Vittoria astensionista alle elezioni comunali di Varese
Tra primo turno e ballottaggi la metà dei varesini non si è recata alle urne delegittimando con l'astensione i partiti e le istituzioni borghesi. Il renziano Galimberti candidato PD della “sinistra” borghese è il nuovo sindaco di Varese dopo 23 anni di dominio fascioleghista

Dal corrispondente dell'Organizzazione di Viggiù del PMLI
Sonora bocciatura per tutti i partecipanti alla corsa di sindaco per la città di Varese travolti da un astensionismo crescente che ha spinto quasi la metà dei varesini a non recarsi alle urne.
Questo è quanto rivelano i dati riguardanti le elezioni comunali di Varese del 5 e 19 giugno. Una votazione che ha punito trasversalmente tutti gli schieramenti politici borghesi da destra a “sinistra”.
Analizzando i dati dell'affluenza alle urne e le percentuali ottenute dai vari blocchi politici, calcolandoli però non in base al numero dei votanti come riportato in pratica da tutti i mass media borghesi ma sulla base dell'intero corpo elettorale, cioè gli aventi diritto al voto, possiamo farci un'idea del reale peso rappresentativo dei partiti borghesi sul territorio cittadino.
Malgrado gli inviti e gli appelli unitari dei candidati sindaco, sul “diritto-dovere” dell'esercizio del voto, nel tentativo di limitare così l'astensionismo, su 65.663 aventi diritto, solo in 36.702 si sono recati alle urne. 28.961 elettori (45,9%) hanno deciso di astenersi. Una percentuale di quasi otto punti più alta rispetto alle comunali del 2011 quando gli astensionisti furono il 38,06%.
A perdere maggiormente consensi sono stati i partiti della coalizione, dichiarata vincente al primo turno a sostegno di Paolo Orrigoni che comprende tutti i partiti della destra borghese cittadina. La Lega Nord rispetto al 2011 perde 3.198 voti arrivando all'8,14%, Forza Italia con 3.670 voti esce fortemente ridimensionata e con la perdita di oltre 5.000 elettori si ferma al 5,58%. Meglio non va agli altri partiti della coalizione tra cui i fascisti di Fratelli d'Italia–Alleanza nazionale, che arrivano a uno striminzito 1,73% raccogliendo poco più di un migliaio di voti. Nel complesso la coalizione della destra borghese raccoglie 15.737 voti pari al 23,96% degli aventi diritto. Calcolando che nel 2011 quando ci fu l'elezione dell'uscente neopodestà Attilio Fontana la coalizione della destra borghese formata dalla sola Lega Nord e Popolo della libertà (FI+AN) arrivò a prendere 17.207 voti, e paragonandola alla coalizione odierna formata da ben 7 forze in campo tra partiti e liste civiche ben si delinea il terreno perso dai partiti di destra. Non è servita a fermare questa emorragia elettorale neanche la presenza come capolista per la Lega dell'inquisito Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia che raccoglie solo 328 preferenze.
Meglio non è andata alla coalizione di “centro-sinistra” guidata dal renziano Davide Galimberti che pur crescendo in numeri rispetto al 2011 e conquistandosi la posizione di prima forza politica cittadina con 7.997 voti, non va oltre il 20,59% con la sua coalizione.
Fossilizzati i partiti a “sinistra” del PD, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Sinistra ecologia e libertà (SEL) che pur coalizzandosi (SEL nel 2011 sostenne la candidatura del candidato PD Luisa Oprandi) racimolano 600 voti arrivando allo 0,92%. Se si pensa che nel 2011 la sola SEL aveva ottenuto 1.466 voti si assiste a un vero e proprio tonfo dei partiti falso comunisti che pagano lo scotto di una politica puramente elettoralistica e riformistica di false promesse di miglioramenti sociali, alla quale le masse oramai non credono più.
Al terzo posto si piazza l'ultra liberista presidente del Rugby Varese, Stefano Malerba, con la sua “Lega Civica” che pur impegnatosi in una pressante e dispendiosa campagna elettorale fatta di enormi manifesti affissi per la città tutta incentrata sulla critica ai partiti e sulla supremazia della proprietà privata e del mercato capitalistico sullo Stato, raccoglie il 3,85% dei voti.
Le altre liste Varese civica e Fronte nazionale per l'Italia non superano l'1% e si fermano rispettivamente allo 0,65% e 0,30%.
Ai ballottaggi Orrigoni e Galiberti, staccati di appena 1.850 voti, hanno affilato le proprie armi e si sono preparati allo scontro per accaparrarsi la poltrona di Palazzo Estense. Orrigoni, fiducioso che al ballottaggio sarebbe riuscito a scalzare il candidato del PD recuperando voti a destra, in particolare da chi al primo turno aveva deciso di votare Malerba, Galimberti programmando maratone elettorali nei principali quartieri popolari di Varese nel tentativo di strappare qualche voto all'astensionismo e puntare sui voti che potrebbero arrivare a sinistra del PD.
Alla fine l'ha spuntata il candidato della “sinistra” borghese Davide Galimberti staccando il suo avversario Orrigoni di un migliaio di voti. Una batosta per il “centro-destra” e in particolare per la Lega Nord che pur mettendo in campo i suoi pezzi da novanta tra cui il caporione Roberto Maroni, perde dopo 23 anni di dominio ininterrotto la prima città che l'ha vista al governo nel lontano 1993. La vittoria di Galimberti è arrivata grazie anche al sostegno che il candidato PD ha ricevuto dal destro Stefano Malerba.
Pur “vincendo” le elezioni comunali, Galimberti esce tuttavia fortemente ridimensionato nella sua rappresentanza tra le masse varesine dall'altissimo astensionismo che al ballottaggio è cresciuto ulteriormente attestandosi, calcolando anche le schede bianche e nulle, al 50,60% così aumentando di 5 punti rispetto al primo turno e che di fatto risulta il vero vincitore di questa tornata elettorale. A conti fatti solo il 25,60% degli aventi diritto hanno votato per Galiberti pari a 16.814 cittadini su una popolazione di oltre 65mila persone.
Staremo a vedere, dopo ventitre anni di dominio fascioleghista, quali politiche la “sinistra” borghese metterà in campo per amministrare la città, anche se analizzando che il sindaco Galimberti è figlio del vivaio politico renziano, ci aspettiamo a livello territoriale politiche antioperaie e antipopolari degne di quelle che il suo padre padrone di Palazzo Chigi Renzi ha sviluppato a livello nazionale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

29 giugno 2016