Con l'approvazione del decreto legge del 3 maggio
Colpo di mano di Renzi sugli sfratti
Accelerate le procedure e cancellata ogni tutela degli inquilini

 
Il recente decreto legge n. 59 del 3 maggio 2016 introduce gravi modifiche, a discapito di coloro che abitano l'immobile, alla procedura di liberazione dello stesso quando è sottoposto ad esecuzione immobiliare, tenendo presente che finora il codice di procedura civile stabilisce che il procedimento di espropriazione di immobili sia attuato direttamente dall'ufficiale giudiziario, un funzionario del tribunale, il quale agisce sotto la necessaria vigilanza di un giudice, data la delicatezza delle situazioni, umane ancora prima che giuridiche, che si vengono a creare in questi drammatici frangenti, e che rendono la garanzia della presenza di soggetti pubblici indispensabile per la tutela di soggetti deboli.
Si trovano in questa situazione decine di migliaia di famiglie in tutta Italia che non riescono più a pagare il mutuo a causa della perdita di un lavoro e in generale per la maggiore precarizzazione delle condizioni lavorative.
L'articolo 4 del menzionato testo normativo varato dal governo Renzi, in via di conversione alle Camere, ha previsto però che l'attività di espropriazione dell'immobile pignorato escluda le garanzie di cui agli articoli 605 e seguenti in tema di rilascio e di liberazione degli immobili, che attualmente prevedono il necessario intervento dell'ufficiale giudiziario nell'attività di liberazione dell'immobile, affidando tale incombenza ad un altro soggetto, il custode giudiziario, che è un professionista privato (avvocato o notaio) nominato dal giudice, il quale ha tutto l'interesse a velocizzare al massimo la procedura perché sarà solo alla fine di essa che gli verrà liquidato il compenso da parte del giudice.
Sarà quindi molto più facile e veloce per una banca espropriare una casa pignorata a causa dell'insolvenza sul mutuo, e prevedibilmente l'attuazione di tale norma andrà a ingrossare il numero delle famiglie senza casa, come se già non bastassero ogni anno le 86mila sentenze di sfratto, le 36mila esecuzioni annuali di sfratto attraverso la forza pubblica e le 150mila richieste di sfratto che già costituiscono un problema sociale esplosivo.
La nuova norma ha già sollevato le proteste degli ufficiali giudiziari, che, tagliati fuori dalle procedure, già hanno denunciato la carenza, da parte delle nuove norme, di quel necessario controllo di legalità nelle procedure che finora essi hanno assicurato, con la riduzione delle garanzie soprattutto per i piccoli proprietari che si vedono la casa pignorata, e del resto il decreto legge stabilisce che basta semplicemente l'ordinanza di esproprio per passare direttamente all'esecuzione dello sfratto del proprietario da parte del custode giudiziario.

8 giugno 2016