Tanti gli striscioni e le immagini contro il governo Renzi
30 città in piazza contro l'intervento di guerra in Libia
A Catania e a Biella il PMLI esprime il suo antimperialismo e il sostegno allo Stato islamico

 
Le manifestazioni che si sono svolte sabato 12 marzo sono state un nuovo grido antimperialista contro la guerra in Libia.
La mobilitazione era stata organizzata a partire da un appello di padre Alex Zanotelli, il quale, dopo il successo della precedente svoltasi il 16 gennaio scorso, aveva proposto una nuova giornata “per esprimere con un'unica voce il nostro NO alla guerra contro la Libia, un NO a tutte le guerre che insanguinano il nostro mondo”.
L'appello è stato raccolto dalla piattaforma Eurostop e dal Coordinamento contro la guerra, le leggi di guerra e la Nato, che nella sua piattaforma chiede il ritiro dei soldati da ogni teatro di guerra, il “ripristino” dell'articolo 11 della Costituzione (secondo cui l'Italia ripudia la guerra), lo smantellamento delle basi militari sul territorio del nostro Paese, l'uscita “da ogni alleanza di guerra” a partire dalla Nato per diventare “un Paese neutrale per contribuire alla pace”, ma anche la fine delle discriminazioni contro i migranti, delle politiche di austerità imposte dall'Ue e delle “leggi sicuritarie” che strangolano i popoli europei.
Su questa base si sono svolte manifestazioni con cortei, presidi e sit-in in 30 città italiane, al Nord al Sud fino alle Isole. Tanti gli striscioni e le immagini contro il governo Renzi, con il nuovo duce ritratto in divisa militare, e per chiedere l'Italia fuori dalla Nato e la Nato fuori dall'Italia. Anche l'Ue è stata nel mirino dei manifestanti, i quali le hanno contestato le politiche di guerra contro il Medioriente, l'austerità per salvare il capitalismo e la chiusura contro i migranti. Presidi si sono svolti davanti a diverse basi Nato, come a Ghedi (Brescia), Gaeta (Latina) e Lagopatria (Napoli), alcune delle quali erano già state bersaglio di azioni simili l'anno scorso contro l'esercitazione militare imperialista Trident Juncture. Significativamente, in Val Susa la manifestazione si è svolta davanti al cantiere Tav di Chiomonte, come a voler rimarcare che, in fondo, lucrare sull'ambiente e sulla vita delle masse e lucrare sulla guerra imperialista sono due facce della stessa medaglia capitalista.
Manifestazioni importanti si sono svolte a Roma, Bologna, Camp Darby (Pisa), Vicenza, Napoli, Ghedi (Brescia), Lago Patria (Giugliano), Viterbo, Gaeta, Catania e Biella dove era presente il PMLI con le sue parole d'ordine antimperialiste e a sostegno dello Stato islamico.
Hanno aderito, fra gli altri, Area Opposizione Cgil, Usb, No Tav, No Muos, No Dal Molino, No War, Peacelink. In alcune realtà hanno partecipato anche la Cgil e l'Anpi. Presenti anche associazioni cristiane e musulmane.
La mobilitazione è stata oscurata dai media di regime: evidentemente i guerrafondai imperialisti vogliono evitare ogni minimo ostacolo ai loro piani di guerra.
Il 12 marzo è stata la prima tappa di un percorso che porterà ad una nuova mobilitazione il 4 aprile. Ma bisogna lavorare per chiarire quale è il vero obiettivo dei governi imperialisti per costruire una grande mobilitazione di massa contro la guerra imperialista alla Libia che mira a distruggere lo Stato islamico, una nuova avventura che non porterà altro che barbarie e che espone il nostro popolo al pericolo di ritorsioni terroristiche. Una mobilitazione che, quindi, non può non essere parte della lotta più generale per buttare giù il governo interventista e guerrafondaio del nuovo duce Renzi.

16 marzo 2016