Chi è succeduto alla Guidi nel ministero allo Sviluppo economico
Calenda, dalla Confindustria al governo Renzi
Entusiasta sostenitore del famigerato trattato Usa-Ue Ttip

Il 10 maggio Carlo Calenda ha giurato da ministro per lo Sviluppo Economico nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella così come annunciato appena 24 ore prima nel corso della trasmissione televisiva Che tempo che fa dal premier Matteo Renzi.
La poltrona del dicastero di Via Veneto era vacante dal 31 marzo scorso, giorno in cui l'ex ministra Federica Guida è stata costretta a dimettersi in seguito al pesante coinvolgimento del suo compagno Gianluca Gemelli nello scandalo del petrolio in Basilicata e in “Trivellopoli”.
Per l'esponente piddino (ex di Scelta Civica in quota Montezemolo) che fino a inizio 2016 è stato viceministro di Federica Guidi, in realtà si tratta di un ritorno negli uffici ministeriali di Via Veneto.
Entusiasta sostenitore del famigerato trattato Usa-Ue Ttip, Calenda, infatti, dal marzo scorso era stato nominato rappresentante permanente dell'Italia a Bruxelles al posto dell'ambasciatore Stefano Sannino, andato in pensione.
“A noi serve uno che sia in grado di maneggiare un ministero importante e Calenda già guidava la macchina dello Sviluppo”, ha spiegato il nuovo duce Renzi; uno in grado di seguire i “dossier caldi” del Mise a cominciare dal ddl concorrenza e i relativi capitoli relativi all'Rc Auto, alla norma 'Booking' che permette agli albergatori di praticare sui propri siti prezzi inferiori a quelli degli aggregatori, alla privatizzazione delle farmacie con l'ingresso dei soci di capitale, senza dimenticare la vicenda Ilva e il progetto per l'implementazione della Strategia per la banda ultralarga.
Per tutto ciò, ha aggiunto Renzi, Calenda è l'uomo giusto al posto giusto anche in virtù dei suoi rapporti con le feluche.
Calenda infatti comincia la sua scalata politico-diplomatica sotto l'ala protettrice del padre Fabio, banchiere, e del nonno paterno Carlo, aristocratico napoletano e diplomatico, ex capomissione in Libia durante l’insediamento di Gheddafi e poi consigliere per gli affari esteri di Sandro Pertini al Quirinale.
Laureato in giurisprudenza, Calenda approda nel 1998 alla Ferrari come responsabile relazioni con i clienti e con le istituzioni finanziarie, poi passa a Sky nel ruolo di responsabile marketing.
Le sue capacità manageriali sono molto apprezzate da Luca Cordero di Montezemolo che lo vuole in Confindustria quando ne assume la presidenza, dal 2004 al 2008 e lo nomina assistente del presidente e poi direttore dell’area strategica e affari internazionali.
In questo periodo Calenda intreccia amicizie “importanti” fra cui quella con il boss dei palazzinari romani Francesco Gaetano Caltagirone e con il rampollo della famiglia Agnelli Lapo Elkann.
Dopo l’esperienza in Confindustria, il neo ministro dello Sviluppo è nominato consigliere in Ntv, la cordata ferroviaria di Montezemolo e Diego Della Valle, e successivamente diventa direttore generale di Interporto Campano e presidente di Interporto Servizi Cargo.
Il suo battesimo politico avviene sempre grazie a Montezemolo che lo nomina coordinatore politico dell’associazione Italia Futura, il think tank messo su dall’imprenditore per una (mai avvenuta) discesa in campo.
Calenda figura anche tra i firmatari del “manifesto politico Verso la Terza Repubblica” in compagnia tra gli altri dell’ex segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni.
Sempre con Montezemolo, Calenda è anche tra i sostenitori di Scelta civica, movimento fondato dall’ex presidente del consiglio Mario Monti, e nel 2013 è candidato alle elezioni politiche nella lista del nuovo partito. Ma non verrà eletto.
A riportalo in auge ci pensa il premier Enrico Letta, che il 2 maggio 2013 lo nomina viceministro allo Sviluppo economico, incarico in cui verrà confermato quando la campanella di Palazzo Chigi passa nelle mani di Renzi che gli affida anche la delega al commercio estero.
Nel febbraio 2015, Calenda insieme ad altri esponenti di Scelta Civica, dichiara concluso il progetto del suo partito e aderisce al PD guadagnandosi prima la nomina a rappresentante del governo a Bruxelles e ora la poltrona di ministro.

15 giugno 2016