti non una missione militare in Libia a tutti gli effetti, raccontavano Renzi e Alfano.
Un rapporto segreto datato 29 gennaio e redatto dall’ammiraglio Enrico Credendino della Marina Italiana, preparato per i ministri dell’Ue, fa un bilancio dell'attività della forza navale e prospetta lo sviluppo delle operazioni militari verso l’individuazione, la cattura e la distruzione delle risorse dei trafficanti “in modo conforme al quadro giuridico internazionale e in collaborazione con le autorità libiche”. Il via libera, in particolare del nuovo governo libico il cui varo è stato rimandato il 29 febbraio ancora una volta, non c'è ma la Ue va avanti e prepara l'intervento armato.
“Da un punto di vista militare, sono pronto a muovermi verso la fase 2B dell'operazione nelle acque territoriali della Libia ma c'è un certo numero di sfide politiche e legali che vanno affrontate prima che io possa raccomandare un tale passaggio” scriveva l'ammiraglio Credendino nel documento pubblicato da WikiLeaks a fine febbraio. E sollecita la necessità di condurre interventi armati dentro il territorio libico, per distruggere i mezzi dei trafficanti, o meglio per bloccare l’avanzata dello Stato Islamico e prendere sotto tutela i giacimenti petroliferi. Ancora, almeno ufficialmente, non ci sono sodati stranieri sul suolo libico ma Credendino già si preoccupa che non ci sino sovrapposizione di attività militari: “dobbiamo cooperare ed evitare che le nostre attività entrino in conflitto con quelle di altre missioni internazionali che potrebbero operare in Libia una volta che il governo di unità nazionale sarà creato”.
A dire il vero più che alle future possibili missioni militari affiancate a quella della Ue si potrebbe già pensare alla concorrenza sul campo già lanciata dai militari Usa con gli attacchi missilistici contro basi dello Stato islamico, senza contare che forze speciali americane potrebbero già essere sul terreno visto che Obama si è preoccupato di avere il via libera di Roma all'uso dei droni armati schierati in Sicilia.
Stando a quotidiani francesi nell'area di Bengasi sarebbero già in azione i corpi speciali di Parigi. Sarkozy è stato in prima fila nell'attacco imperialista del 2011 ma non ha raccolto nulla in cambio mentre Renzi si sarebbe aggiudicata la guida del prossimo attacco; il suo successore a Parigi Hollande ha lavorato dietro le quinte in concorrenza con il compare Renzi e le sue forze stanno dando una mano al responsabile militare del governo di Tobruk, il generale Haftar, quello sponsorizzato dai golpisti egiziani. Quello che ha giustamente protestato per un presunto sconfinamento delle navi italiane in acque libiche ma che è tra i principali responsabili del blocco per la formazione del nuovo governo libico di cui lui non è ministro della difesa incaricato. E senza il permesso del governo libico, ripete a ogni piè sospinto la ministra della guerra Pinotti, non parte l'Italia e non parte la Ue. O almeno così sembrerebbe.

2 marzo 2016