In base al vergognoso accordo Ue-Turchia
Iniziata la criminale deportazione dei “migranti irregolari”

 
All’alba del 3 aprile gruppi di bengalesi, cingalesi e pakistani sono stati riportati da tre imbarcazioni da alcune isole greche in Turchia; i 136 migranti cacciati da Lesbo e i 66 da Chios segnano l'inizio della criminale deportazione dei cosiddetti "migranti irregolari" come definito nell'accordo tra Unione europea (Ue) e Turchia definito e approvato nel vertice europeo del 18 marzo a Bruxelles alla presenza del premier di Ankara, Ahmet Davutoglu.
Il vergognoso accordo Ue-Turchia prevedeva tra le altre che "tutti i nuovi migranti irregolari che hanno compiuto la traversata dalla Turchia alle isole greche a decorrere dal 20 marzo 2016 saranno rimpatriati in Turchia" e che "per ogni siriano rimpatriato in Turchia dalle isole greche un altro siriano sarà reinsediato dalla Turchia all'Ue. (...) La priorità sarà accordata ai migranti che precedentemente non siano entrati o non abbiano tentato di entrare nell'Ue in modo irregolare”. Il complesso e assurdo meccanismo messo a punto più per tentare di blocare i flussi migratori prevede che i profughi siriani già in territorio Ue, in particolare in Grecia, siano rinchiusi in campi per essere schedati e dovrebbero rientrare nel meccanismo di redistribuzione già definito dalla Ue nel novembre scorso, quello che su diverse decine di migliaia di profughi ne ha sistemati poche centinaia. Gli altri sono destinati a restare prigionieri nei campi per chissà quanto tempo e infatti molti profughi non si fidano e restano nelle misere tendopoli improvvisate, da Lesbo a Idomeni, rivendicando l'apertura delle frontiere. Come nella manifestazoine del 10 aprile quando alcune centinaia di profughi del campo di Idomeni hanno tentato di abbattere la recinzione di filo spinato che sigilla il confine con la Macedonia e sono stati respinti a colpi di lacrimogeni dalla polizia macedone.
I profughi arrivati in Grecia che non provengono dalla Siria non sono considerati come tali ma solo come" migranti irregolari" da respingere. Dal 20 marzo anche i siriani che sbarcano sulle coste greche sono considerati "irregolari" e respinti; per ogni profugo rimandato in Turchia ci sarà un siriano registrato ufficialmente in un campo profughi turco che avrà diritto a essere accolto in Europa. Infatti se 202 migranti sono stati riportati in Turchia il 3 aprile, il giorno successivo, il 4 aprile, 32 siriani sono arrivati ad Hannover in Germania con un volo da Ankara e altri 11 sono volati in Finlandia.
I 202 migranti riportati dalle isole greche in Turchia sono stati collocati inizialmente in un campo di accoglienza allestito presso il porto di Dikili, una cittadina della costa occidentale turca a 120 chilometri a nord di Izmir ma dovrebbero essere spostati a sud nella provincia di Osmaniye in attesa di essere rimandati non si sa come nei paesi di provenienza da cui scappano per fame e povertà, ragioni che la Ue imperialista cataloga come meno "nobili" della guerra e non sufficienti per chiedere il diritto d'asilo. Una ignobile classifica della disperazione che non ha effetti reali, se non quello di tentare di giustificare la blindatura delle frontiere, e che ovviamente non ferma il flusso dei migranti. E infatti sempre il 3 aprile la guardia costiera turca intercettava al largo di Izmir un barcone con 60 profughi a bordo, in gran parte afgani; altri lo faranno nei giorni successivi.
Il vergognoso patto Ue-Turchia è stato denunciato tra le tante ong che si occupano dei migranti dalla Pro Asyl, la maggiore in Germania, che in un comunicato del 4 aprile sosteneva che "si tratta di un atto illegale di disumanità a spese di chi ha bisogno di protezione. Si dà vita a una azione che vuole deliberatamente fungere da esempio negativo. In Grecia non esiste una procedura di asilo funzionante, la Turchia non è un terzo paese sicuro che protegge i rifugiati. Si tratta di espulsioni di massa che aboliscono ogni stato di diritto".
La Ue imperialista pensa di aver trovato il sistema di bloccare le frontiere orientali affidando al regime turco il ben remunerato compito di cane da guardia; il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non ha perso l'occasione il 7 aprile di ricordare a compari europei che "se l’Ue non manterrà le sue promesse, la Turchia potrà non attuare l’accordo sui rifugiati", battendo cassa rispetto ai 3 miliardi di euro di aiuti ad Ankara già stanziati e agli altri 3 promessi entro il 2018 e sollecitando soprattutto il punto dell'accordo che prevede l’abolizione entro giugno del regime dei visti per i turchi in Europa.

13 aprile 2016