Manifestazioni per il contratto e per il lavoro a Palermo, Cagliari e Catanzaro
In piazza i metalmeccanici di Sicilia, Sardegna e Calabria

Con le iniziative di mercoledì 15 si è chiuso il ciclo di scioperi iniziato il 9 e 10 giugno che ha visto il coinvolgimento di tutte le regioni italiane interessate dalle manifestazioni dei metalmeccanici in lotta per il rinnovo del contratto di lavoro. Una vertenza che si preannuncia ancora lontana dall'essere chiusa, a meno che non si voglia accettare la proposta delle associazioni padronali, Finmeccanica e Assistal.
Le loro intenzioni sono chiare: bloccare i salari proponendo un salario minimo per cui eventuali aumenti andranno solamente a chi è al di sotto di questa soglia, mentre per tutti gli altri che la superano verranno assorbiti. Il tutto riferito al salario complessivo, ossia minimi contrattuali, superminimi individuali e collettivi, scatti di anzianità, premi di produzione ecc. Dal 2017 anche l'elemento perequativo, quella cifra che spetta a chi non ha la contrattazione aziendale, sarà assorbita nel salario di garanzia. Con questa formula i sindacati calcolano che solo il 5% dei lavoratori avrà degli incrementi attraverso il contratto nazionale mentre tutti gli altri avranno a disposizione solo la contrattazione aziendale ma, in questo i padroni sono stati chiari, in cambio di un aumento della produttività.
Per adesso Cgil, Cisl e Uil hanno rifiutato questo schema e lo hanno ribadito anche nelle manifestazioni che si sono svolte il 15 giugno, nel quadro dello sciopero di 8 ore della categoria. Nelle piazze di Palermo, Cagliari e Catanzaro assieme al rinnovo contrattuale l'altro tema caldo è stato quello della mancanza del lavoro, all'ordine del giorno in regioni come Sicilia e Sardegna dove la deindustrializzazione e la chiusura di importanti aziende, e in certi casi di interi poli produttivi, ha gettato sul lastrico migliaia di famiglie mentre la Calabria continua ad essere una delle regioni meno industrializzate e più povere dell'intera Europa.
A Palermo era presente il segretario della Fiom Maurizio Landini. Nel capoluogo siciliano i lavoratori Fincantieri e dell’indotto hanno sfilato in corteo bloccando parzialmente anche il traffico cittadino, fino a raggiungere piazza Croci e congiungersi con il resto dei manifestanti giunti da tutta la Sicilia per la giornata di mobilitazione per il contratto nazionale dei metalmeccanici. ”Questo corteo - hanno spiegato i delegati della Rsu - l’abbiamo indetto per ribadire a Fincantieri e alle istituzioni che qui a Palermo chiediamo di avere lo stesso trattamento di tutti gli altri cantieri italiani. Mentre qui c’è la cassa integrazione, e la fame di lavoro ha raso al suolo l’indotto”. Dal palco Landini ha annunciato il blocco degli straordinari se Finmeccanica non cambierà posizione e ha richiesto una soluzione occupazionale e il rilancio produttivo degli stabilimenti di Termini Imerese dopo che la Fiat ha lasciato 650 lavoratori in mezzo alla strada.
Alcune migliaia di lavoratori metalmeccanici hanno animato la manifestazione di Cagliari conclusa dal comizio di Bentivogli della Fim-Cisl. Anche qui la lotta per il contratto è andata a braccetto con la richiesta di lavoro in una regione ad altissimo tasso di disoccupazione, specie giovanile. Una situazione sempre più grave come dimostrano le molte vertenze aperte a partire dall'ex-Alcoa, l’indotto metalmeccanico della Carbosulcis, l'EurAllumina, l'Ila, la Keller, l’indotto dell'Eon e della chimica verde, l'Intermare, l'indotto Saipem. Il leader della Fim ha denunciato come la deindustrializzazione non sia solo conseguenza della crisi, ma sia stata perseguita da tutti i governi regionali in nome di un'occupazione alternativa che non è mai arrivata.
Manifestazione anche a Catanzaro , corteo e comizio conclusivo del segretario della Uilm Rocco Palombella. I sindacati chiedono contratto e lavoro in una regione martoriata e oppressa dalla disoccupazione e dall'intreccio tra criminalità organizzata e potere politico dove ancor oggi emigrano ogni anno tanti calabresi. Ma come riportava uno striscione, i lavoratori chiedono “lavoro concreto e reale” e non promesse e precariato. Con un’adesione media allo sciopero nei luoghi di lavoro superiore all’80%, la terza giornata di mobilitazione e di manifestazioni regionali dei metalmeccanici in Sardegna, Calabria e Sicilia, dopo quelle tenute il 9 e 10 giugno scorso nelle altre regioni italiane si può considerare riuscita.
 

22 giugno 2016