Metalmeccanici in piazza dal Piemonte alla Puglia
Un solo grido: "Contratto contratto contratto"
Sciopero di 8 ore e manifestazioni regionali in tutta Italia
A Torino il PMLI invita la classe operaia a guidare le masse popolari contro il capitalismo e per il socialismo

Si trascina da tempo la vertenza contrattuale dei metalmeccanici a causa dell'intransigenza delle associazioni padronali. Ma non si tratta della consueta e normale trattativa su qualche decina di euro in più o meno come avveniva in passato. In linea con la Confindustria e lo stesso governo Renzi, Federmeccanica propone un nuovo tipo di contratto che a livello nazionale rappresenti solo una debole cornice che stabilisca il minimo salariale o poco più mentre tutti i vari livelli retributivi e le altre varianti al salario, straordinario, lavoro notturno eccetera, saranno delegati alla contrattazione aziendale. Un contratto, quello voluto dagli industriali, che invece lascia ampio spazio alla previdenza e alla sanità aziendali mentre quelle pubbliche saranno relegate in secondo piano, ancor di più misere e inefficienti.
Come ha detto il segretario piemontese della Fiom-Cgil, Vittorio Demartino, in occasione del corteo unitario dei metalmeccanici nel centro di Torino , “Federmeccanica e Confindustria si pongono un obiettivo politico che punta all'ulteriore indebolimento del potere contrattuale”. Il nuovo modello di contratto proposto dai padroni inciderebbe solamente sui salari al minimo perché, come ha spiegato Demartino, “gli industriali propongono un aumento salariale inadeguato e insufficiente che oltretutto può essere assorbito in sede aziendale, laddove per effetto della contrattazione individuale e collettiva i lavoratori hanno dei riconoscimenti economici. È chiaro quindi che l'aumento contrattuale non arriverebbe a tutti i lavoratori ma soltanto al 5% della categoria" ha ribadito il sindacalista.
Su questo punto sembra esserci unanimità di giudizio da parte di Cgil-Cisl-Uil che hanno indetto nei giorni 9 e 10 giugno lo sciopero di 8 ore della categoria articolato attraverso manifestazioni regionali. Il quadro nazionale si concluderà il 15 giugno quando toccherà ai lavoratori di Sicilia, Sardegna e Calabria. La manifestazione di Torino (servizio a parte) di giovedì 9 è stata una tra le più importanti svoltesi per tutta la Penisola, nel quadro di uno sciopero che ha paralizzato interi settori industriali. Il PMLI.Piemonte ha diffuso un volantino invitando la classe operaia a guidare le masse popolari contro il capitalismo, per il socialismo.
L'adesione è stata molto alta, la Fiom parla dell'85%. Nonostante la riuscita della mobilitazione dobbiamo registrare il silenzio mediatico pressoché totale sulla vertenza contrattuale. I segretari generali di Fim, Fiom e Uilm denunciano il totale vuoto d'informazione sugli scioperi dei metalmeccanici. "In questi giorni migliaia di persone hanno scioperato e manifestato per il rinnovo del contratto nazionale. In alcuni casi sono stati fatti servizi sulle mobilitazioni in altri Paesi, dimenticando completamente le nostre iniziative. Fare informazione - conclude la nota - significa dare notizia anche delle mobilitazioni delle persone per i loro diritti, che peraltro comportano sacrifici del loro salario. Siamo certi che si colmerà questa disattenzione con una maggiore visibilità della vertenza, visto che si tratta del contratto nazionale più grande del lavoro privato e che coinvolge 1,6 milioni di famiglie".
Anche il leader della Fiom Cgil Maurizio Landini ha denunciato questo black-out. Nel suo comizio da Vicenza ha poi ribadito: “non saremo noi a dire addio al contratto nazionale: oggi più che mai è importante conquistare salario e tutele per tutti, per contrastare la frammentazione che vediamo nelle fabbriche”. Alla manifestazione sono accorsi più di 7 mila lavoratori provenienti da tutto il Veneto. Grande e partecipata manifestazione dei metalmeccanici della Lombardia che hanno sfilato per le strade di Milano in 13 mila, un corteo colorato e combattivo al grido di “contratto, contratto”. Dal palco persino Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl, ha risposto per le rime a Federmeccanica: ”ma piuttosto non sono gli industriali a proporci un modello ottocentesco? Vogliono concedere gli aumenti solo ad personam, magari a chi se ne sta ben lontano dal sindacato”.
Manifestazione a Udine dove hanno partecipato in più di 3 mila con un alta adesione allo sciopero, nonostante le pressioni padronali denunciate dai sindacati. Cortei e comizi a Genova dei lavoratori liguri e a Bologna . Nel capoluogo emiliano si sono radunati in più di 5mila provenienti da tutta la regione. Pieno successo anche in Toscana, alla manifestazione di Livorno hanno partecipato più di 5.000 lavoratori. Una città che ha dato una buonissima risposta di partecipazione, come affermato da Michela Spera, della segreteria nazionale Fiom “perché in questo territorio la crisi ha smantellato e sta smantellando un sistema industriale che invece va assolutamente salvaguardato e a cui dobbiamo dare prospettiva”. Altre manifestazioni si sono svolte a Roma , a Perugia , a Lanciano per i metalmeccanici di Abruzzo e Molise, tanta partecipazione anche a Senigallia , in una regione, le Marche, pesantemente colpita dalla crisi economica.
Anche al Sud, alta adesione allo sciopero e tanti lavoratori alle manifestazioni. A Napoli oltre 4mila partecipanti. Al centro della manifestazione, insieme al rinnovo del Cnl, le vertenze aperte in importanti aziende metalmeccaniche della Campania e l’obiettivo di nuovi investimenti per difendere e sviluppare l’occupazione. Alta partecipazione anche alla manifestazione pugliese che si è svolta a Bari il 10 giugno. Quasi 4mila lavoratori hanno sfilato nel corteo che ha paralizzato la città, conclusosi con il comizio di Maurizio Landini. A proposito del referendum di ottobre sulla controriforma costituzionale voluto da Renzi e sui tentennamenti della Cgil sulla posizione da tenere il segretario della Fiom ha risposto: “bisogna dire di no a questa riforma che riduce gli spazi di democrazia e stravolge i contenuti di fondo della nostra Carta” ma ha ammesso che la Cgil non ha preso ancora una decisione definitiva e ufficiale.
I sindacati confederali hanno annunciato ulteriori iniziative per vincere questo braccio di ferro con Federmeccanica. Cgil, Cisl e Uil hanno già ceduto sull'estensione della previdenza e della sanità aziendale attraverso gli enti bilaterali, staremo a vedere se almeno sul modello salariale proposto dagli industriali continueranno a dire di no e scongiurare il blocco degli stipendi. Dal 2017, ma solo per i lavoratori al di sotto del minimo contrattuale, andrebbero pochi spiccioli. “In cambio”, come detto, Federmeccanica offre l'aumento di alcune voci di welfare aziendale dall'assistenza sanitaria alla previdenza complementare alla formazione fatta dai padroni. Questo pacchetto degli industriali metalmeccanici tocca punti nevralgici della contrattazione, a partire dal fatto che il Ccnl non darebbe più incrementi salariali uguali a tutti i lavoratori, perciò è da respingere in toto.
 
 

15 giugno 2016