Voto di scambio a Vittoria (Ragusa)
Indagati il neosindaco Moscato di “centro-destra” e il candidato PD al ballottaggio

Dal nostro corrispondente della Sicilia
Parte con un'inchiesta per voto di scambio politico-mafioso l'amministrazione del neoeletto sindaco di Vittoria (Ragusa), Giovanni Moscato del “centro-destra”, già consigliere comunale nel 2006 e nel 2011.
Insieme a lui e con la stessa accusa è indagato il candidato del PD al ballottaggio, Francesco Aiello, di Sicilia Futura, la formazione dell’ex-ministro Salvatore Cardinale. Aiello, esponente del PCI siciliano, deputato regionale per tre legislature, è anche stato assessore regionale all’Agricoltura. Indagata anche Lisa Pisani, la candidata del PD al primo turno. L'inchiesta per reati di natura elettorale riguarda anche il sindaco uscente Giuseppe Nicosia, “centro-sinistra”, e il fratello, oltre che Cesare Campailla, della lista Forza Vittoria e Raffaele Giunta, di Nuove idee-I democratici, entrambi candidati al consiglio comunale. La presenza di quest’ultimo in una lista civica vicina al PD, dove era candidato anche Francesco Cannizzo, segretario cittadino del partito di Renzi, aveva sollevato non poche polemiche durante la campagna elettorale, dato che il candidato del PD, che alla fine ha deciso di ritirare la propria candidatura, è titolare di alcuni precedenti penali. Gli altri indagati, Maurizio Di Stefano, Raffaele Di Pietro, sono indicati come vicini al sindaco uscente di “centro-sinistra”.
L’indagine, coordinata dall'ex procuratore aggiunto di Catania, Amedeo Bertone, e dal sostituto, Valentina Sincero, nasce dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Biagio Gravina e Rosario Avila. Le dichiarazioni non riguardano soltanto le elezioni del 2016, ma anche quelle che nel maggio del 2011 portarono all'elezione di Giuseppe Nicosia. I collaboratori di giustizia hanno raccontato delle promesse elettorali dei candidati ad esponenti mafiosi della zona, che avrebbero garantito in cambio di favori e posti di lavoro il loro appoggio nelle urne.
L'indagine sta dunque mettendo in evidenza la fitta trama di interessi e scambi politico-mafiosi, trasversali ai partiti, presentatisi alle consultazioni elettorali. La pressione elettorale sulle masse popolari è stata evidentemente molto forte. Eppure, dati alla mano, esse sempre meno, anche a Vittoria, si lasciano imbrigliare da promesse che non hanno mai alcun concreto seguito. Infatti, nonostante il patto elettorale tra istituzioni borghesi e mafia fosse in vigore, a Vittoria la più forte delle forme di astensionismo, la diserzione dalle urne, è aumentata, rispetto alle elezioni del 2011, di ben 5,03 punti percentuali. Dei 50.525 elettori hanno disertato ben 17.771 pari al 30,14% degli aventi diritto.
Il dato più evidente è il suicidio politico del PD di Renzi, che a Vittoria aveva una delle sue roccaforti siciliane. Riesce a raccogliere appena 2.350, quando nel 2011 ne aveva 3.519. Cioè, pur avendo in mano le redini del potere borghese, ha perso per strada 989 elettori, sul fronte della crisi agricola irrisolta nel maggiore centro agricolo della sicilia, sul fronte del tasso di disoccupazione e dell'emigrazone in ascesa, e non da ultimo sul fronte degli intrallazzi filomafiosi, di cui il partito di Renzi tira le fila.
Alle masse popolari è ormai chiaro che il PD è un partito che ha completato la sua metamorfosi in senso neofascista e filomafioso e oggi è uno di quelli che ha le maggiori responsabilità nella gestione del verminaio politico-mafioso dentro il Comune di Vittoria. Ma aver punito il PD, cominciando a togliergli l'appoggio elettorale, non basta. La corruzione, benché oggi il PD di Renzi ne incarni il volto più odioso, insopportabile e ipocrita, in questi ultimi anni ha assunto dimensioni impressionanti, coinvolgendo con scandali tutti i partiti borghesi. Nessun partito ne è esente. La corruzione infatti è connaturata al sistema capitalista e alla proprietà privata che rappresenta e di cui cura gli interessi e pertanto è inestirpabile, finché non saranno aboliti il capitalismo e la proprietà privata stessi. La corruzione non è infatti un'anomalia del sistema, ma un suo costituente indispensabile, senza il quale la sua economia e la sua macchina statale non potrebbero funzionare.
Noi marxisti-leninisti italiani invitiamo le masse lavoratrici e popolari vittoriesi ad alzare il tiro contro il corrotto PD di Renzi e nel contempo contro la nuova amministrazione di “centro-destra”, guidata da un indagato per scambio di voto politico-mafioso, Giovanni Moscato, costringendolo subito alle dimissioni.
 
 

29 giugno 2016