Tramite il ministro degli Esteri Gentiloni
Il governo italiano il primo a prendere contatto con il governo fantoccio libico degli imperialisti

 
La prima visita di un’alta carica istituzionale straniera nella capitale libica dalla fine del regime di Gheddafi e dall'insediamento del cosiddetto governo di unità nazionale si è svolta il 12 aprile e non poteva che essere quella del ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, che tanto si è dato da fare per conto dell'imperialismo italiano per mettere in piedi un interlocutore affidabile, ricevuto a Tripoli dal primo ministro Fayed Serraj. L'incontro è avvenuto nella base navale di Abu Sittah, il compound che è la protetta sede ufficiale dell'esecutivo fantoccio dal momento dell'arrivo a Tripoli.
Solo una settimana prima il premier del governo di Tripoli Khalifa Ghwell aveva accettato di passare il potere a Serraj, secondo l'accordo imposto dall'Onu e firmato in Marocco il 17 dicembre scorso. Dopo il premier tripolino anche il parlamento di Tripoli decideva il 6 aprile di autosciogliersi e trasformarsi in "Consiglio di Stato", una delle istituzioni previste nel nuovo assetto istituzionale libico.
Per completare l'intesa di dicembre mancano ancora le analoghe decisioni del governo e del parlamento di Tobruk. Ma all'imperialismo italiano poco importa e Gentiloni ha portato a Serraj il pieno sostegno del governo Renzi: "il messaggio principale che l'Italia ha voluto dare al Consiglio presidenziale libico è un messaggio di appoggio sul piano politico, sul piano umanitario e sul piano economico”. Il secondo messaggio importante trasmesso dal crociato Gentiloni riguarda il ruolo importante del nuovo governo libico nella lotta contro il “terrorismo”, ovvero contro lo Stato islamico.
Gentiloni, secondo quanto riportato in un comunicato della Farnesina, ha ribadito a Sarraj che l'Italia, così come la Comunità internazionale, è pronta a cooperare e dare il proprio contributo ma che la lotta al terrorismo in Libia spetta innanzitutto ai libici: "I libici e il Governo di Unità nazionale guidino la lotta all'Isis nel Paese". Col contributo sostanziale e indispensabile dei paesi imperialisti che hanno sponsorizzato il governo fantoccio quasi esclusivamente a questo scopo. L'altro scopo imperialista è quello di mettere le mani sulle risorse energetiche della Libia che Serraj non può garantire a tutti gli aspiranti dato che al momento conta poco persino in Tripolitania, nulla in Cirenaica dove sopravvive il governo di Tobruk.
"Per combattere efficacemente il terrorismo dell'Isis e il traffico di esseri umani è urgente che la Libia trovi stabilità e pace. In questo senso il Consiglio Presidenziale guidato da Fayez al Serraj si sta muovendo nella giusta direzione", dichiarava Gentiloni. Serraj ringraziava e dichiarava che "con l'Italia c'è un rapporto molto radicato e che intendiamo rafforzare sul fronte della lotta all'immigrazione clandestina e al terrorismo”. Soprattutto la seconda.

20 aprile 2016