Blindato dall'alto e imposto dai "poteri forti" contro il volere di molti attivisti
Un massone candidato del M5S a sindaco di Cosenza

In vista delle elezioni comunali a Cosenza una nuova bufera ha travolto il Movimento 5 Stelle del megalomane narcisista di destra Beppe Grillo: il candidato a sindaco Gustavo Coscarelli è in odore di massoneria.
Ingegnere, ex presidente del "Rotary club" di Cosenza Coscarelli, risulta iscritto all'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, una loggia massonica espressione del Vaticano alla quale appartenne perfino Licio Gelli. Egli in passato è stato anche consigliere circoscrizionale a Cosenza della Democrazia Cristiana e sostenitore di Ennio Morrone, vecchio arnese della politica cosentina, fino a poco tempo fa consigliere regionale di FI, padre di Luca Morrone, presidente del Consiglio comunale di Cosenza passato all'opposizione determinando la caduta del sindaco forzista Occhiuto, per effetto dell'accordo PD-NCD.
La sua candidatura è stata imposta dal parlamentare calabrese, ex capogruppo al Senato, Nicola Morra, nonostante la protesta e diversi abbandoni degli attivisti della prima ora del M5S, che accusano Morra di verticismo e Coscarelli di essere "una stampella dei poteri forti".
Alcuni attivisti hanno accusato Morra di trasversalismo nei confronti della famiglia Gentile, la potente dinastia politica cosentina che vede oggi Antonio Gentile "'u Cinghiale" sottosegretario alle attività produttive con Renzi. Morra comunque non demorde e elogiando Coscarelli parla di "nuova linfa" per la città di Cosenza imponendo, attraverso il suo portaborse Dario Elia, la cessazione di ogni discussione e richiesta di chiarimenti al candidato.
Quanto a Coscarelli nega di essere massone e anzi si impegna a "combattere la massoneria e i poteri forti", ma i fatti lo smentiscono.
A proposito di imposizioni dall'alto è cosa fatta per il candidato a sindaco del "centro-sinistra" Lucio Presta, il "signor Rai" imposto dal nuovo duce Renzi che ha preteso l'annullamento delle primarie previste per il 6 di marzo e sul quale convergeranno anche l'NCD dei Gentile e perfino i verdiniani di Ala di Cosenza guidati da Giacomo Mancini jr, nipote dell'omonimo filomafioso segretario nazionale del PSI.
Nel 2001 fu deputato con i DS (eletto in odor di trasversalismo anche grazie allo stesso "cinghiale" allora eletto senatore con FI), quindi, in quota PDL prima, FI poi, vicepresidente della nera giunta regionale del fascista mal-ripulito e condannato Giuseppe Scopelliti.
A "sinistra" del PD si muovono diversi rottami rimasti a bocca asciutta tanto alla regione con il PD Oliverio, quanto al governo nazionale, che cercano di presentare una coalizione "alternativa" al grido "la sinistra che non si Presta" in polemica con il candidato-manager del PD.
I partiti borghesi del regime neofascista, ivi inclusi i pentastellati, anche a Cosenza danno quindi prova ancora una volta di essere bande di malaffare totalmente al servizio del capitalismo e della classe dominante borghese.
Ecco perché per il proletariato e le masse popolari cosentine l'unica alternativa a questo squallido spettacolo è votare per il PMLI e il socialismo astenendosi.
 

20 aprile 2016