A Bologna i votanti calano dell’11,48%
Vola l’astensionismo nei comuni dell’Emilia-Romagna
Bologna e Ravenna al ballottaggio

Dal nostro corrispondente dell'Emilia-Romagna
Alle elezioni comunali del 5 giugno l’affluenza nei 3 capoluoghi di provincia chiamati al voto in Emilia-Romagna, Bologna, Ravenna e Rimini, l'affluenza è stata più bassa della media nazionale, che ha registrato il 61,93% (era il 67,42% alle precedenti elezioni).
A Bologna ha votato solo il 60,07%, (2,80% le bianche e le nulle sui voti validi) contro il 71,55% delle precedenti comunali, quindi -11,48%.
Il sindaco uscente, e ricandidato dal PD, Virginio Merola ha raccolto il 39,6% sui voti validi (5 anni fa venne eletto al primo turno) e dovrà vedersela al ballottaggio con la candidata fascio-leghista Lucia Borgonzoni che ha raccolto il 22,2% e che al ballottaggio potrebbe intercettare numerosi voti del M5S che con Massimo Bugani si è fermato 16,7%, ed anche il 10,4% dell’ex leghista Manes Bernardini, mentre Merola potrebbe intercettare una parte del 7% raccolto da Federico Martelloni (Sel) candidato di Coalizione civica drenando in parte l’astensionismo a sinistra.
Il PD ha preso il 35,5% (40.000 voti in meno), il risultato più basso della sua storia a Bologna e rischia di riperdere una delle sue città simbolo, segno che le masse non sono più disposte a dare carta bianca alla “sinistra” borghese che viene punita con un astensionismo sempre più alto.
Anche a Rimini l’affluenza è crollata dal 68,30% al 58,67% (3% le bianche e le nulle sui voti validi).
Qui il candidato del PD, il sindaco uscente Andrea Gnassi, è stato eletto al primo turno avendo ottenuto il 57% dei volti validi (il PD ha preso solo il 33,4%) contro il candidato del “centro-destra” Marzio Pecci che ha preso il 26%.
A Ravenna si sono recati al voto in 75.506 su 123.248, il 61,28% degli aventi diritto (3% le bianche e le nulle sui validi) contro il 71,98% delle elezioni precedenti.
Il nuovo sindaco si deciderà al ballottaggio del 19 giugno dove se la vedranno il candidato PD Michele De Pascale che ha raccolto il 46,5% dei voti validi (il precedente sindaco Matteucci del PD venne eletto al primo turno col 55%) contro il 28% di Massimiliano Alberghini del “centro-destra”.
Sia a Rimini che a Ravenna potrebbero giocare un ruolo decisivo i voti del M5S che al primo turno non avevano presentato una lista “ufficiale” ma 2 liste separate che non avevano ricevuto la “certificazione” da Beppe Grillo.
Nelle città dell’Emilia-Romagna dove è presente, il PMLI continuerà a propagandare l’astensionismo elettorale anche in vista del ballottaggio del 19 giugno per delegittimare, indebolire, disgregare anche attraverso l'astensionismo cosciente, anticapitalista, antifascista, antirazzista, antiomofobo le istituzioni rappresentative borghesi. Contro di esse, però, l'astensionismo elettorale non basta, occorre combatterle ogni giorno unendosi in un organismo politico di massa. Per questo il PMLI propone all'elettorato di sinistra, anche a chi non è astensionista ma vuole il socialismo, di creare in tutte le città e in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.

8 giugno 2016