Nel 2016 oltre 13 miliardi per l'acquisto di nuovi armamenti
L'esercito imperialista italiano costa alle masse 50 milioni di euro al giorno
L'Air Force di Renzi ci costa 15 milioni di euro l’anno

Mentre le masse popolari sono ridotte al lastrico dalla macelleria sociale del nuovo duce Renzi, il parlamento del regime neofascista ha approvato nei giorni scorsi il nuovo Documento programmatico pluriennale della Difesa (2016-2018) che già nel 2016 contempla un anumento di spesa dell'1,3% rispetto all'anno scorso portando il costo totale dell'esercito imperialista italiano (esclusi i carabinieri) a quota 17,7 contro i 17,5 del 2015.
Praticamente 50 milioni di euro al giorno impegnati in spese militari (48 nel 2016 per la precisione) di cui quasi 13 per l’acquisto di nuovi armamenti: cacciabombardieri, F-35, una portaerei e le nuove fregate.
Spese che continuano a crescere, immuni da tagli, nonostante la Difesa continui a sostenere il contrario. Come ad esempio i costi della parata imperialista e guerrafondaia del 2 giugno che ogni anno ci costa almeno due milioni di euro.
Le cifre, messe nero su bianco, prevedono: 13,36 miliardi di spese nel 2016 (carabinieri esclusi), l’1,3 per cento in più rispetto all’anno scorso. Cifra che sale a 17,7 miliardi (contro i 17,5 del 2015) se si considerano i finanziamenti del ministero dell’Economia e delle Finanze alle missioni militari (1,27 miliardi, contro gli 1,25 miliardi dell’anno precedente) e quelli del ministero per lo Sviluppo Economico ai programmi di riarmo (2,54 miliardi, nel 2015 erano 2,50).
Finanziamenti, quelli del Mise, che anche quest’anno garantiscono alla Difesa una continuità di budget per l’acquisto di nuovi armamenti per un totale di 4,6 miliardi di euro (contro i 4,7 del 2015). Le spese maggiori per quest’anno riguardano i cacciabombardieri Eurofighter (677 milioni), gli F-35 (630 milioni), la nuova portaerei Trieste e le nuove fregate Ppa (472 milioni), le fregate Fremm (389 milioni), gli elicotteri Nh-90 (289 milioni), il programma di digitalizzazione dell’Esercito Forza Nec (203 milioni), i nuovi carri Freccia (170 milioni), i nuovi elicotteri Ch-47f (155 milioni), i caccia M-346 (125 milioni), i sommergibili U-212 (113 milioni). A tutto ciò si potrebbero presto aggiungere anche gli acquisti dei nuovi blindati Centauro 2, gli elicotteri da attacco successori dei Mangusta, il drone europeo Male2025 o il “programma urgente” (Mission Need Urgent Requirement) per la protezione degli avamposti di combattimento in prima linea (Forward Operating Base) “nei teatri operativi”.
In aumento anche la spesa per il personale che, invece di diminuire come previsto dalla riforma Di Paola, nel 2016 aumenta del 2,7 per cento rispetto all’anno scorso: 10 miliardi di euro per pagare 90mila ufficiali e sottufficiali e 82mila soldati di truppa. Per non parlare della famigerata pensione ausiliaria (regalìa residuata della guerra fredda, ridotta ma non abolita) che continua a costare oltre 400 milioni all’anno o dei 200 preti-generali e preti- colonnelli che pesano ancora per 20 milioni l’anno tra stipendi e pensioni.
Tra le pieghe del Documento è inserita anche la classica ciliegina sulla torta che prevede un aumento del 21,6 per cento delle spese per “funzioni esterne” della Difesa (118 milioni contro i 97 del 2015), comprendenti il rifornimento idrico delle isole minori, l’attività a supporto dell’aviazione civile, il soccorso aereo di malati gravi e i voli militari di Stato, compreso – questa è la ragione dell’aumento – il nuovo lussuoso Air Force Renzi, il cui costo di leasing, secretato dal premier, è stimato in almeno 15 milioni di euro l’anno.

29 giugno 2016