Viva e combattiva manifestazione No Muos a Niscemi
3mila NO al sistema di comunicazione satellitare di contrada Ulmo e all'imperialismo di Italia, Usa e Ue
Diffuso il volantino del PMLI “Via il Muos, il traditore Crocetta e la base di Sigonella! Spazzare via il governo del nuovo duce Renzi”

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Un lungo serpentone No Muos ha percorso le strade del centro cittadino di Niscemi (Caltanissetta), nel pomeriggio di domenica 15 maggio. La manifestazione nazionale No Muos, nonostante la sentenza del CGA – pronunciatosi lo scorso 6 maggio in merito al ricorso del ministero della Difesa contro la decisione del Tar di Palermo del febbraio 2015 che aveva annullato tutte le autorizzazioni della Regione, imponendo il blocco dei lavori e che afferma che il Muos non mette a rischio la salute dell’uomo e della fauna che popola la zona – frutto di rilevazioni sugli effetti delle parabole eseguite da “esperti” di regime, ha visto la partecipazione di vari comitati antimilitaristi, organizzazioni e associazioni pacifiste, partiti e collettivi politici e studenteschi provenienti da città come Caltagirone, Caltanissetta, Catania, Messina, Palermo, Ragusa, Modica, Enna, Piazza Armerina. Erano presenti altre delegazioni: No inceneritore proveniente da San Filippo del Mela (Messina), No Tav dalla Val di Susa e No Frontex. Relativamente pochi erano i niscemesi.
Circa 3mila manifestanti, con in testa le combattiva Mamme No Muos, hanno animato il corteo aperto dallo striscione “Unica sentenza Resistenza”. Altri striscioni recitavano: “Per il diritto alla salute dei bambini di Niscemi. Per il diritto alla pace dei bambini in Palestina”, “Difendere la propria terra per un futuro senza basi di guerra”, “La Sicilia non è zona di guerra”, “Uncle Sam, don’t bake people” (Zio Sam, non cuocere il popolo), “Italia serva degli Usa”. Molti gli slogan lanciati, tra i quali: “Chiudono le scuole e pure gli ospedali, ci lasciano soltanto le basi militari!”, “I popoli in rivolta scrivono la storia, No Muos fino alla vittoria!”, “Yankee go home!”, “La Sicilia non è zona di guerra, fuori la Nato dalla nostra terra”.
L’attenzione dei presenti, inoltre, si è spesso concentrata sul PD, “vero responsabile di queste storture, questa combriccola asservita ai mercanti di armi, che sta facendo pagare queste schifezze a Niscemi, alla Sicilia, al popolo tutto”, come affermato da un manifestante.
Il PMLI era presente al corteo e ha condiviso la piattaforma di indizione della manifestazione nazionale No Muos che, a firma del Coordinamento regionale dei comitati No Muos, affermava: “Da anni il più potente esercito del mondo, in combutta con lo Stato italiano e con la complicità serva della Regione Siciliana, tenta di imporre l’ennesima opera militare a un territorio che la respinge in quanto strumento di guerra e di morte.
Da anni un movimento di attivisti, con la complicità solidale di un'intera popolazione, si oppone ad un eco-MUOStro che è elemento chiave di un ampio disegno guerrafondaio. E che comporta rischi concreti per la salute e per l’ambiente. Come se non bastasse, il Muos è anche illegale e abusivo.
Nonostante gli scettici e gli oppositori a parole, questa lotta è riuscita fino ad oggi a bloccare la messa in funzione del MUOS. Ha fatto inciampare la Marina USA e i governi italiano e regionale nella ragnatela di imbrogli che essi stessi hanno tessuto. Ricordiamo che il MUOS è sotto sequestro da oltre un anno. Per questi motivi il movimento NO MUOS è diventato un esempio di resistenza e incoraggia decine di movimenti in altre località.
C’è una gran fretta di sbloccare il MUOS, perché - a partire dal Mediterraneo e dal Medio Oriente - i conflitti per il controllo delle risorse del pianeta non possono aspettare. Per il governo USA e la NATO, per il governo italiano e l’UE, il MUOS e la guerra hanno la priorità sul benessere delle popolazioni, sui servizi sociali, sui diritti e le conquiste dei lavoratori, destinati ad essere vittime sacrificali della macchina succhia soldi militarista.
Per questo la mobilitazione non può e non vuole arrestarsi. E qualunque sia l'esito dei giudizi legali in corso, al CGA di Palermo o alla Procura di Caltagirone, noi non ci fermeremo. L'unico giudizio che per il movimento NO MUOS conta è quello popolare. L’unico fattore che può costringere l’esercito americano occupante Niscemi e la Sicilia a smobilitare, sarà la mobilitazione popolare permanente.
La ragione è dalla nostra parte. Presto lo sarà anche la vittoria”.
Le compagne e i compagni della Cellula “Stalin” della provincia di Catania e dell’Organizzazione di Caltagirone del PMLI hanno diffuso centinaia di copie del volantino “Via il Muos, il traditore Crocetta e la base di Sigonella! Spazzare via il governo del nuovo duce Renzi!” e varie copie de Il Bolscevico . Al megafono hanno più volte affermato che il Muos fa parte del complessivo devastante progetto renziano del massimo profitto capitalista da ottenere sul piano nazionale con l'imposizione del Jobs Act, l'abolizione dell'articolo 18, lo “Sblocca Italia”, la “Buona scuola”, la legge ultra maggioritaria Italicum, la controriforma del Senato e sul piano internazionale con la promozione di sistemi militari d'aggressione imperialista e rapina ai danni dei popoli (a partire dalla Libia). Per questo il nuovo duce Renzi va tenuto sotto tiro politico fino a chiudere i conti con lui, spazzando via il suo governo, insieme a quello del traditore Crocetta, da sempre a favore del Muos. I marxisti-leninisti siciliani presenti in piazza si sono appellati soprattutto ai giovani affinché questi siano i primi a battersi contro il Muos, ma anche contro il precariato e l’emigrazione a cui molti di essi sono destinati, per il lavoro, il diritto allo studio, all’abitare, alla sanità, all’acqua pubblica nel Mezzogiorno.
La manifestazione si è conclusa in piazza Vittorio Emanuele – da dove aveva preso il via – dopo gli interventi di alcuni manifestanti.
Il No al sistema di comunicazione satellitare di contrada Ulmo proseguirà il prossimo 20 maggio a Caltagirone, in occasione del processo penale contro alcuni dei responsabili della costruzione del MUOS, definita abusiva dal Tribunale calatino che, dopo la decisione del Tar di Palermo nel febbraio del 2015, nell’aprile dello stesso anno ha imposto il sequestro dell’impianto.

18 maggio 2016