Intollerabile repressione fascista del senato accademico di Bologna
Sospesi per due mesi i contestatori del guerrafondaio Panebianco
Nell'università di Renzi e Giannini hanno diritto di parola solo i sostenitori della guerra di aggressione imperialista

Due mesi di sospensione da lezioni ed esami, con effetto immediato: è la punizione fascista inflitta il 24 maggio dal senato accademico dell'università di Bologna ai quattro studenti del Collettivo Universitario Autonomo “CUA”, iscritti a Scienze politiche, Giurisprudenza e Antropologia, che il 22 febbraio scorso contestarono duramente il guerrafondaio Angelo Panebianco nella sede di Palazzo Hercolani durante il corso di Teorie della pace e della guerra.
Proposta dal rettore Francesco Ubertini, è stata votata a stragarande maggioranza dal senato accademico con soli 5 voti contrari e 1 astenuto su 34 presenti. Hanno votato contro Giuliana Benvenuti, direttrice del dipartimento di Filologia Classica e Italianistica, due rappresentanti del personale amministrativo, un ricercatore e un rappresentante degli studenti. L’unica astenuta è la direttrice del dipartimento di Storia Francesca Sofia che ha attaccato duramente gli studenti affermando fra l'altro che si tratta: “solo di quattro ragazzi ignoranti, non è giusto che passino per contestatori perché è gente che non ha un progetto politico... Il loro unico progetto politico è quello di fare i cocktail e bere la birra la sera in facoltà, a Scienze Politiche”.
E pensare che al momento della sua elezione a rettore della più antica università d'Europa nel luglio scorso Ubertini girava le facoltà a caccia di voti ripetendo slogan ingannevoli tipo “gli studenti al centro” e “Vorrei mettere tutti nelle condizioni di esprimersi al meglio” che oggi suonano come una vera e propria beffa.
Non a caso il Collettivo Universitario Autonomo di Bologna in risposta alla intollerabile repressione fascista ha pubblicato un lungo post su Facebook nel quale tra l'altro si legge: "Ha vinto il barone Panebianco, hanno vinto le lobby della guerra". Il messaggio è accompagnato da una foto del rettore Ubertini con il leader della Lega Nord Matteo Salvini.
È la prima volta che un gruppo di studenti viene sospeso per aver espresso il proprio dissenso nei confronti di un professore con l'elmetto come Panebianco. Durante la contestazione gli studenti si sono limitati a rinfacciare al barone di scienze politiche ed editorialista del "Corriere della Sera" di essersi schierato apertamente a favore dell’intervento italiano in Libia e si sono presentati in aula al grido di “mani sporche di sangue”, uno striscione: “Fuori i baroni della guerra dall’università” e un registratore attraverso il quale hanno diffuso i rumori di uno scontro a fuoco durante un'azione di guerra con spari, cannonate di artiglieria e il crepitare delle mitragliatrici.
In particolare gli studenti hanno puntato il dito contro un articolo di Panebianco, datato 14 febbraio, sulla guerra in Libia. Il professore aveva scritto: "Continuiamo a dire che quando, con modi e tempi da stabilire, si interverrà apertamente in Libia a sostegno dei libici impegnati contro lo Stato Islamico, all’Italia spetterà un ruolo di leadership". Nell’editoriale Panebianco auspicava anche l’uso del Muos da parte dell’Italia, ossia il sistema satellitare di difesa missilistica che gli Stati Uniti vorrebbero installare in Sicilia, tra le proteste della popolazione locale. Il Muos veniva definito da Panebianco "uno strumento prezioso per anticipare eventuali attacchi missilistici".
Tra i sospesi c’è anche il portavoce del Cua che commenta: “È stata attaccata la possibilità di dissenso e critica all’interno dell’Università; ora ci mobiliteremo, non può passare così. Il rettore e il Senato accademico si devono assumere la responsabilità politica di questa situazione. Si è rotto un qualcosa che non si può più ricucire. È stata marcata l’ennesima distanza tra l’Ateneo e gli studenti”.
Insomma nelle scuole e nelle università del regime neofascista instaurato dal nuovo duce Renzi e dalla sua leccapiedi Giannini solo ai guerrafondai tipo Panebianco, ai fascisti e alle loro organizzazioni studentesche gli viene concesso grande spazio e piena agibilità politica, mentre per gli studenti di sinistra, antimperialisti che osano ribellarsi per difendere la pace e denunciano pubblicamente l'aggressione imperialista alla Libia scatta implacabile la repressione di regime e gli viene perfino invalidata un'intera sessione di esame.

8 giugno 2016