Promossa da varie organizzazioni
Si allarga la protesta contro il Fertility day
“Lorenzin dimettiti”

In risposta alla famigerata campagna fascista, razzista e antifemminile “Fertility day”, voluta dalla ministra della Salute Lorenzin del governo del nuovo Mussolini Renzi, il 22 settembre migliaia donne e uomini, ragazze e ragazzi in prevalenza studentesse e studenti hanno animato molte piazze italiane dando vita alla contro-campagna “Fertility Fake”, partita in un primo momento sui social network. Dal Nord al Sud si sono mobilitati con lo slogan: "Porta in piazza la tua attesa" (fra i promotori Cgil, Arci, Act, Artemisia, Unione degli Universitari, Rete degli studenti medi, Unite in rete, Libere tutte, Coordinamento contro la violenza di genere e il sessismo).
Così mentre si tenevano le tavole rotonde volute dalla Lorenzin sulla natalità in diversi centri italiani fuori si tenevono i presidi di donne e uomini che simulando una gravidanza con i cuscini sotto le maglie e con la clessidra in mano (simbolo della campagna ministeriale) replicavano: "Siamo in attesa, ma di un posto di lavoro fisso, reddito ed asili nido”. A Roma sono in tanti a presidiare via del Babuino "Noi non ce ne andiamo", "fateci entrare" e "Lorenzin dimettiti". Ogni manifestante con un cartello in cui c'era scritto la propria attesa: casa, lavoro, rinnovo di contratto, reddito. Tutte attese "che non si conciliano con quella di essere genitori" a detta dei manifestanti.
A Cagliari molti gli studenti che hanno aderito al flash mob organizzato dal Link coordinamento universitario e Unione degli studenti Sardegna sempre con il pancione e distribuendo volantini in cui si leggeva: “In attesa di un paese in cui avere o non avere un figlio possa essere una scelta” e ancora “Fuori il governo dai nostri corpi”.
Ma cosa è il Fertility Day? La giornata, secondo quanto scritto sul sito del ministero della Salute servirebbe a "richiamare l'attenzione di tutta l'opinione pubblica sul tema della fertilità e della sua protezione”. Per focalizzare bene “il pericolo della denatalità nel nostro Paese".
La campagna sulla natalità della Lorenzin è chiaramente di stampo mussoliniano, razzista, xenofoba, omofoba e antifemminile. Offende gravemente le masse femminili e le umilia. Offende le coppie che purtroppo non possono avere figli. Offende le coppie gay.
Non solo per le immagini che accompagnano la campagna, fra l'altro ritirate all'indomani della montante protesta, dove si inneggia a “Stile di vita corretti” correlando “Le buone abitudine da promuovere” con la foto di un gruppo di amici sorridenti al mare donne e uomini quasi tutti con occhi azzurri e pelle rosea, mentre “I cattivi 'compagni' da abbandonare” un gruppo di ragazzi fra cui si nota un africano, un altro coi capelli rasta che fumano e bevano in un buio scantinato o quella della ragazza con la clessidra in mano “la bellezza non ha età la fertiità sì”, ma soprattutto per i contenuti che questa campagna vuole imporre.
Non si tratta di un “errore tecnico” come si è maldestramente giustificata la ministra. Le parole di Renzi alla trasmissione “Otto e mezzo” andata in onda su La 7, “Tecnicamente parlando, dal punto di vista della comunicazione il tutto è inguardabile", non vogliono dire che il governo si dissocia da quella campagna, anzi! Vuol dire solo che lui avrebbe scelto una foto diversa per pubblicizzare lo stesso prodotto. Infatti ha continuato a difendere a spada tratta la Lorenzin e a negare qualsiasi ipotesi di dimissioni della ministra.
La campagna del Fertility day assomiglia da vicino a quella che lanciò Benito Mussolini negli anni '20 in quella che chiamò “battaglia demografica”: un progetto complesso finalizzato a un aumento forzato della popolazione e sviluppato su più fronti. Fra cui vi era da una parte la volontà di inibire il celibato e il matrimonio tardivo e a punire le pratiche contraccettive e l’interruzione di gravidanza, e dall'altra l'incoraggiamento del matrimonio, delle nascite, e delle famiglie numerose.
Il Fertility day conferma la cultura reazionaria e antifemminile che animava ieri Mussolini e oggi anima il governo Renzi, basata sulla triade “dio, patria e famiglia”. Ed essa va di pari passo con l'attacco generalizzato ai diritit delle donne e in particolare alla interruzione di gravidanza. Dobbiamo cacciare la ministra Lorenzin e il governo del nuovo duce Renzi prima che sia troppo tardi, prima che faccia terra bruciata di tutti i diritti sociali conquistati.

28 settembre 2016