Corruzione e falso ideologico anche al suocero, a tre imprenditori e a due dirigenti comunali
Indagato il renziano ex presidente del PD siciliano Zambuto

Dal nostro corrispondente della Sicilia
Tangenti per approvare i piani costruttivi del Piano regolatore generale (Prg) di Agrigento, lo ipotizza la Procura della Repubblica ad un anno dal blitz della polizia al Comune, che aveva portato al sequestro di atti del governo della città.
Le indagini, già partite da oltre un anno, hanno portato alla scoperta di indizi che vanno approfonditi. Per questo sono stati inviati ben sette avvisi di proroga delle indagini. Il provvedimento è stato firmato dal procuratore aggiunto di Agrigento, Ignazio Fonzo, e dai pubblici ministeri, Salvatore Vella e Alessandro Macaluso, nei confronti dell'ex sindaco Marco Zambuto, ex-democristiano promosso da Renzi a presidente del PD siciliano, il di lui suocero, il democristiano di lunga durata, Angelo La Russa
Fra i destinatari, oltre a Zambuto e La Russa, anche i tre imprenditori Paolo Vattano, Giuseppe Pullara, Salvatore Li Causi e due dirigenti comunali. Le ipotesi di reato sono corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità ideologica in atti pubblici, commessa dal pubblico ufficiale nell'esercizio delle proprie funzioni e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
L'indagine parte proprio dal boss democristiano Angelo La Russa, ex assessore regionale della Dc, particolarmente attivo nella costruzione della fortuna di Marco Zambuto e del PD renziano ad Agrigento.
Infatti, circa un anno e mezzo fa venne fuori una registrazione, fatta di nascosto oltre un anno prima dall’ex-vice presidente del consiglio comunale, Giuseppe Di Rosa, “Noi con Salvini”, costretto poi alle dimissioni dalle manifestazioni di piazza contro gettonopoli. In quella registrazione incriminata, Di Rosa riceve dal democristiano La Russa alcune proposte di incarichi in giunta. La vicenda non appare direttamente correlata con l'assalto al Prg di Agrigento, ma fa emergere il democristiano in pensione come l'eminenza grigia del PD renziano e del genero Maro Zambuto, allora sindaco PD di Girgenti.
Gli inquirenti stanno approfondendo i dati sulle carte, per comprendere quali fossero gl obbiettivi dello smantellamento del piano regolatore della città.
L’inchiesta ancora agli albori, ma ha già rivelato una verità politica: i democristiani di Sicilia, con il consenso di Renzi, sono i veri pilastri del PD neofascista sull'isola. Con Renzi sono tornati e si sono consolidati al potere ad Agrigento esattamente gli stessi politicanti borghesi che hanno provocato e accentuato con la loro rapacità i problemi delle masse popolari agrigentine. Ed esattamente, come nei decenni in cui hanno governato e massacrato la città, il loro interesse non è risolvere i problemi delle masse popolari, generare lavoro nella città che ha uno dei tassi di disoccupazione più alti d'Italia, dove il lavoro è quasi esclusivamente precario, il dramma dell'emigrazione attanaglia i giovani e decine sono le vertenze aperte. No, niente di questo, il loro primo tentativo quando tornano al potere è sempre quello di portare avanti i loro interessi di bottega. E possiamo dire a questo punto che se oggi si è riaperto a Girgenti il decennale tentativo di assalto mafioso al piano regolatore è solo grazie a Renzi.

27 luglio 2016