Roma
60 mila pensionate e pensionati invadono piazza del Popolo per rivendicare diritti e dignità
Cgil e UIL Pronti allo sciopero generale

Il 19 maggio scorso con lo slogan “A testa alta: tutti insieme per rivendicare diritti e dignità dei pensionati", in ben 60 mila hanno invaso Piazza del Popolo a Roma, per la manifestazione nazionale indetta da Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil. Senza badare a sacrifici e acciacchi decine di migliaia di pensionate e pensionati sono partiti da ogni parte della penisola, in alcuni casi anche nella notte, decisi a lottare per il rispetto di diritti oggi negati. “Saremo anche vecchi ma non siamo ancora morti, ha commentato Clara, di Oristano, che poi con fierezza aggiunge: "e continueremo a lottare anche per i nipoti”.
Con questa bella prova di forza sindacale le pantere grigie son tornate a rivendicare al governo Renzi e al parlamento la tutela del potere di acquisto delle pensioni e il recupero del danno prodotto dal blocco della rivalutazione; la difesa delle pensioni di reversibilità; la separazione tra previdenza e assistenza; la parificazione fiscale tra pensionati e dipendenti, e non ultimo l’estensione degli 80 euro alle pensioni più basse. Ma i pensionati chiedono anche la modifica delle legge Fornero per facilitare la flessibilità in uscita e permettere l'entrata dei giovani nel mondo del lavoro; maggiori risorse per l'invecchiamento della popolazione e una legge quadro per la non autosufficienza.
Si chiede poi al governo la ripresa immediata del tavolo di confronto avviato 18 mesi fa e poi bruscamente interrotto con il ministro Poletti per "trovare insieme le soluzioni alle situazioni di difficoltà di milioni di pensionati italiani che, oramai da anni, sono il bersaglio di una politica che specula sulla loro pelle solo per fare cassa".
A riprova che i pensionati sono la fetta di popolazione più tartassata dagli ultimi governi vi è una ricerca dello Spi Cgil da cui risulta che, fra tasse e blocco della rivalutazione degli assegni, i pensionati italiani versano allo Stato 70 miliardi di euro l’anno: circa 60 miliardi al fisco, di cui 50 di Irpef e 10 fra addizionali regionali e comunali. E poi ci sono i 10 miliardi recuperati dalle pensioni superiori a tre volte il minimo (1.500 euro lordi), per l’effetto trascinamento del blocco della rivalutazione 2012-2013.
Il risultato è che i pensionati versano al fisco 3 miliardi in più rispetto ai lavoratori attivi, che beneficiano di maggiori detrazioni fiscali e degli 80 euro. Un pensionato con un assegno da 1.000 euro al mese paga 1.207 euro in più all’anno rispetto ad un lavoratore; 1.260 euro in più per chi prende 1.200 euro, e 1.092 euro in più per chi ne prende 1.600. “Sono problemi – osserva Ivana Galli della Flai Cgil, anch’essa in piazza – sui quali vanno individuate risposte concrete che possano rimediare ai danni causati dalla riforma Fornero. Di certo non possono essere i pensionati e i lavoratori più deboli a pagare ulteriormente per scelte sbagliate della politica”.
Sul palco dei comizi i segretari generali di categoria, per Spi, Ivan Pedretti, per Fnp Gigi Bonfanti, per Uilp Romano Bellissima. Oltre ai segreterari generale di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. E proprio da questa piazza, Cgil e Uil hanno annunciato che senza risposte univoche da parte del governo, che incontreranno il prossimo 24 maggio, si sta già valutando uno sciopero generale. Molto più cauta e pompiera la Cisl, che per bocca della sua segretaria generale ha detto che “prima di scioperare bisogna parlare dei contenuti” (sic!). Speriamo che i primi due non sbrachino per l'ennesima volta e che la montagna non partorisca il classico topolino. E' da tempo che sono mature e improcrastinabili le ragioni per indire come minimo uno sciopero generale nazionale di 8 ore con manifestazione a Roma. Una mobilitazione di massa di tutto il mondo del lavoro che già giungerebbe con abissale ritardo rispetto al devastante attacco ai diritti dei lavoratori condotto dal governo del nuovo Mussolini Renzi, e dai precedenti governi. E per capirlo, basta guardare Oltralpe, dove da settimane la classe operaia e le masse lavoratrici francesi si stanno battendo come leoni contro il governo Hollande che vuole imporre una sorta di Jobs act in salsa francese.
 

25 maggio 2016