Pubblicati da Greenpeace le pagine segrete della trattativa tra Usa e Ue su commercio e investimenti
Rivelati i documenti su TTIP
Rischi per lavoro, ambiente e clima

 
La manifestazione nazionale del 7 maggio a Roma ha tra l'altro riacceso le attenzioni sul TTIP, il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti oggetto delle trattative segrete tra Usa e Ue in corso da tre anni, e sulla necessità di combatterlo per i conseguenti rischi per lavoro, ambiente e clima che ne deriverebbero. Le ragioni dei "no" e i motivi delle campagna di "Stop TTIP" sono risultati ancora più chiari dopo la pubblicazione, di poco precedente alla manifestazione, da parte di Greepeace Olanda che ha ottenuto alcuni documenti riservati sulle trattative e li ha diffusi su un sito dedicato.
“Cadranno protezioni su ogm e carne trattata con ormoni”, denuncia Greenpeace, se nell'armonizzazione prevarrà la normativa Usa basata sul principio dell’evidenza scientifica, in base alla quale un prodotto può essere venduto senza problemi fino a quando qualcuno non dimostri la sua nocività. Nella Ue vige il principio di precauzione, quello che prevede che prima di vendere un prodotto, l’azienda debba provare l’assenza di rischi nella sua commercializzazione. Prodotti ogm e carne agli ormoni girano lo stesso per l'Europa nonostante che il principio di precauzione sia scritto persino nel Trattato Ue; se prevale la regola Usa, dilagheranno.
Riguardo la tutela ambientale, sottolinea Greepeace, “nessuno dei capitoli che abbiamo visto fa alcun riferimento alla regola delle Eccezioni Generali. Questa regola, stabilita quasi 70 anni fa, compresa negli accordi Gatt (General Agreement on Tariffs and Trade) della World Trade Organisation permette agli stati di regolare il commercio ‘per proteggere la vita o la salute umana, animale o delle piante’ o per ‘la conservazione delle risorse naturali esauribili'”. “L’omissione di questa regola suggerisce che entrambe le parti stiano creando un regime che antepone il profitto alla vita e alla salute umana, degli animali e delle piante”, denuncia l’associazione ambientalista che in aggiunta nota come nonostante l’allarme lanciato dall’ultima conferenza di Parigi “non c’è alcun riferimento alla protezione del clima nei testi ottenuti”.
Altre parti dei documenti pubblicati riguardano le pressioni Usa che minacciano ritorsioni sul mercato dei componenti dell’auto nel caso l'Ue non ceda sugli ostacoli all'importazione dei prodotti agricoli, o nel caso degli appalti pubblici dove la delegazione di Washington esige che le norme frutto dell’accordo tra le due parti siano oggetto di misure vincolanti sia a livello Ue che dei suoi Stati membri mentre non offre la stessa garanzia per quanto riguarda i singoli Stati americani.
Nella "guerra dei vini" la Ue a difesa dei propri Dop e Doc vorrebbe che un produttore americano non possa usare a piacimento in modo generico 17 denominazioni di vini Ue come gli italiani Chianti e Marsala, il greco Retzina, l’ungherese Tokaj, il portoghese Madeira, lo spagnolo Malaga e i francesi Chablis, Sauterne e Champagne. Gli Usa non vorrebbero vincoli all'uso delle denominazioni.
La commissaria Ue al Commercio Cecilia Malmstrom ha tentato di minimizzare quanto rivelato dai documenti pubblicati da Greenpeace sostenendo che non si tratta di “testi consolidati”, non è “il risultato” del negoziato ma solo “l’insieme delle posizioni dei due lati negoziali ed è normale che entrambe le parti di una trattativa vogliono raggiungere il numero maggiore possibile di propri obiettivi”. Michael Froman, rappresentante americano per il Commercio, ha liquidato le rivelazioni di Greenpeace come “nel migliore dei casi fuorvianti e nel peggiore completamente sbagliate“.
La Malmstrom ha assicurato che “nessun accordo commerciale ad opera della Ue abbasserà mai il nostro livello di tutela dei consumatori, o della sicurezza alimentare, o dell’ambiente. Non cambieranno le nostre leggi in materia di ogm, o sul nostro modo sicuro di produrre carne di manzo, o il modo di proteggere l’ambiente. Qualsiasi accordo commerciale potrà solo cambiare i regolamenti per renderli più forti”. Più forti a vantaggio di chi? Delle multinazionali che spesso hanno fatturati superiori ai bilanci dei singoli Stati e un potere contrattuale certamente più forte per imporre i loro interessi, dietro la logica della libertà di mercato. Se così non fosse perché negoziati di tale importanza e che durano da tre anni continuano a restare segreti?.

18 maggio 2016