Conquistato il Campidoglio, il partito di Grillo emula gli altri partiti del palazzo
Parentopoli M5S a Roma
Il sottogoverno occupato da familiari e amici degli amici

Lo scontro fra la fazione del “raggio magico” capeggiata dalla neo sindaco di Roma Virginia Raggi e le fazioni presenti nel “mini direttorio” del boss Di Maio e della “faraona” Roberta Lombardi che nelle settimane scorse ha carattterizzato la spartizione degli assessorati in Campidoglio e il varo della prima giunta capitolina del M5S continua anche in “periferia” dove il nepotismo, il familismo, i legami di sangue, d'amore e di amicizia e soprattutto il ricorso al classico manuale Cencelli di democristiana memoria la fanno da padrone anche nell'assegnazione delle circa 300 poltrone di sottogoverno dislocate fra i quindici municipi capitolini.
Nemmeno l'intervento di Grillo che ha silurato la Lombardi e invitato la Raggi ad andare avanti è servito a sedare del tutto la rissa fra le diverse fazioni e lo sputtanamento di tutto il Movimento agli occhi dell'opionie pubblica.
Nel popoloso III municipio, guidato dalla minisindaca Roberta Capoccioni, ad esempio, Giovanna Teodonio, moglie di Marcello De Vito, pupillo della deputata Roberta Lombardi, il più votato in assemblea capitolina di cui è diventato presidente, è stata nominata assessore alla Sicurezza del personale e Polizia locale. In cambio la 27enne Veronica Mammì, già portaborse della deputata Federica Daga nonché fidanzata del bis-consigliere comunale Enrico Stefàno, uscente in VI municipio, è stata “trasferita d'ufficio” al VII (Appio-Cinecittà), dove la presidente Monica Lozzi le ha dato la delega alle Politiche Sociali. Un trasferimento studiato a tavolino per aggirare il vincolo dei due mandati consecutivi propagandato come un toccasana contro la corruzione e che invece rischia di trasformarsi in un boomerang dal momento che porterà alla Mammì un doppio vantaggio: da un lato, gli permette di saltare un mandato e quindi cadidabile alle prossime elezioni politiche o regionali fra un anno o due e, dall'altro, continua a riscuotere lo stipendio per il nuovo incarico ricoperto.
Altro che “meritocrazia, capacità e competenza” di cui cianciano i dirigenti grillini. Altro che “due mandati e poi a casa”. Basta cambiare assemblea elettiva ed il gioco è fatto; infatti oggi si cambia municipio di Roma, domani da consigliere regionale a senatore e nel giro di pochi anni avremo avremo frotte di riciclati a 5 Stelle, sindaci di piccole e grandi città che migreranno dal parlamento nazionale, a quello europeo, alla presidenza di regioni e viceversa e si scanneranno per una poltrona, esattamente come avvenne negli altri partiti e usando gli stessi metodi e la stessa politica nepotista e spartitoria ai tempi di Andreotti, Craxi, Forlani, Occhetto.
Non solo! Nel M5S può anche “capitare” che l'assistente alla comunicazione del deputato Enrico Baroni, Mario Podeschi, venga nominato assessore al Sociale in V municipio. Mentre l'architetto Giacomo Giujusa - consulente per le tematiche ambientali dell'onorevole Vignaroli, convivente della senatrice Taverna - conquisti la delega all'Ambiente e Lavori pubblici in XI. Con il dipendente Atac Alfredo Campagna, appena eletto presidente in XIV, già compagno di scuola di Andrea Severini, marito separato di Virginia Raggi, che proprio in quel territorio risiede.
Altro che "Uno vale uno"! Il canale privilegiato dei 5 stelle per entrare nelle istituzioni borghesi è lo stesso utilizzato dai Mastella, dai Gava, dai Pomicino e dai Mannino .
La conferma che il M5S invece di combattere la casta si è praticamente sostituito ad essa arriva dal VIII municipio. Nel parlamentino di via Benedetto Croce siedono una accanto all'altra Teresa Leonardi (40 preferenze) ed Eleonora Chisena (91), madre e figlia; Giuseppe Morazzano (41 voti) e Luca Morazzano (34), padre e figlio. Senza dimenticare Daniele Diaco e Silvia Crescimanno erano fidanzati quando, nel 2013, approfittando della doppia preferenza di genere, divennero entrambi consiglieri in XII. Nel frattempo si sono sposati: oggi lei è presidente del municipio, lui ha preso uno scranno in Campidoglio.
I casi di coppie pentastellate con incarichi di governo, del resto, sono molti: Di Maio-Virgulti, Nesci-Nuti, Giordano-Mantero, Taverna-Vignaroli. Così come i casi di parenti e amici assunti come collaboratori. Barbara Lezzi aveva assunto la figlia del suo compagno, Libera. Wilma Moronese ha preso come collaboratore il compagno Giuseppe Rondelli. Il senatore Andra Cioffi ha assunto Alessandra Manzin, fidanzata di Paolo Adamo, uomo della Casaleggio e assistente in Senato di Rocco Casalino, con delega ai social network.
Il nepotismo e il familismo pentastellato non si ferma tra le mura di Roma ma travalica i confini del Grande raccordo anulare e arriva anche in provincia. Per la precisione a Genzano, Comune dei Castelli Romani dove i pentastellati si sono imposti alle ultime amministrative, come del resto a Marino, Nettuno e Anguillara. In Consiglio comunale a Genzano sono stati eletti Elena Mercuri e Luigi Nasoni, moglie e marito che hanno approfittato alla grande della doppia preferenza di genere. Entra in Comune genzanese anche Daniela Fattori, sorella dell’omonima senatrice pentastellata.
Un caso curioso poi è rappresentato dall’VIII Municipio (Garbatella-Montagnola). Il minisindaco Pace sta attingendo alla mailing list pentastellata per varare la propria giunta.
Infine nello staff della neosindaca, sta per entrare Francesco Silvestri, ex collaboratore del senatore Endrizzi, già fidanzato di Ilaria Loquenzi, capo comunicazione alla Camera.
Insomma il Campidoglio, che rappresenta il trampolino di lancio per la conquista di Palazzo Chigi da parte del M5S, si sta trasformando in una sorta di ufficio di collocamento per familiari, parenti, amici e sostenitori del M5S con buona pace per tutti i milioni di elettori che in buona fede hanno creduto nel “cambiamento” promesso da Grillo e Casaleggio.

20 luglio 2016