Mentre è bombardato dagli aerei degli imperialisti americani, francesi e russi
Lo Stato islamico attaccato dai curdi in Siria e dal governo fantoccio in Iraq

 
Il 25 maggio alcuni aerei della coalizione imperialista internazionale a guida Usa partiti dalla base di Incirlik nel sud della Turchia colpivano obiettivi nello Stato islamico (IS) a nord della città di Raqqa, la capitale dell'IS in Siria. Jet e droni sganciavano bombe a guida laser per aprire la strada all'offensiva di terra lanciata il giorno prima dall'Alleanza delle forze democratiche siriane (Sdf, nella sigla inglese), l'appena formata coalizione fra gruppi armati arabi, assiri e turkmeni e i curdi siriani delle Unità di Difesa del Popolo (Ypg) dell'autoproclamato sistema democratico federale per il Rojava/Siria settentrionale.
Quasi in contemporanea l'IS era attaccato in Iraq dall'esercito del governo fantoccio di al-Abadi. Obiettivo dell'offensiva militare governativa era la città di Falluja che fa parte dell'IS dall'inizio del 2014; la città simbolo della resistenza sunnita all’occupazione statunitense e ripresa dai marines dopo lunghi combattimenti casa per casa e grazie al largo uso delle proibite armi al fosforo. In pochi giorni l'esercito di Baghdad conquistava una ventina di villaggi nell'area circostante la città e dal 3 giugno la metteva sotto assedio con gli almeno 50 mila abitanti rimasti.
Uno svolgimento simile aveva l'offensiva su Raqqa dei 30 mila uomini delle forze della Sdf che già il 26 maggio potevano registrare alcuni successi con la presa della cittadina di Ayn Issa e di una decina tra villaggi e fattorie; vittorie ottenute anche grazie alla copertura aerea della coalizione imperialista a guida Usa. E probabilmente anche col contributo dei reparti scelti americani, una parte dei marines inviati nel nord del paese da Obama in qualità di "addestratori", mostrati in alcune foto sui loro mezzi cingolati con addosso uniformi con le insegne dell’Ypg.
Secondo il rappresentante del Partito dell'unione democratica curda della Siria (Pyd) nel Kurdistan iracheno Raqqa diventerà parte del sistema democratico federale di Rojava e Siria del Nord "dal momento che l'assalto a Raqqa è stato effettuato dalle Forze siriane democratiche guidate dai curdi, ha senso che dopo la sua riconquista, la città diventi una parte del sistema federale democratico creato da noi nel nord della Siria".
Per affermare i loro sacrosanti diritti le forze curde del Pyd/Ypg forniscono le truppe che mancano alla coalizione imperialista a guida Usa per combattere lo Stato islamico; col rischio che il sistema federale definito dai curdi siriani finisca in seguito stritolato nell'abbraccio dell'oggi alleato imperialismo americano con la Turchia di Erdogan.
Il governo siriano, affermava il rappresentante del Pyd, non può fare nulla per opporsi all'inserimento della città nel sistema federale curdo visto che "l'esercito siriano non è riuscito a fare nulla contro i terroristi a Raqqa", e precisava che l'esercito siriano non prendeva parte all'offensiva per riprendere la città. E infatti le forze governative siriane intervenivano per conto proprio solo il 4 giugno e, sostenute dall’aviazione russa, entravano nella provincia di Raqqa dalla vicina provincia di Hama che controllano. Era l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria che riferiva di come reparti speciali siriani, addestrati da militari russi e conosciuti come i “falchi del deserto”, puntassero alla conquista della città di Tabqa dove ha sede una diga sull’Eufrate.
Intanto nell'offensiva della Sdf su Raqqa, Washington mostrava senza remore la sua partecipazione con aerei e reparti speciali, dopo aver rifiutato la collaborazione delle forze russe (che tuttavia partecipavano ai bombardamenti) oltre che quelle del suo "nemico" Assad. Per Obama i negoziati sul futuro della Siria contano fino a un certo punto; dopo l'estate il dopo Assad dovrà essere messo in pratica con o senza l’assenso del presidente siriano e dei suoi alleati russi e iraniani. La presa della capitale in Siria dell'IS diventa un passaggio decisivo per determinare un'area nel nord e nell’ovest della Siria destinati sembra all’autonomia dei curdi e al controllo dell’opposizione siriana “moderata”, sponsorizzata dagli Usa. Ne risulterebbe uno spezzettamento della Siria tra le potenze imperialiste in questo caso in concorrenza tra loro, seppur unite contro lo Stato islamico.

8 giugno 2016