Viva la lotta delle masse lavoratrici e studentesche francesi contro la controriforma della legge del lavoro

 
Con lo sciopero di 48 ore dei ferrovieri del 31 maggio, e quello dei lavoratori della metropolitana parigina dell'1 giugno è iniziato il quarto mese di proteste contro la Loi Travail (Legge del lavoro), la controriforma della legge del lavoro che negli obiettivi del presidente Francois Hollande e del premier Manuel Valls punta a rendere ancora più precario il lavoro, a facilitare i licenziamenti, a estendere l'orario di lavoro e a depotenziare i contratti nazionali o di settore a favore di quelli aziendali come vuole il Medef, la Confindustria francese.
Alle manifestazioni contro le misure sulla precarietà partite agli inizi di marzo da parte degli studenti si sono unite quelle dei lavoratori con scioperi fino al blocco dei trasporti, al blocco delle raffinerie e agli scioperi a oltranza promossi dalle principali organizzazioni sindacali e studentesche, salvo quelle vicine ai socialisti di Hollande e Valls. Lavoratori e studenti francesi hanno riempito le piazze per chiedere il ritiro della Loi Travail, molto simile al Jobs act di Renzi; il premier Manuel Valls rispondeva dichiarando guerra ai lavoratori e alle mobilitazioni inviando la polizia a sgomberare le raffinerie bloccate e a pestare ripetutamente i manifestanti nelle piazze.
Il braccio di ferro continuava con una miriade di manifestazioni che fanno onore alla determinazione nella lotta delle masse lavoratrici e studentesche francesi che hanno respinto pure i tentativi del governo di dividere il fronte nemico con parziali e non sostanziali modifiche al testo di legge nel primo passaggio alla Camera. Un punto intoccabile della controriforma del lavoro è quello che riguarda la prevalenza del contratto aziendale su quello nazionale, che concede maggior potere ai padroni e che infatti è definita "la sola disposizione interessante dopo la riscrittura" del testo, dal presidente del Medef, Pierre Gattaz.
La controriforma della legge del lavoro voluta dai socialisti francesi fa parte dell'offensiva neoliberista della grande finanza e della borghesia nazionali e internazionali che vorrebbero approfittare della crisi economica per spazzare via tutti i diritti dei lavoratori. Lo conferma la posizione del Fondo monetario internazionale (Fmi) nella discussione in corso sulla concessione delle rate di aiuti finanziari alla Grecia. Tsipras e il governo di Syriza hanno accettato tutti i diktat della Ue e del Fmi ma sono ancora sotto esame perché il Fmi continua a chiedere la liberalizzazione dei licenziamenti collettivi nel settore privato, una nuova legge che imbrigli il diritto di sciopero assieme al ripristino del diritto alla serrata dei padroni che in Grecia era stata abolita nel 1982. Norme ancora più pesanti contro i diritti dei lavoratori nel paese dove più della metà dei pochi nuovi contratti sono precari o part-time e mentre moltissime società hanno imposto contratti aziendali o personali depotenziando il ruolo dei sindacati.
Sono le stesse linee guida della politica sul lavoro che dettano l'iniziativa del governo Renzi in Italia come quella di Hollande in Francia o di Michel in Belgio, contrastate dai lavoratori. In Italia tali misure sono passate quasi senza colpo ferire, dal macello sociale del governo Monti con la legge Fornero sulle pensioni al completamento dell'opera da parte di Renzi col Jobs Act, per una forte responsabilità da parte delle organizzazioni sindacali confederali che non hanno organizzato nessuna mobilitazione che potesse definirsi tale e hanno finito col collaborare col governo. Le rivolte in Francia e le proteste iniziate in Belgio sono un esempio da appoggiare e da seguire, sono parte della imprescindibile lotta delle masse lavoratrici e studentesche in difesa dei loro diritti attaccati dal padronato e dai governi al suo servizio, siano della destra che della "sinistra" borghese.
Dalle mobilitazioni dei lavoratori e degli studenti francesi contro la Loi Travail viene un esempio e una indicazione importantissima per la lotta di classe, in Italia, in Europa e in tutto il mondo, la conferma che è con la lotta di piazza che si difendono le condizioni di vita e di lavoro, che si accompagnano, rafforzandole, le possibili trattative sindacali. Senza la lotta di piazza, la sconfitta è quasi certa. Viva la lotta delle masse lavoratrici e studentesche francesi contro la controriforma della legge del lavoro.

8 giugno 2016