La flotta dell'Ue pronta a entrare nelle acque territoriali libiche

 
“Il primo ministro libico Sarraj ha scritto per richiedere un rapido sostegno dall'Ue per contribuire all'addestramento della Marina e della Guardia Costiera libica, così come dei servizi di sicurezza” dichiarava l'alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea (Ue) Federica Mogherini il 22 maggio alla vigilia della riunione a Bruxelles del Consiglio Affari Esteri; “questo è uno sviluppo importante” annunciava con soddisfazione dato che da mesi l'Ue attendeva una richiesta formale di questo tipo per poter intervenire militarmente in maniera ufficiale, con tutti i crismi della legalità imperialista in Libia. La Mogherini assicurava che avrebbe discusso della richiesta libica “con i ministri nel Consiglio di domani con l'obiettivo di essere operativi al più presto”.
E puntualmente il 23 maggio i ministri degli esteri dei 28 riuniti a Bruxelles decidevano di estendere di un anno l'Operazione Sophia che sarebbe dovuta finire a luglio e di ampliarla per quanto riguarda il contrasto al traffico dei migranti con il compito di addestrare la guardia costiera e la marina libica. La missione della Ue avrà maggiori compiti riguardo anche “allo scambio di informazione e alla messa in atto dell’embargo Onu sulle armi in acque internazionali al largo delle costa della Libia”.
La missione Sophia avviata nel giugno del 2015 con la partecipazione di 24 paesi,
può contare attualmente sulla portaerei Cavour, quattro fregate, sette aerei e 1.500 militari comandati dall'ammiraglio italiano Enrico Credendino che operano in acque internazionali a ridosso delle acque territoriali libiche per combattere i trafficanti di uomini. In mare chi è in difficoltà va salvato, ricordava l'ammiraglio Credendino, “anche se la nostra missione è un'altra: dobbiamo smantellare il modello di business degli scafisti. E per farlo in modo efficace bisogna andare in Libia”. Accogliendo la richiesta di aiuto del primo ministro Fayez Sarraj per formare la guardia costiera libica la Ue può cominciare a mettere ufficialmente un piede militare in Libia.
Spiegava Credendino che “la Libia è una Somalia nel cuore del Mediterraneo: solo con la stabilizzazione del paese potremo bloccare i trafficanti. Il nuovo governo sta facendo i primi passi in questa direzione e la rinascita della guardia costiera sarà un segnale importante. In quattordici settimane possiamo formare i primi cento uomini, in acque internazionali, trasformando una nostra nave in scuola. Inoltre ci sono otto vedette pronte alla consegna, che erano state allestite dall'Italia per il governo libico prima dello scoppio della guerra civile. Certo, avremo bisogno di nuovi mezzi e personale qualificato ma, quando arriverà l'ordine definitivo da Bruxelles, potremo muoverci in tempi brevi: in tre-quattro mesi i libici saranno in grado di agire autonomamente”. E una volta costituita una guardia costiera libica efficiente, “sarà possibile passare alla nuova fase dell'operazione e condurre insieme a loro la caccia agli scafisti nelle acque territoriali, dopo l'autorizzazione dell'Onu”. La Ue imperialista sarà finalmente in azione nelle acque territoriali libiche, con l'avallo dell'Onu ovviamente.

1 giugno 2016