Per il rinnovo del contratto
Imponente corteo dei metalmeccanici a Torino
Molti slogan contro Renzi
Il PMLI invita la classe operaia a guidare le masse popolari contro il capitalismo e per il socialismo

Dal corrispondente dell'Organizzazione di Biella del PMLI
Si è svolto con successo a Torino l'imponente corteo delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici piemontesi scesi in sciopero per 8 ore per chiedere a Federmeccanica e Assistal un buon contratto nazionale. Infatti le associazioni padronali non hanno fin ora voluto riconoscere l’aumento salariale alla stragrande maggioranza della categoria e continuano a penalizzare chi in questi anni ha svolto la contrattazione nei luoghi di lavoro.
Federmeccanica e Assistal a parole chiedono un rinnovamento ma nei fatti vogliono cancellare il contratto nazionale mettendo in discussione contemporaneamente il modello contrattuale – fondato su due livelli negoziali – e il ruolo e il valore del Contratto nazionale quale reale strumento di tutela dei salari e dei diritti dei lavoratori. Così giovedì 9 giugno, con partenza dalla stazione ferroviaria di Torino Porta Susa, migliaia di metalmeccaniche e di metalmeccanici hanno dato vita a un imponente corteo che attraversando via Cernaia, e via Pietro Micca è confluito in Piazza Castello, sede dei comizi finali.
Durante il corteo l’odio e il disprezzo delle lavoratrici e dei lavoratori nei confronti di Renzi ha raggiunto probabilmente il punto più alto con slogan e insulti diretti nei suoi confronti, segno evidente che hanno ben individuato chi permette e garantisce ai padroni il loro brutale sfruttamento nei luoghi di lavoro. Striscioni delle principali industrie metalmeccaniche piemontesi, dall'Alenia di Caselle (dove ha partecipato allo sciopero il 90 per cento del turno del mattino), all’Avio di Rivalta, dalla Microtecnica (dove ha scioperato il 75 per cento) alla Dayco di Ivrea, dalla Tekfor nell’alto Canavese, si succedevano accompagnati da centinaia e centinaia di bandiere della FIOM delle principali città piemontesi da Torino ad Alessandria passando per Novara e Biella.
Invitato ufficialmente a partecipare allo sciopero dal Responsabile FIOM di Biella, compagno Adam Mbodij, il PMLI ha preso parte con entusiasmo e determinazione alla manifestazione predisponendo per l’occasione un cartello con la scritta in rosso ”Con la FIOM e i metalmeccanici in lotta per il rinnovo del contratto” e dall’altra parte il manifesto di Partito che dà indicazione di votare NO al referendum costituzionale di ottobre e che giustamente ritrae Renzi vestito da fascista mentre sovrasta il sistema parlamentare italiano. Appena arrivati a Torino i marxisti-leninisti hanno subito diffuso centinaia di copie del volantino interamente realizzato dall’Istanza regionale del PMLI in cui si invita la classe operaia a guidare le masse popolari contro il capitalismo per il socialismo. Nel volantino, tra l’altro, si poteva leggere che “I capitalisti stanno cercando di sottrarre al proletariato tutti i diritti che ha conquistato sul campo in anni di lotte e, nel fare ciò, intendono dare piena applicazione al Jobs Act del nuovo duce Renzi. Come del resto ebbe ad affermare il Grande Maestro del proletariato internazionale Engels: 'Chi sfrutta i lavoratori non s'arresta fino a che rimane un muscolo, un nervo, una goccia di sangue da sfruttare' ."
I marxisti-leninisti biellesi si sono mossi come pesci nell’acqua all’interno del corteo risalendolo fino al punto centrale dove i metalmeccanici torinesi, cuore pulsante della classe operaia piemontese, si sono contraddistinti per combattività e determinazione. Superfotografata, la delegazione del PMLI ha costantemente sbandierato il vessillo del Partito fino all’arrivo in piazza Castello dove si è diretta sotto al palco. Qui hanno preso la parola le RSU delle FIOM-CGIL, della FIM-CISL e della UILM-UIL; in modo diretto e concreto, come solo i lavoratori sanno fare, hanno sviscerato le terribili condizioni di lavoro in cui sono costretti per non parlare dell’enorme mole di ore di straordinario che sono costretti a lavorare a fronte di una spaventosa disoccupazione giovanile che si attesta al 40%.
A concludere la manifestazione in piazza Castello, Rocco Palombella, segretario nazionale della UILM, che ha dichiarato: "Federmeccanica ha scelto una strada molto pericolosa, che è quella dell'eliminazione della contrattazione in questo Paese. Ecco perché i sindacati hanno deciso di superare le proprie diversità e scendere in piazza”.
In autobus, durante il viaggio di ritorno, i compagni del PMLI hanno piacevolmente discusso con gli operai biellesi constatando che la loro voglia di lottare per cambiare lo stato di cose presenti è forte; in più occasioni sono emersi positivi commenti sulle modalità di lotta dei fratelli operai francesi che scelgono di manifestare in modo prolungato bloccando la produzione per giorni.
Come sempre la delegazione marxista-leninista è stata seguita e incoraggiata telefonicamente dal Centro del Partito che con indicazioni mirate ha contribuito alla buona riuscita dell’importante missione politico-organizzativo.
 

15 giugno 2016