Documento della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI
Studiamo, capiamo, applichiamo e propagandiamo il discorso di Scuderi “da Marx a Mao” per trasformare l’Italia e noi stessi

 
La Commemorazione di Mao che si è tenuta domenica 11 settembre 2016 presso il Palazzo dei Congressi di Firenze non rimarrà solo nella storia del Partito al pari delle altre, ma sarà invece ricordata nel tempo per qualcosa in più che ha trasmesso a tutto il Partito, per l’energia, la chiarezza e la profondità che contraddistinguono il Segretario generale compagno Giovanni Scuderi, nel suo discorso “Da Marx a Mao” pronunciato con forza, in forma ridotta per questioni di tempo ma poi pubblicato integralmente su “Il Bolscevico” n. 34/16.
Un discorso che non è limitato al momento in cui è stato pronunciato, ma al contrario ha una portata storica perché non solo ha attualizzato gli insegnamenti del grande Maestro del proletariato internazionale Mao alla nostra situazione specifica, in base ai compiti del nostro Partito, ma anche perché ha rinforzato il filo rosso, la catena d’acciaio rossa che lega indissolubilmente i nostri cinque grandi Maestri Marx, Engles, Lenin, Stalin e Mao “sui temi teorici, politici, economici e organizzativi che riguardano l’emancipazione del proletariato, la trasformazione della società capitalista, il socialismo, l’imperialismo, le guerre di liberazione nazionali ” in un susseguirsi ininterrotto; un po’ come in una corsa a staffetta dove i vari corridori si passano il testimone, i Maestri appunto, da Marx a Mao, si sono passati il “testimone rosso” del socialismo scientifico.
Il tema di questa commemorazione era complesso e difficile da sintetizzare, ma il compagno Scuderi è riuscito magnificamente a riportare i principali meriti storici dei Maestri, partendo da Marx ed Engels che sono stati i primi ad impugnarlo e a sostenerlo apertamente dando vita ad una nuova cultura, quella del proletariato, in contrapposizione a quella della borghesia, che è il liberalismo, e indicando “la via dell’emancipazione del proletariato e di tutta l’umanità attraverso la rivoluzione proletaria, la dittatura del proletariato, il socialismo e il comunismo sotto la direzione del Partito comunista finché non viene estinto nel comunismo come lo Stato ”.
Il “testimone rosso” è poi passato nelle mani di Lenin e di Stalin, il primo l’ha applicato e sviluppato, dando vita al primo paese socialista al mondo, il secondo ha fatto altrettanto l’ha strenuamente difeso dai revisionisti e dai trotzkisti fino alla sua morte, solo dopo, col colpo di Stato di Krusciov al XX Congresso del Pcus, la borghesia ha fatto breccia nel Partito e nello Stato sovietico per corroderli da dentro e abbatterli.
Il “testimone rosso” è stato quindi raccolto da Mao che l’ha portato al massimo dello splendore grazie alla Lunga Marcia, alla Rivoluzione di nuova democrazia, alla Rivoluzione socialista, all’edificazione del socialismo e alla Grande Rivoluzione Culturale Proletaria che nel 1967 ci ha aperto gli occhi sul revisionismo e sul riformismo e indicato la via da seguire in Italia per la rivoluzione socialista e la sua prosecuzione nel socialismo.
Il discorso di Scuderi ha tracciato un prezioso bilancio della storia del socialismo scientifico e ha rimarcato come “gli insegnamenti di carattere universale tutt'oggi si ricavano solo da Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, gli unici grandi maestri del proletariato internazionale. Tutti e cinque hanno per noi la stessa importanza e li consideriamo di pari livello. Il pensiero di ciascuno di essi ci è indispensabile per trasformare l'Italia e noi stessi. Anche se abbiamo un rapporto del tutto particolare, specifico e storico con Mao”.
Come ha evidenziato Scuderi “Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao non finirà mai di svilupparsi, è una scienza e in quanto tale non può non svilupparsi in base alle nuove conoscenze, alle nuove esperienze, ai nuovi avvenimenti nazionali e internazionali, alle novità della lotta di classe e della lotta per la produzione ”. Ma ancora non ci sono stati degli sviluppi di carattere universale. anche se nel nostro Paese dobbiamo tantissimo al nostro Segretario Generale compagno Giovanni Scuderi che ha guidato, e guida, il PMLI fedelmente sulla via tracciata da Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao.
Ed è grazie anche e soprattutto al compagno Scuderi se il “testimone rosso” del socialismo scientifico in Italia è stato raccolto dal PMLI, che tutt’ora lo impugna con forza e che con modestia ha apportato dei contributi al marxismo-leninismo-pensiero di Mao circa il Partito, la posizione elettorale, il sindacato e la lotta antimperialista e al revisionismo, contributi che si riferiscono alla situazione concreta del nostro Paese.
Sono quasi 40 anni che il PMLI si batte con tutte le sue forze determinato a raggiungere la meta tanto ambita di abbattere il capitalismo, conquistare l’Italia unita, rossa e socialista e dare tutto il potere politico al proletariato, ma ancora non vi è riuscito principalmente a causa delle ridotte forze, della povertà economica e della deideologizzazione, decomunistizzazione e derivoluzionarizzazione del proletariato che attualmente si trova in uno stato pre-marxista, cioè sostanzialmente non è cosciente del proprio ruolo e dei propri compiti politici e storici, della necessità del Partito rivoluzionario, della lotta di classe e della rivoluzione socialista.
Nel suo discorso Scuderi si è soffermato proprio sulla questione del Partito invitandoci ancora una volta a riflettere, e ad agire di conseguenza, in quanto elemento fondamentale e insostituibile della lotta di classe per il socialismo, dedicando alla sua cura e al suo sviluppo le nostre forze principali per dargli un corpo da Gigante Rosso.
Partendo dai Maestri che “hanno sviluppato la concezione proletaria del Partito, specialmente per quanto riguarda la struttura, la composizione, il centralismo democratico e la risoluzione delle contraddizioni al suo interno ” il compagno Scuderi ha poi ripercorso la lotta dei marxisti-leninisti italiani per costruire un forte, radicato e legato alle masse partito autenticamente proletario, rivoluzionario e marxista-leninista così come insegna Mao: “nell’epoca del capitalismo e dell’imperialismo è necessario un partito rivoluzionario come il partito comunista. Senza un tale partito il popolo non può assolutamente rovesciare i nemici che l’opprimono”.
Una strada tutta in salita quella percorsa sinora, e che tale rimarrà ancora per diverso tempo, ma questo non ci deve scoraggiare perché dobbiamo essere coscienti di come questo sia parte della lotta per il socialismo. Per questo il compagno Scuderi ha esortato i militanti del PMLI a fortificare lo spirito proletario rivoluzionario, a tenere alto l’entusiasmo rivoluzionario, ad elevare la combattività, a rinsaldare la determinazione con la quale si conduce la lotta di classe, indipendentemente dalle condizioni specifiche, e senza farsi condizionare dalle pressioni in famiglia, sul lavoro, a scuola, tra gli amici.
Alla base di tutto sta la trasformazione della propria concezione del mondo in senso proletario rivoluzionario e la trasformazione di sé stessi come marxisti-leninisti “per liberarsi completamente e totalmente dalla ideologia, dalla cultura, dalla morale, dalla politica e della pratica sociale borghesi; per rivoluzionarizzare integralmente la propria mentalità, coscienza, modo di pensare, di vivere e di agire conformemente al materialismo dialettico e al materialismo storico e mettendo al bando ogni forma di idealismo, di metafisica, di revisionismo e di riformismo, per dare dei contributi rivoluzionari e marxisti-leninisti qualificati alla costruzione del Partito e alla trasformazione dell'Italia in senso socialista”.
Non dobbiamo temere le difficoltà né l’isolamento perché finché resteremo legati al Partito e alle masse non saremo mai da soli. Dobbiamo prendere esempio dai Maestri ma anche dai militanti più anziani, dai primi pionieri del Partito che hanno aperto in Italia la strada del socialismo in mezzo a mille difficoltà e che ancora oggi sono fedeli alla causa rivoluzionaria, trasmettendo poi la passione e le conoscenze ai nuovi militanti che via via prendono il loro posto di combattimento nel PMLI, che vanno presi per mano finché non sono in grado di camminare ideologicamente, politicamente e organizzativamente con le proprie gambe, per assolvere tutti insieme i propri doveri e compiti rivoluzionari senza nulla concedere al revisionismo, al riformismo, al pacifismo e alle illusioni elettorali, parlamentari e governative, praticando il centralismo democratico e la critica e l'autocritica, procedendo in cordata con spirito unitario per scalare le montagne politiche che ci stanno di fronte, avendo fiducia nel Partito e nel proletariato.
Scuderi ci ha ben detto che “dobbiamo rafforzare lo spirito rivoluzionario e la militanza di Partito facendo continui bagni di marxismo-leninismo-pensiero di Mao e bagni di massa cercando di incarnare quanto più possibile le dieci indicazioni di Mao sui militanti marxisti-leninisti che sono state pubblicate con grande rilievo sul numero 27 del 2015 de ‘Il Bolscevico’ ”, immergendoci nello studio ma al contempo tra le masse, perché lo studio si fa anche nelle piazze, nelle scuole, nelle fabbriche, nei quartieri popolari, così come la lotta di classe si fa anche studiando i testi dei Maestri e la linea del Partito.
Fornendoci delle istruttive indicazioni da seguire per adempiere alla nostra missione storica, nel suo discorso il Segretario generale ci sprona a procedere “migliorando il nostro lavoro giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza, azione dopo azione, analisi dopo analisi, discorso dopo discorso, articolo dopo articolo, studio dopo studio; occupandoci dei problemi quotidiani delle masse; applicando la parola d’ordine ‘Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi concentrarsi sulle priorità, studiare’; il tutto sulla base della linea, delle indicazioni e delle misure del 5° Congresso nazionale del PMLI e dei documenti successivi del Comitato centrale e dell’Ufficio politico del Partito ”.
Occorre quindi che tutte le istanze e i militanti del Partito diventino dei punti di riferimento riconosciuti e stimati dalle masse del proprio ambiente di lavoro, di vita e di studio. Determinante è la conoscenza della realtà concreta in cui si opera. Infatti la pratica dimostra che non è sufficiente la conoscenza del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della linea del Partito per ottenere dei risultati nel proselitismo e nel lavoro di massa. Occorre assolutamente conoscere la propria situazione concreta e intervenire sui problemi concreti delle masse cui facciamo parte. “La piazza - ci ricorda Scuderi - è il nostro ambiente ideale e naturale di lotta, assieme a quello delle fabbriche, dei campi, delle scuole e delle università. Frequentiamola il più possibile per diffondere i messaggi del Partito, per raccogliere le rivendicazioni, le idee, le proposte e le informazioni delle masse e per stringerci sempre più ad esse”.
Come ci ha ben chiarito il Segretario generale “Oggi più che preoccuparci di quando arriverà il socialismo, di quando avverrà la svolta rivoluzionaria della lotta di classe, di quando il proletariato si schiererà con noi, dobbiamo preoccuparci di dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso radicandolo ed estendendolo nelle città e regioni dove siamo presenti, in modo da ricavarne le forze per espanderlo in tutta Italia. Questo deve essere il nostro obiettivo strategico a medio termine. Questo è quello che ci è richiesto dall’attuale lotta di classe e dall’attuale situazione del nostro Paese. Se non ce la facciamo a raggiungere tale obiettivo a medio termine, non ci resta che rilanciarlo una o più volte fino a conquistarlo. Non tutto dipende da noi, cioè dalle nostre capacità e dal nostro impegno. Noi abbiamo in mano solo metà della chiave del problema, l’altra metà l’hanno la lotta di classe, il proletariato e le nuove generazioni”. Porsi altri obiettivi, cercare scorciatoie, sporgersi per cercare di vedere oltre la montagna che ci opprime, il capitalismo, rischia solamente di farci cadere, sbagliare strada, allungando ulteriormente i tempi, e quindi non può portare nessun beneficio al Partito e alla conquista del socialismo, e quindi neanche a noi stessi. Non dobbiamo agire in base ai nostri desideri ma attenerci ai fatti cercando di modificarli in senso proletario e rivoluzionario. Il discorso commemorativo ci insegna ad attenerci fermamente alla pratica, liberandoci dall’individualismo e dal soggettivismo.
Il compagno Scuderi ha toccato una grande quantità di aspetti legati alla lotta di classe e alla costruzione del Partito, e ognuno richiede un approfondimento specifico, lo studio e la discussione, sia a livello individuale che collettivo, sia all’interno del Partito che coinvolgendo simpatizzanti e amici, organizzando riunioni e incontri di studio. Tutti i militanti del Partito hanno il dovere di studiare il suo discorso, capirlo e applicarlo in quanto esso detta la linea del Partito, e anche i simpatizzanti stretti sono invitati a farlo se vogliono dare il loro contributo, ma non basta, occorre infatti, come sempre, coinvolgere le masse, in primo luogo proletarie, giovanili e studentesche, propagandarlo tra di esse affinché possano conoscere il punto di vista dei marxisti-leninisti sulla storia del socialismo, sulla necessità del Partito rivoluzionario per conquistarlo, su cosa bisogna fare per far progredire la lotta di classe.
Nell’immediato dobbiamo “partecipare attivamente e senza risparmio di energie alla battaglia referendaria, unendosi a tutte le forze con le quali è possibile unirsi, entrando nei Comitati per il NO promossi dalla ‘sinistra’ borghese, pur mantenendo ferme le nostre motivazioni, che vanno esposte con la massima dialettica e con spirito unitario. Fino alla celebrazione del referendum dobbiamo concentrarci interamente su questa fondamentale battaglia antifascista” che costituisce un passaggio cruciale della lotta per liberarsi del governo Renzi.
Il discorso di Scuderi rappresenta una potente arma ideologica, teorica, politica e organizzativa per combattere i nemici di classe e i loro lacchè, lasciare quest’arma in un cassetto o in uno scaffale a prendere polvere sarebbe un grave errore politico, dobbiamo impugnarla e portarla alle masse affinché la possano fare propria e usarla per combattere la classe dominante borghese e cacciare il nuovo duce Renzi prima che compia ulteriori danni.
Come ci ha esortato il compagno Scuderi, dobbiamo rimanere “uniti e in cordata, aiutandoci l’un l’altro a scalare le montagne che ci attendono nella nostra Lunga Marcia politica e organizzativa…Ciascuno in base alle proprie possibilità e capacità e secondo il posto e il ruolo che il Partito ci ha assegnato. Con tranquillità e serenità,senza affanni, un passo per volta, imparando e insegnando gli uni dagli altri, dando il meglio di noi stessi, tenendo ben alte le bandiere dei grandi maestri del proletariato internazionale, del socialismo, dell’anticapitalismo, dell’antimperialismo, dell’antifascismo, dell’antirazzismo, dell’internazionalismo proletario e del PMLI” .
Studiamo, capiamo, applichiamo e propagandiamo il discorso di Scuderi da “Marx a Mao” per trasformare l’Italia e noi stessi!
Con Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao per sempre contro il capitalismo per il socialismo!
Viva il marxismo-leninismo-pensiero di Mao!
Viva il compagno Scuderi!
Cacciamo il nuovo duce Renzi!
Tutto per il PMLI, il proletariato e il socialismo!
Avanti, avanti, avanti con forza e fiducia verso l’Italia unita, rossa e socialista!
Con i Maestri e il PMLI vinceremo!
 
La Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI

26 settembre 2016