Alle elezioni comunali del 5 giugno a Napoli
Astieniti, non votare i partiti borghesi al servizio del capitalismo
Delegittimiamo le istituzioni rappresentative borghesi, creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo

Documento della Cellula “Vesuvio Rosso” del PMLI
Domenica 5 giugno si svolgeranno le elezioni amministrative in oltre 1.300 comuni su circa 8.000, tra questi quelli di Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli. Le diverse correnti della borghesia si disputeranno le dorate poltrone comunali per difendere i rispettivi interessi e quellidel capitalismo e per opprimere e sfruttare le masse lavoratrici e popolari. L’alternarsi al governo delle città, come al governo nazionale, della destra e della “sinistra” della borghesia, ha oramai ampiamente dimostrato come non vi sia una sostanziale differenza tra di esse. Borghesi di destra possono capeggiare addirittura entrambi gli schieramenti: le masse non hanno quindi nulla da guadagnare dalla vittoria dell'una o dell'altra coalizione borghese.
Il PMLI, nemico acerrimo della borghesia e del capitalismo, combatte tutte le liste borghesi in corsa, comprese quelle che si pongono a sinistra del PD, perché anch'esse sono al servizio del capitalismo, e invita l'elettorato a fare altrettanto non votandole. Sul piano elettorale, nelle attuali condizioni, gli sfruttati e gli oppressi, le masse popolari, chiunque subisce angherie, soprusi e ingiustizie da parte dei governi comunali, regionali e nazionale, i giovani a cui è precluso un avvenire, per farsi sentire, per protestare, per far valere le proprie ragioni, per penalizzare i partiti e le istituzioni borghesi, non hanno altra scelta che astenersi, disertando le urne, oppure annullando la scheda o lasciandola in bianco.
Il PMLI sostiene tatticamente l'astensionismo elettorale e invita le astensioniste e gli astensionisti, in particolare quelli di sinistra, a qualificare politicamente il loro astensionismo considerandolo come un voto dato al PMLI e al socialismo. Il socialismo, poiché è la sola società che assicura il potere politico al proletariato, è l'unica vera alternativa al capitalismo; tutte le altre proposte, comprese quelle predicate da ben noti imbroglioni politici travestiti da comunisti, come Marco Rizzo, pubblicizzato dai media borghesi e persino da Radio Vaticana, sono tutte interne al capitalismo. Perdurando il capitalismo, come dimostrano la storia e i fallimenti delle amministrazioni “arancioni”, rappresentati dal neopodestà uscente De Magistris, e pentastellate, con il candidato a sindaco l’ingegnere Brambilla uscito fuori dalle contestatissime “comunarie”, è impossibile che i comuni siano governati dal popolo e al servizio del popolo, perché restano inevitabilmente succubi della volontà e degli interessi dei grandi capitalisti, locali come nazionali, vincolati alle leggi dello Stato borghese, sottoposti ai governi di livello superiore e esecutori locali delle loro politiche di lacrime e sangue. Solo il socialismo può consentirlo attraverso un sistema elettorale che emargina la borghesia e dà tutto lo spazio al proletariato e al popolo.
Le istituzioni rappresentative borghesi, di cui fanno parte i consigli comunali, sono le coperture “democratiche” della dittatura borghese e la loro funzione è quella di carpire il consenso elettorale e il sostegno del popolo, illudendolo che il suo voto ai partiti che ne fanno parte può incidere sulle scelte governative e può migliorare le proprie condizioni.
La vittoria dell'astensionismo, soprattutto a Napoli dove, sotto mentite spoglie, si sperimenta il “partito della nazione” con la candidata a sindaco ed ex assessore al Turismo della giunta della DC Iervolino, l’attuale deputata renziana PD Valeria Valente, fortemente sostenuta dall’UDC del ministro dell’Interno Alfano, darebbe un colpo durissimo al governo del nuovo Mussolini Renzi che sta completando il regime neofascista preconizzato dalla P2 e realizzato da Berlusconi; che sta seguendo le orme nazionaliste, colonialiste e interventiste di Mussolini, coinvolgendo l'Italia nelle guerre imperialiste per la spartizione del Medio Oriente e del mondo; che ha ulteriormente aggravato le condizioni di vita e di lavoro delle masse lavoratrici e popolari, con il Jobs Act, la “Buona Scuola”, lo “Sblocca Italia” che peggiora la vivibilità delle città dando il via libera a cementificazione e inceneritori, la controriforma dei Beni culturali per smantellare ogni tutela pubblica sul patrimonio archeologico, storico, artistico e paesaggistico italiano, che andrebbe invece valorizzato, e spianare la strada alla speculazione privata interna e internazionale.
Nessuno dei 7 candidati a sindaco merita la fiducia del proletariato e delle masse popolari che devono seppellire i loro programmi antipopolari nelle urne elettorali tramite l’astensionismo. Nessuna fiducia può essere data al neopodestà De Magistris che, rispetto alle scorse elezioni amministrative del 2011, si fa forte dei voti dichiarati dei massoni e dei trotzkisti, ma sconta un quinquennio fallimentare sul fronte del lavoro, del risanamento dei quartieri popolari, dilaniati dalle nuove e sanguinose faide di camorra, della raccolta differenziata porta a porta, ferma al 28%, dei “beni comuni” e delle assemblee rappresentative di cui non si ha traccia alcuno nel suo mandato. Una candidatura che proietta l’ex pm a destra e manca tentativo, tramite la sua associazione “DemA” votata al federalismo municipale e il ricompattamento dei rottami sparsi della “sinistra” borghese non soddisfatta del PD, di rilanciarsi alle prossime elezioni politiche del 2018.
Non può essere data fiducia a Valeria Valente, forte del sostegno di Renzi e Alfano, alle prese con le beghe interne con l’ex governatore della Campania e rinnegato del comunismo Bassolino, che ha già assaggiato la rabbia delle masse popolari venendo cacciata dal corteo del 25 Aprile e isolata dai manifestanti. Tra l’altro il suo partito, il PD, sconta una vergognosa opposizione di carta all’attuale giunta arancione antipopolare tale è il disinteresse dimostrato nei cinque anni al punto che non c'è stato neppure un episodio significativo di critica all’esecutivo guidato da De Magistris. Piuttosto dobbiamo registrare che nella più grande città del Mezzogiorno, dopo il plateale sostegno di Ala del plurinquisito Verdini alla Valente, esordisce in queste elezioni il famigerato Partito della Nazione perseguito da Renzi.
Men che meno può essere data fiducia al candidato della casa del fascio l’imprenditore Gianni Lettieri, che ha imbarcato anche il fascista Marco Nonno, uno dei referenti politici dei nazifascisti di Casapound a Napoli, e ha condotto una campagna elettorale attaccando la città di Napoli con manifesti zeppi di improperi, calunnie e falsità di qualsiasi tipo. Città che solo lui nella sua megalomania, novello “uomo della provvidenza”, potrà risollevare. Lettieri sconta, in realtà, un totale di assenze in consiglio comunale (79 su 142) che la dice lunga sui reali interessi del suo raggruppamento.
Dilaniato dalle lotte interne scoppiate dopo il “caso Quarto” e incancrenitesi con le “comunarie”, il Movimento 5 Stelle propone il candidato Matteo Brambilla dopo aver svolto una opposizione nulla all’esecutivo arancione- Ciò ha determinato la spaccatura della base del movimento con molti degli attivisti finiti in tribunale per far valere i loro diritti contro i leader pentastellati.
Restano gli ultimi candidati fascisti come Marcello Taglialatela per Fratelli d’Italia, e il sindacalista Cisl Luigi Mercogliano (ex mazziere del gruppo nazifascista “Area” attivo a Napoli negli anni Novanta) a capo della coalizione “Popolo della famiglia” di Mario Adinolfi, alfiere del famigerato “Family day”, che, viste le residue forze, cercheranno un apparentamento al ballottaggio probabilmente con Lettieri.
Alla ricetta riformista del “comune dei beni comuni” con la partecipazione solo consultiva e assolutamente non incisiva del popolo napoletano, contrapponiamo sul piano politico e organizzativo le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta. Da tempo proponiamo, infatti, all’elettorato di sinistra fautore del socialismo - quindi anche a chi non è astensionista -, di creare in tutte le città e in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari che devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti – compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni – che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e disposti a combattere politicamente e elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime. Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale. I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini – eleggibili fin dall'età di 16 anni – devono essere rappresentati in maniera paritaria. I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale devono rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale.
Due sono i punti principali del nostro programma immediato: il lavoro a tutti i disoccupati e il risanamento delle periferie urbane di Napoli. Altrimenti la lotta alla camorra è solo una parola vuota.

11 maggio 2016