La cultura borghese genera mostri

 
Il terribile omicidio del giovane 23enne Luca Varani, avvenuto in un appartamento romano il 4 marzo scorso, non è che la punta di un iceberg molto più profondo, che chiama in causa diretta i disvalori propugnati dalla cultura borghese.
I due assassini sono giovani frequentatori della Roma bene: Paolo Prato, 29 anni, è laureato in scienze politiche e aspirante modello; Manuel Foffo, 30 anni, è descritto come “ragazzo modello” dal padre, proprietario di una delle più importanti agenzie di pratiche auto della capitale. Frequentatori di discoteche, avevano un passato di alcol e droga. Il 4 marzo, già pesantemente intontiti dalla cocaina, offrono a Varani una certa somma per una serata di alcol e sesso. Quando il ragazzo giunge all'appartamento al Collatino, beve un drink drogato e, incapace di difendersi, viene ucciso sadicamente e lasciato morire fra atroci sofferenze.
“Volevamo uccidere qualcuno solo per vedere l'effetto che fa” o “simulare uno stupro con un prostituto”, è la candida confessione dei due. Insomma, un “gioco”, un “passatempo” da giovani borghesi annoiati e drogati, finito male e che comunque non poteva certo finire bene.
Gran parte della stampa nazionale fa apparire l'omicidio unicamente come un episodio di cronaca nera a sé stante. In realtà, ci sarebbe da dire molto di più. Non ci riferiamo certo al criminale sciacallaggio mediatico operato da Giovanardi e Adinolfi, che hanno raggiunto il punto più basso della loro meschinità politica parlando di un caso tipico da “mondo gay” e sostenendo persino, molto fantasiosamente, che il movente dell'omicidio sarebbe stato un post di Varani su “Facebook” contro i matrimoni gay.
Le farneticazioni dei due crociati omofobi in realtà distolgono l'attenzione da quella che è la vera natura del problema. Il delitto Varani chiama in causa i disvalori della cultura borghese. L'individualismo estremo, l'edonismo sfrenato, la prevaricazione, il culto e la ricerca spasmodica dello sballo, del successo e delle emozioni forti, costi quel che costi, anche a scapito della vita altrui non sono che i mostruosi risvolti culturali della legge della giungla, della regola del più forte e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo vigenti nel libero mercato capitalistico.
Sono questi, appunto, i disvalori esaltati dalla borghesia che, mentre in pubblico e ai microfoni di giornali e televisioni indossa i panni del moralismo bacchettone, quando cala la notte si lancia nel giro di prostitute, droga e festini sulla scia delle famigerate notti di Arcore. Questi sono i modelli malsani che la borghesia cerca di propugnare ai giovani per indurli al totale disimpegno politico, facendoli affondare, nei casi più gravi, nella droga.
Per tutti questi motivi, bisogna assolutamente ribellarsi alla cultura borghese, con la quale i giovani che vogliono cambiare il mondo non hanno nulla da spartire. Le sue abitudini, i suoi stili e i suoi modelli sono da respingere, non da emulare. È invece fondamentale l'impegno militante e le lotte dei giovani per la conquista di una nuova società e una nuova cultura basate sull'altruismo e sulla solidarietà. Ecco perché va distrutto il capitalismo e realizzato il socialismo.

23 marzo 2016