Grande successo del boicottaggio dei test Invalsi
occupare le scuole contro le Inaccettabili ritorsioni sugli studenti

 
Sono state un autentico successo le iniziative per il boicotaggio dei test Invalsi, svoltisi nelle scuole superiori il 12 maggio. Il boicottaggio era stato proclamato da tutte le organizzazioni studentesche, assistite dallo sciopero indetto da Cobas, Unicobas e Gilda.
In diversi istituti di tutta Italia si sono raggiunti picchi di astensione dalla compilazione delle prove che hanno raggiunto anche il 90%, in generale è stato superato il 30%, in molte scuole anche il 50%. Boicottaggio quasi totale al liceo “Darwin” di Palermo, con il 95%. Le studentesse e gli studenti si sono rifiutati in massa con assenze strategiche, lasciando in bianco la prova, scarabocchiandola anche con frasi ironiche o di protesta e inscenando flash mob. I sindacati di base hanno manifestato sotto al Miur di viale Trastevere.
Quelli sopra esposti sono numeri che dovrebbero indurre il governo a ripensare questa inutile concorrenza fra scuole, sempre meno accettata da studenti e docenti, ma Renzi e Giannini, manco a dirlo, fanno orecchie da mercante e non ritengono nemmeno che valga la pena commentare il dato. Anzi, balena anche la possibilità di estendere gli Invalsi alle prove di maturità.
Ricordiamo che gli Invalsi (sigla che sta per Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione) sono test teoricamente anonimi a crocette che avrebbero il compito di valutare la preparazione degli studenti scuola per scuola. Essi sono una delle peggiori espressioni dell'aziendalizzazione e irregimentazione della scuola pubblica principalmente per due motivi. In primo luogo si tratta di test standardizzati a livello nazionale, quindi non tengono conto delle differenze fra le varie scuole e nemmeno della provenienza sociale e culturale degli studenti, discriminando di conseguenza quelli provenienti dalle famiglie più povere e i migranti. In secondo luogo i risultati degli Invalsi vengono tenuti in considerazione per la “valutazione” degli istituti, con premi per i “migliori”, facendo della scuola pubblica una sorta di catena di montaggio di nozioni preconfezionate che gli studenti devono imparare a memoria, senza la minima creatività e indebolendo la stessa libertà d'insegnamento.
Solo teoricamente anonimi, dicevamo, perché l'UdS (Unione degli Studenti) e altre organizzazioni studentesche stanno denunciando inaccettabili ritorsioni delle autorità scolastiche contro gli studenti che si sono astenuti dalla compilazione dei test, mettendo note sul registro di classe o sospendendo singoli o addirittura interi gruppi, violando palesemente il loro anonimato, per non parlare del sacrosanto diritto di non prendere parte alle prove. Contro questa repressione di stampo neofascista le studentesse e gli studenti hanno tutto il diritto di opporsi occupando le scuole fino al ritiro delle misure disciplinari nei loro confronti.

18 maggio 2016