Ripugnante xenofobia di “Charlie Hebdo”
Ieri contro gli islamici, oggi contro i terremotati del Centro Italia

 
La vicenda legata alle vignette con cui “Charlie Hebdo” si è presa gioco in modo vergognoso delle vittime del terremoto in Centro Italia, è l'occasione per riflettere su quanto perniciosa e ingannevole possa essere la propaganda mediatica borghese, che nel gennaio 2015 si era mobilitata in grancassa, a partire dai social network, per solidarizzare col giornale satirico francese bersaglio dell'attacco dei combattenti islamici di Al Qaeda. Molti erano cascati nella trappola del “Je suis Charlie”, anche perché tenuti volutamente all'oscuro delle nefandezze compiute dagli imperialisti francesi nel mondo arabo e in Africa, ora però la vignetta sul terremoto italiano ha giustamente suscitato l'indignazione di molti, compreso chi allora “era” Charlie.
Poco conta che “Charlie Hebdo” abbia poi provato a pararsi con una seconda vignetta che recita: “Italiani, non è Charlie Hebdo a costruire le vostre case, ma la mafia”. Il danno era ormai fatto e dimostrava che il giornale pseudo-satirico di Parigi è inguaribilmente razzista e vive di provocazioni xenofobe: ieri contro gli islamici, oggi contro i terremotati italiani. Chi si stupirebbe se una vittima sopravvissuta al terremoto, dopo avervi perso tutto, non solo la casa e gli averi di una vita ma anche la famiglia, fosse colto da una collera irrefrenabile verso chi ha dato fondo ai peggiori pregiudizi antitaliani (pasta, mafia e mandolino) per ridicolizzare la tragedia? È molto diverso dai musulmani vessati, bombardati e insultati un giorno sì e l'altro pure dall'imperialismo francese? C'è arrivato persino il direttore del Tg La7, Enrico Mentana. Pur non essendo certo un campione dell'antimperialismo, e comunque senza condannare il fogliaccio xenofobo francese, ha però commentato: “Scusate, ma Charlie Hebdo è questo! (…) Le vignette su Maometto anzi facevano alla gran parte degli islamici lo stesso effetto che ha suscitato in tutti noi questa sul terremoto”.
Oggi come ieri la libertà di satira non c'entra nulla: è il messaggio che si manda, in questo caso spregevole e odioso razzismo, la base su cui dobbiamo decidere con chi solidarizzare. Con questo non vogliamo appoggiare gli attacchi terroristici ai civili innocenti e incolpevoli, che, come abbiamo ribadito più volte, non condividiamo; ci interessa invece richiamare l'attenzione dei nostri lettori e, per quanto possibile, delle masse sul fatto che, allora, la propaganda imperialista ci chiese di firmare una cambiale in bianco a favore di un giornale che trasuda razzismo, senza ovviamente informare in proposito; cambiale che, ora, si è ritorta contro molti di coloro che l'avevano sottoscritta in buona fede, senza avere un quadro chiaro della situazione. Possa servire da utile lezione per il futuro.

7 settembre 2016