Scontro frontale tra due treni in Puglia
Strage ferroviaria
Oltre 27 morti e 50 feriti, per lo più pendolari e studenti
Lacrime di coccodrillo dei governanti, con in testa Renzi

Ventisette morti finora accertati e oltre 50 feriti in gran parte pendolari e studenti, rimasti incastrati nelle lamiere contorte dei due convogli di testa.
É il pesantissimo bilancio dello scontro frontale fra due treni di linea delle Ferrovie Nord Barese avvenuto nella mattinata del 12 luglio sul tratto a binario unico tra Andria e Corato in aperta campagna.
Si tratta di un dei più gravi incidenti ferroviario mai verificatosi in Italia. E purtroppo il bilancio delle vittime, fanno sapere dalla Protezione civile, sembra destinato ad aumentare perché tra le decine di feriti soccorsi negli ospedali di Andria, Barletta e Bisceglie circa una ventina versano in gravi condizioni. Tra loro anche un bambino di pochi anni portato in ospedale a bordo di un elicottero.
Ai primi soccorritori si è presentato uno scenario apocalittico con i due treni completamente sbriciolati e pezzi di lamiera sparsi ovunque.
"Una scena spaventosa, allucinante: questo è quello che ho visto", racconta un agente di polizia, con la divisa impolverata, impegnato a scavare fra i detriti. "Ho visto persone morte, altre che chiedevano aiuto, persone che piangevano. La scena più brutta della mia vita".
La procura di Trani ha subito aperto un fascicolo e avviato le prime indagini per omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario a carico di ignoti.
Appena appresa la notizia il premier Renzi ha annunciato il suo arrivo in Puglia in serata perché c'è "assoluta richiesta di capire i responsabili e fare totale chiarezza. Non ci fermeremo finché non chiariremo".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il presidente Mattarella, che ha rimarcato: "Bisogna fare piena luce su questa inammissibile tragedia: occorre accertare subito e con precisione responsabilità ed eventuali carenze".
In realtà si tratta di lacrime di coccodrillo per una strage annunciata da tempo i cui massimi responsabili stanno proprio dentro i governi centrale e locali, come al Regione Puglia capeggiata dal PD Emiliano che è peraltro responsabile del traffico locale. Sono loro che hanno permesso la privatizzazione selvaggia del trasporto pubblico locale e hanno dato quel tratto ferroviario, di proprietà di RFI, in concessione a Ferrotramviaria S.p.A società di trasporto pubblico romana ma a capitale interamente privato che in nome del massimo profitto ha perfino omesso l'installazione degli indispensabili sistemi automatici di protezione per la sicurezza del trasporto ferroviario, alcuni dei quali di costo irrisorio.
Quello che davvero “non è ammissibile” è che nel “Paese moderno, tecnologico ed efficiente” di cui il nuovo duce Renzi si riempe tutti i giorni la bocca siano ancora l'uso dispotivi e tecnologie di sicurezza risalenti agli anni 50 e per giunta su un binario unico.
Altro che ponte di Messina, Expo e Olimpiadi. Quello che “non è ammissibile” è che nel 2016 la Puglia, la regione più lunga d'Italia, che misura oltre 400 chilometri, sia la peggio servita dal trasporto pubblico su rotaia. Tutta la regione infatti viaggia su binario unico; il doppio binario esiste solo davanti alle stazioni per l'attesa dei treni in transito.
Parimenti, i veri responsabili di questa strage sono da ricercare anche tra i vertici di Ferrotramviaria S.p.A che incassano stipendi d'oro ma tagliano continuamente il costo dei servizi e della sicurezza. Infatti il tratto a binario unico, sul quale è accaduto l'incidente, e persino privo del sistema di sicurezza in grado di impedire l'errore umano (cioè segnale rosso, indipendentemente dal comando del Capo Stazione, in caso di linea occupata da un altro treno) ma, per decisione degli stessi responsabili di Ferrotramviaria S.p.A, consente di percorrerlo a una velocità di ben 100 chilometri orari per accorciare i tempi e realizzare più profitti.
Tutto sulla pelle delle masse popolari, lavoratori, pendolari e studenti che ci hanno rimesso la vita e a cui va tutta la nostra solidarietà e il nostro più sentito cordoglio.

13 luglio 2016