“Una magistrale lezione a trecentosessanta gradi”
“Studiamo, capiamo e applichiamo con determinazione il discorso di Scuderi 'Da Marx e Mao'”

Ritenendo che la seguente importante riflessione sullo storico discorso del compagno Giovanni Scuderi alla commemorazione di Mao, che il compagno Federico Picerni, Responsabile della Commissione giovani del CC del PMLI, ha inviato al Centro del Partito, sia di interesse generale e un utile stimolo alla lettura di tale discorso, lo stesso Centro la propone all'attenzione dei membri e dei simpatizzanti del PMLI e di tutti i lettori de “Il Bolscevico”, in particolare alle ragazze e ai ragazzi che lottano contro il capitalismo e l'imperialismo e il loro governo Renzi, e per una nuova società.
 
 
Al Centro
 
Cari compagni,
è stata una gioia partecipare alla Commemorazione di Mao di quest’anno, davvero una tornata storica, sia perché ricorreva il quarantennale, sia per l’importante discorso di respiro strategico tenuto dal compagno Scuderi. Un discorso davvero profondo e di straordinaria rilevanza, tanto per il tema quanto per il contenuto. Più passaggi mi hanno fatto pensare molto, così come immagino sia avvenuto a chi l’ha ascoltato a Firenze e a chi l’ha letto o lo leggerà dalle pagine de “Il Bolscevico”. Vorrei quindi mettere per iscritto e portare alla vostra conoscenza queste riflessioni, nella speranza di poter essere, nel mio piccolo, utile alla riflessione collettiva del Partito. Cercherò di essere conciso, anche se ci sarebbe da fare un nuovo discorso su ciascuno dei punti toccati.
Innanzitutto dobbiamo essere profondamente grati al compagno Scuderi per avere semplificato alla portata di tutti e condensato in “poche” parole argomenti tanto complessi e non immediati, ma anche per aver pronunciato il discorso con una carica e una vitalità davvero esemplari, giovanili, dalle quali tutti gli oratori marxisti-leninisti devono ispirarsi. È, inoltre, una lezione di sintesi. Ad ogni Commemorazione di Mao impariamo qualcosa di nuovo che ci arricchisce nella nostra conoscenza del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della realtà della lotta di classe, ma stavolta si può dire che abbiamo davvero avuto una magistrale lezione a trecentosessanta gradi.
Davvero è fondamentale, come dice il Segretario generale, fare “continui bagni di marxismo-leninismo-pensiero di Mao” come è questo stesso discorso. Non c’è altro modo per “acquisire la concezione proletaria del mondo per liberarci completamente e totalmente dalla ideologia, dalla cultura, dalla morale, dalla politica e della pratica sociale borghesi; per rivoluzionarizzare integralmente la propria mentalità, coscienza, modo di pensare, di vivere e di agire conformemente al materialismo dialettico e al materialismo storico e mettendo al bando ogni forma di idealismo, di metafisica, di revisionismo e di riformismo; per dare dei contributi rivoluzionari e marxisti-leninisti qualificati alla costruzione del Partito e alla trasformazione dell'Italia in senso socialista”. Se rinunciassimo a farlo, inevitabilmente perderemmo la bussola, ci priveremmo della scienza che, nata e sviluppatasi – ci ricorda Scuderi – attraverso l’analisi del capitalismo e dello sfruttamento e la lotta alle varie correnti revisioniste che l’hanno voluta svuotare del suo contenuto proletario e rivoluzionario, ci permette di capire il mondo e soprattutto cambiarlo, poiché attraverso questo studio capiamo davvero il motivo per cui “il capitalismo non è compatibile con gli interessi e i bisogni del proletariato e delle masse e quindi va soppresso, e che il socialismo non è conquistabile senza la rivoluzione proletaria e stando nei limiti della Costituzione”. E, su questa base, dobbiamo aprire gli occhi alle masse e soprattutto sforzarci di ridare al proletariato la sua coscienza di classe. Del resto, tutti i falsi comunisti di oggi e di ieri, d’Italia e del resto del mondo, a partire dal PCI, non hanno fatto l’ignobile fine che abbiamo sotto gli occhi, di cani da guardia del capitale e del potere borghese anziché suoi nemici implacabili, abbagliati dalla Costituzione e dal parlamentarismo, proprio perché hanno gettato alle ortiche il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la via rivoluzionaria dell’Ottobre?
Un aspetto che, a mio avviso, colpisce particolarmente del discorso di Scuderi è la sua capacità di calare Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao nella “nostra dimensione”, ricordandoci che hanno avuto un percorso di vita e militanza non diverso da quello della maggioranza di noi: come noi, infatti, erano animati da un forte desiderio di cambiare il mondo, ma, come quasi tutti noi, all’inizio hanno avuto concezioni o esperienze non comuniste, addirittura religiose e piccolo-borghesi, prima di approdare al socialismo scientifico, riconoscerne la verità e armarsi di esso per abbattere il capitalismo. Ciò li rende ancor più vivi e vicini a noi come modelli ai quali ispirarci veramente per cambiare il mondo e noi stessi.
Il compagno Scuderi ci sprona dunque ad una profonda riflessione sul senso della nostra militanza marxista-leninista e, avvalendosi anche delle famose dieci citazioni di Mao, ci ricorda ancora una volta le caratteristiche che ciascuno di noi deve sforzarsi di acquisire per vivere in piena coerenza con questa scelta rivoluzionaria e per fare bene la lotta di classe e il lavoro di costruzione di un grande, forte e radicato PMLI. Dobbiamo tenere ferma la nostra missione storica per l’Italia unita, rossa e socialista e su questa base migliorare costantemente il nostro lavoro, sia collettivo sia il nostro personale stile e impegno, e “preoccuparci di dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso – e lavorare sodo in questo senso! – radicandolo ed estendendolo nelle città e regioni dove siamo presenti, in modo da ricavarne le forze per espanderlo in tutta Italia”. Ciascuno al proprio posto di combattimento, dando il massimo che può dare della propria forza intellettuale e fisica in base alle sue capacità, conoscenze ed esperienze. Tutti, sulla base delle citazioni di Mao e del discorso di Scuderi, dovremmo riflettere attentamente e con senso autocritico su cosa possiamo migliorare di noi stessi e del nostro impegno marxista-leninista. In tal senso può aiutarci la critica del Partito e degli altri compagni, che è preziosa e non va presa sul personale o rifiutata, anzi rientra nella migliore tradizione e nel più nobile stile di lavoro del Partito.
Un ragionamento, questo, che sarebbe molto utile anche a tutti coloro che si dichiarano comunisti, pur militando in altri partiti o gruppi. Come ha aggiunto il compagno Scuderi in una delle sue importanti orazioni a braccio, “le chiacchiere e i discorsi non servono a nulla, se non vengono messi in pratica. Non si può dire 'io sono comunista' e fine. Si dice 'io sono comunista perché vivo, penso, lotto e agisco da comunista'” . È simile a quanto avvertiva Lenin nella sua opera fondamentale Stato e Rivoluzione smascherando i revisionisti di allora: “Colui che si accontenta di riconoscere la lotta delle classi non è ancora un marxista, e può darsi benissimo che egli non esca dai limiti del pensiero borghese e dalla politica borghese. Ridurre il marxismo alla dottrina della lotta delle classi, vuol dire mutilare il marxismo, deformarlo, ridurlo a ciò che la borghesia può accettare. Marxista è soltanto colui che estende il riconoscimento della lotta delle classi sino al riconoscimento della dittatura del proletariato. In questo consiste la differenza più profonda tra il marxista e il banale piccolo-borghese”. Non si accontentino, queste compagne e questi compagni, di dare la loro fiducia a chi sventola la bandiera rossa: si accertino che la linea sia autenticamente marxista-leninista e proletaria rivoluzionaria, altrimenti li abbandonino al loro destino e vengano con noi!
Dal Segretario generale giunge infine un preziosissimo suggerimento concreto di lavoro che, se applicato correttamente ed esteso a tutto il Partito, può non soltanto imprimere un salto di qualità ai nostri interventi e articoli, ma anche farci capire meglio dalle masse e consentirci finalmente di radicarci fra di esse: “La piazza – spiega Scuderi – è il nostro ambiente ideale e naturale di lotta, assieme a quello delle fabbriche, dei campi, delle scuole e delle università. Frequentiamola il più possibile per diffondere i messaggi del Partito, per raccogliere le rivendicazioni, le idee, le proposte e le informazioni delle masse e per stringerci sempre più ad esse. Gli ambienti in cui operiamo devono essere conosciuti a fondo e studiati in maniera sistematica e tale da aiutarci a intervenire con volantini, documenti, comunicati stampa, articoli ben calibrati e fondati sulla realtà concreta. Come è stato fatto in occasione delle ultime elezioni comunali, esemplare in questo caso il programma e gli articoli elettorali della Cellula ‘Mao’ di Milano. Nei nostri interventi orali e scritti – continua il compagno, e questo è importantissimo – teniamo sempre presente tre cose: massima dialettica, argomentazione e documentazione. Prima di scrivere un pezzo (documento, articolo, volantino, discorso, comunicato stampa) su un qualsiasi tema, bisogna leggere l’ultimo pezzo che è stato scritto dalle istanze o dalle Commissioni centrali del Partito o da ‘Il Bolscevico’ e chiedersi se è giusto o sbagliato. Se è sbagliato, è necessario correggerlo attraverso il pezzo che stiamo scrivendo; se è giusto, occorre attualizzarlo e vedere se è possibile aggiungervi qualcos’altro”. Privilegiando il megafono alla tastiera.
Nulla da aggiungere sull’esauriente analisi di Renzi e del Movimento Cinque Stelle, che non lascia scampo alle menzogne dell’uno e dell’altro e in particolare smaschera il M5S come puntello del capitalismo, che punta a cambiare nomi e facce ma non il sistema economico fondato sullo sfruttamento capitalistico che condiziona tutto il resto.
Ora si tratta di assimilare questo discorso all’interno del Partito ma anche portarlo al di fuori di esso, alle masse, nel nostro “ambiente naturale” come dice Scuderi. Certo non è facile, specie perché il proletariato è in uno stato premarxista, ma se persino i riformisti devono rispolverare la parola “socialismo”, che pensavano di avere definitivamente sotterrato dopo il crollo del muro di Berlino, evidentemente la classe dominante borghese teme il risveglio rivoluzionario che potrebbe essere provocato dalle diseguaglianze e dalle contraddizioni sociali acuite dalla crisi. Inoltre abbiamo occasioni preziose per far passare il nostro messaggio e penso ora alla fondamentale battaglia per il NO: certo ben si presta alla nostra denuncia del capitalismo il fatto che la controriforma neofascista di Renzi ha l’appoggio entusiasta di tutto il complesso finanziario e industriale nostrano, a partire da nemici giurati dei lavoratori come Marchionne e la Confindustria, e ricalca il progetto della P2, ossia di ricconi e magnati come Berlusconi, per non parlare del fatto che è stata sollecitata da un colosso della finanza mondiale come JP Morgan.
Certo, non abbiamo molti mezzi, pertanto dobbiamo sforzarci di non lasciarci sfuggire le occasioni che si presentano. D’altra parte questo dimostra che noi non prendiamo un soldo dallo Stato borghese ma veniamo dalle masse e ne condividiamo le sofferenze economiche; possiamo contare unicamente sul loro sostegno e, quando le masse hanno meno, necessariamente ha meno anche il PMLI. Possono dire lo stesso Renzi, in volo sul suo costosissimo “Air Force Renzi” da milioni di euro, o Grillo mentre prende il sole sul suo yatch extralusso? Dobbiamo però ingegnarci per superare questo grave ostacolo economico.
Dal compagno Scuderi impariamo anche ad avere fiducia ea stare sempre con lo sguardo rivolto ai giovani, che dobbiamo raggiungere, con cui dobbiamo instaurare un dialogo e trasmettergli nelle dovute forme il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e l’ideale del socialismo. Per farlo dobbiamo essere presenti nelle loro lotte e spronarle alla ribellione contro il capitalismo, illustrando le nostre ragioni con la “massima dialettica, argomentazione e documentazione”.
Studiamo, capiamo e applichiamo con determinazione il discorso di Scuderi “Da Marx a Mao”!
Tutto per il PMLI, il proletariato e il socialismo!
Con i Maestri e il PMLI vinceremo!
Federico

21 settembre 2016