Accusato di disastro colposo insieme al capo dei vigili e tre dirigenti tecnici
Indagato Pizzarotti M5S per l'alluvione del 2014 a Parma

A distanza di un mese esatto dalla conferma del primo avviso di garanzia per abuso d’ufficio inviatogli dalla Procura di Parma che indaga sulle nomine al Teatro Regio; il 7 giugno scorso una nuova tegola giudiziaria ha colpito in piena fronte il neopodestà di Parma, Federico Pizzarotti.
Il primo sindaco d'Italia eletto per il Movimento 5 Stelle, questa volta in qualità di massima autorità di protezione civile in città, è finito nuovamente nel registro degli indagati della procura di Parma con l'accusa di disastro colposo in merito all'alluvione che nell'ottobre 2014 ha causato a Parma milioni di euro di danni.
Nel fascicolo affidato al Pubblico ministero (Pm) Paola dal Monte figurano anche i nomi del capo dei vigili, Gaetano Noè, del direttore dell’agenzia regionale di protezione civile, Gabriele Mainetti, dell’ex responsabile del servizio tecnico di Bacino, Gianfranco Larini, e dell’allora numero uno del servizio di protezione civile della Provincia, Gabriele Alifraco.
La Procura sta cercando di individuare le cause e le precise responsabilità a livello di Comune, Provincia, Regione che hanno provocato la paralisi del sistema di pre-allerta, nei giorni precedenti lo straripamento, e del mancato sistema di allarme, nelle ore drammatiche dell’esondazione del fiume Baganza.
I magistrati sono convinti che una maggiore cura e attenzione sui lavori di messa in sicurezza del greto del Baganza e un'adeguata opera di pulizia dell’alveo e rafforzamento degli argini avrebbero sicuramente limitato i danni e gli effetti devastanti della piena. Per questo motivo l’inchiesta coinvolge anche i tecnici regionali. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti c’è anche la cassa di espansione mai realizzata sul Baganza, nonostante il progetto già approvato nel 2011 con un protocollo d’intesa tra Comune, Regione Emilia-Romagna, Aipo, Provincia e ministero all’Ambiente.
Tra i vari aspetti che, già nel 2014, suscitarono polemiche e perplessità sulle responsabilità di Pizzarotti, c’è il famigerato fax, partito dalla prefettura sabato 11 ottobre alle 13.49, che avvisava dell’allerta 1. Il documento arrivato negli uffici del Comune, venne protocollato solo il lunedì dopo, il giorno del disastro. Quel sabato Pizzarotti si trovava a Roma, per la “tre giorni” del M5S al Circo Massimo.
All'epoca Pizzarotti spiegò che “l’annuncio della fase di attenzione era il 144esimo in regione dall’inizio del 2014, peraltro di livello 1, il più basso”.
Ma nei giorni seguenti fu smentito dagli stessi tecnici comunali che dissero: “il sindaco è stato informato personalmente della gravità del fenomeno in atto, per la prima volta, da una comunicazione telefonica del Capo di Gabinetto della Prefettura, pervenuta alle ore 16.25 del fatidico lunedì 13 ottobre”. Tant'è vero che già in tarda mattinata, alcuni comuni della Val Baganza, a monte della città, evacuarono le scuole.

13 luglio 2016