Ulteriore grave passo verso la riabilitazione definitiva del fascismo e del colonialismo
La Regione Toscana istituisce un “Treno del Ricordo” che porterà gli studenti in visita alla foiba di Basovizza
Grave la sostanziale equiparazione fra i crimini nazifascisti e la tesi revisioniste sui fatti del confine orientale. Mozione votata all’unanimità. Esultano i fascisti

Dal nostro corrispondente della Toscana
Alla fine la mozione 221 del 20/04/2016 è stata approvata con voto unanime: La Giunta regionale Toscana si impegna a “promuovere iniziative istituzionali tese a valorizzare il Giorno del Ricordo, compresa l’organizzazione, con cadenza biennale, di un viaggio di studio per gli studenti toscani alla Foiba di Basovizza, dichiarata monumento nazionale nel 1992 dal presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro”.
Il 10 febbraio 2016 il consigliere fascista capogruppo di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, ha presentato presso il Consiglio regionale toscano un documento nel quale si chiedeva di rinominare l’iniziativa “Treno della Memoria”, un viaggio di studio di cinque giorni ai campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau dedicato al ricordo delle vittime dello sterminio nazista giunto nel 2016 alla nona edizione, in “Treno della Memoria e del Ricordo” promuovendo l’inserimento del Monumento nazionale e della foiba di Basovizza all’interno dell’itinerario del suddetto Treno per “superare storiche contrapposizioni che ancora oggi non permettono una responsabile presa d’atto della storia e impediscono la creazione di una memoria nazionale comune e condivisa”. Nella seduta del 20 aprile, il consigliere Simone Bezzini ha espresso il voto favorevole del PD dichiarandosi pienamente soddisfatto dopo l’inserimento di alcuni emendamenti approvati rispetto alla versione originale. Anche Jacopo Alberti della Lega Nord ha sottolineato che “siamo contenti che la Toscana si possa attivare, e non solo con un Consiglio solenne, per ricordare tutti i morti che, al di là di ogni appartenenza, erano italiani”.
In ultima analisi non ci stupisce il sì arrivato anche da Paolo Sarti di “Sì-Toscana a sinistra” che ha affermato: “sembra che non ci sia l’intento di mettere insieme tutta la Memoria, come sarebbe giusto”. Di ciò ne trarranno senz’altro le dovute conseguenze quegli elettori che considerano il gruppo degli ex PD – ma ancora al suo servizio – antifascista.
Naturalmente esultano i fascisti che in un comunicato stampa di Donzelli dal titolo “Foibe: viaggio della Regione 2017: è fatto storico", sottolineano di essere “felici poiché grazie alla nostra proposta la Regione Toscana è la prima che organizza un'iniziativa del genere, un passo importante verso la pacificazione e la condivisione della memoria dei caduti italiani”. E prosegue: “ci rallegriamo del fatto che oltre al viaggio del Treno della Memoria, che ogni anno accompagna centinaia di studenti in visita nei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau la Regione preveda anche il viaggio per far conoscere ai giovani il dramma delle foibe e degli esuli istriano-dalmati. La memoria degli stermini deve essere condivisa e prevedere un arricchimento didattico degli studenti è lo strumento migliore per custodirla".
Nella mozione approvata non vi sarà più un unico treno “della Memoria e del Ricordo” come recitava l’originale testo proposto, ma due treni separati; tuttavia, rimane intatta l’originaria impostazione nazionalista, revisionista, filofascista e da memoria condivisa che fa da sfondo a tutta la vigliacca operazione.
Il programma del viaggio è ancora tutto da definire, ma intanto si stabilisce che la sua mèta principale sarà la foiba di Basovizza, e il capoverso su questo luogo è rimasto identico a quello proposto da Donzelli, secondo il quale le vittime sono generici “italiani” e i carnefici sono “partigiani jugoslavi”. La logica generale è chiaramente enunciata: considerato che si portano gli studenti ad Auschwitz e Birkenau, bisogna andare anche a Basovizza. Tutto uguale. Nessuna differenza. Eppure già un aritmetico conteggio dei morti non è per i revisionisti storici degno di essere preso in minima considerazione visto che alle poche migliaia di decessi sul fronte orientale, delle quali solo alcune centinaia “infoibati”, si dovrebbero contrapporre i 6 milioni di ebrei stimati della Shoah, i 22 milioni di morti fra i sovietici civili e militari e gli altri milioni di omosessuali, nemici politici e etnie minori sterminati dal nazifascismo.
È la stessa relazione dal titolo “Relazioni italo-slovene 1880-1956” approvata all’unanimità il 27 giugno 2000 dalla Commissione storico-culturale italo-slovena costituitasi nel 1993 sotto l’egida dei ministeri degli esteri dei due paesi e formata da storici italiani e sloveni, che parla di “centinaia di esecuzioni sommarie immediate – le cui vittime vennero in genere gettate nelle “foibe”. Tale documento è anche allegato come supporto storico al testo attuativo della mozione. Uccidere poi i propri nemici in guerra di Liberazione, in molti casi elementi collusi o facenti parte di un regime che si era macchiato delle peggiori nefandezze a partire dalla sistematica pulizia etnica, può essere paragonabile con l’infilare uomini, donne e bambini nelle camere a gas per il solo motivo di essere comunisti, antifascisti, ebrei, rom o omosessuali? Vale la pena ricordare non solo le angherie e le persecuzioni attuate dai fascisti contro il movimento operaio e le popolazioni croate e slovene nei vent’anni del loro regime, ma anche la sanguinaria occupazione della Jugoslavia dopo il 1941 e la collaborazione con i nazisti dopo l’8 settembre 1943, quando di fatto il Litorale adriatico venne incorporato nel Terzo Reich.
Detto questo è chiara dunque la volontà del governatore Rossi e compagnia di trasmettere alle nuove generazioni una visione del passato revisionista e nazionalista, e di riabilitazione stessa del fascismo e del colonialismo. È significativo che sia proprio la Toscana, che vanta una grande storia della Resistenza, a fare un ulteriore passo istituzionale verso la legittimazione della famigerata Giornata del Ricordo istituita nel 2004 per ricordare gli “infoibati”, che è il capolavoro politico della destra neofascista e del principale animatore della campagna che portò a istituirla, ossia Roberto Menia, fascista prima missino poi AN di Trieste, già sottosegretario in uno dei governi Berlusconi. Un “cavallo di Troia” per la riabilitazione del fascismo che trovò la complicità sia nel silenzio dello Stato Jugoslavo, sia in quello della “sinistra” borghese italiana, sul quale hanno marciato insieme i governi dell’ultimo ventennio del nostro Paese.
Rossi e tutto il Consiglio regionale, sposano dunque fino in fondo il vergognoso discorso di Giorgio Napolitano che nel 2007 a una celebrazione della Giornata del Ricordo descrisse le foibe facendone propria la retorica nazionalista e fascista, definendole un “moto di odio”, una “furia sanguinaria” e “disegno annessionistico slavo”, meritandosi la simmetrica reazione del presidente croato del tempo, Stipe Mesic, che riscontrò nel suo discorso “elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico”.
Ci auguriamo che le forze antifasciste, su tutte l’ANPI, scendano in campo per denunciare questo vile attacco alla Resistenza, promuovendo un ampio fronte unito nel quale noi faremo la nostra parte, per impedire un crimine storico, stavolta mosso direttamente da Rossi e dalla Regione Toscana approvando la mozione di Donzelli, che dà un altro contributo enorme al progetto di riabilitazione definitiva del fascismo e del revisionismo.
 

31 agosto 2016