Documento della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI
Dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso
È l’obiettivo strategico a medio termine indicato da Scuderi

Il compagno Scuderi, in occasione della Commemorazione di Mao, col suo storico discorso “Da Marx a Mao” ci ha nuovamente e con forza spronato a fare tutto quanto è nelle nostre possibilità, procedendo con calma ma anche con determinazione, per raggiungere l’obiettivo strategico a medio termine di dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso, passo dopo passo, attraverso ripetuti e prolungati sforzi fino a che tale traguardo non sarà conseguito.
Un traguardo che per ora non si scorge, in quanto siamo ancora di fatto nella fase pionieristica del Partito, nonostante gli enormi sforzi che sin dal 1967, con l’esperienza in due falsi partiti comunisti marxisti-leninisti, con la fondazione dell’OCBI m-l e dei Gruppi di studio e di propaganda del pensiero di Mao nel 1969 e poi del PMLI il 9 Aprile 1977, sino ad arrivare a oggi, hanno compiuto i militanti e i dirigenti del Partito, a partire dai primi pionieri, ancora fedeli alla causa, con in testa il compagno Scuderi.
Tanta strada ha percorso il Partito sinora, e tutta in salita, e ancora tanta ne dovrà percorrere prima di aver messo radici in tutte le regioni del nostro Paese, in tutte le città, nei quartieri, soprattutto nelle fabbriche, nelle scuole. Un obiettivo che, per quanto possa sembrare difficile da raggiungere, deve rimanere al centro della nostra azione politica, ogni attività che svolgiamo deve essere infatti condotta nell’ottica di dare al Partito un corpo da Gigante Rosso.
Per quanto ogni marxista-leninista ambisca legittimamente alla conquista del socialismo, a vivere nella società socialista, deve però essere cosciente che questo potrebbe non avvenire durante la nostra vita, ma deve al contempo essere altrettanto cosciente che quanto stiamo facendo è necessario e indispensabile affinché un giorno le porte del socialismo possano schiudersi nel nostro Paese.
Per un marxista-leninista l’importante non è tanto il raggiungimento del traguardo del socialismo, quanto percorrere il proprio tratto di strada facendo tutto il possibile affinché un giorno il traguardo possa essere raggiunto, se non lo faremo noi lo faranno le generazioni che ci seguiranno, la montagna del capitalismo non può crescere e col tempo verrà spianata, allora la storia che stiamo compiendo noi verrà celebrata e ricordata in eterno come base e partenza della lotta per il socialismo in Italia.

La strada da percorrere
È lo stesso compagno Scuderi a ricordarci che “Oggi più che preoccuparci di quando arriverà il socialismo, di quando avverrà la svolta rivoluzionaria della lotta di classe, di quando il proletariato si schiererà con noi, dobbiamo preoccuparci di dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso radicandolo ed estendendolo nelle città e regioni dove siamo presenti, in modo da ricavarne le forze per espanderlo in tutta Italia. Questo deve essere il nostro obiettivo strategico a medio termine. Questo è quello che ci è richiesto dall’attuale lotta di classe e dall’attuale situazione del nostro Paese. Se non ce la facciamo a raggiungere tale obiettivo a medio termine, non ci resta che rilanciarlo una o più volte fino a conquistarlo. Non tutto dipende da noi, cioè dalle nostre capacità e dal nostro impegno. Noi abbiamo in mano solo metà della chiave del problema, l’altra metà l’hanno la lotta di classe, il proletariato e le nuove generazioni”.
Ma quello che dipende da noi dobbiamo farlo con il massimo impegno e farlo bene. Anzitutto dobbiamo migliorare la qualità dei militanti, dei quadri e delle istanze di base perché ciò è fondamentale per il radicamento del Partito, la sua costruzione e la sua crescita. Come sottolinea Scuderi “Comunque tutti quanti, nessuno escluso, compreso i più forti e determinati tra di noi, dobbiamo rafforzare lo spirito rivoluzionario e la militanza di Partito, facendo continui bagni di marxismo-leninismo-pensiero di Mao e bagni di massa, cercando di incarnare quanto più ci è possibile le dieci indicazioni di Mao sui militanti marxisti-leninisti che sono state pubblicate con grande rilievo sul numero 27 del 2015 de ‘Il Bolscevico’”.
Il PMLI ha la testa da Gigante Rosso grazie al marxismo-leninismo-pensiero di Mao, alla sua linea politica e organizzativa, alla piattaforma programmatica e rivendicativa, alla coerenza marxista-leninista e alla determinazione rivoluzionaria del suo gruppo dirigente. Dobbiamo ora dare al Partito un corpo da Gigante Rosso. Ma come? Approfondendo la conoscenza della sua linea e quanto ci ha detto Scuderi tramite lo studio, occupandoci sistematicamente e senza soluzione di continuità dei problemi concreti che occorre affrontare dove siamo presenti concentrandoci sul fronte del proletariato, compreso il lavoro sindacale, e sul fronte giovanile e studentesco..
È necessario capire bene ciò che si studia, e questo implica molto impegno e una approfondita riflessione bandendo ogni superficialismo che non consentirebbe di fare alcun passo in avanti nell’impadronirsi della linea politica, delle parole d’ordine e delle indicazioni del Partito. Solo così possiamo essere dei buoni propagandisti, agitatori e organizzatori. Man mano che è stato realizzato lo studio ed è stato capito quello che il Partito ha prodotto, bisogna mettersi in moto e agire di conseguenza per dare al proletariato la coscienza che da classe in sé deve trasformarsi in classe per sé e fargli comprendere qual è la sua missione storica, quella di abbattere il capitalismo e instaurare il socialismo.
Questo implica un notevole impegno “Una verità – come ci ricorda Scuderi – che noi verifichiamo quotidianamente che non ci deve scoraggiare, anzi ci deve spronare a continuare a fare ‘seri e considerevoli sforzi’ per risvegliare alla lotta rivoluzionaria il proletariato e l’intero popolo italiano. Tenendo ferma la nostra missione storica; migliorando il nostro lavoro giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza, azione dopo azione, analisi dopo analisi, discorso dopo discorso, articolo dopo articolo, studio dopo studio; occupandoci dei problemi quotidiani delle masse; applicando la parola d’ordine ‘Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare”; il tutto sulla base della linea, delle indicazioni e delle misure del 5° Congresso nazionale del PMLI e dei documenti successivi del Comitato centrale e dell’Ufficio politico del Partito”.

Migliorare il lavoro politico
Fondamentale per realizzare una buona attività politica esterna, è dare priorità alla vita interna del Partito senza la quale non potremo mai riuscire ad essere forti e efficaci nel lavoro di massa. Questa è la regola generale da applicare, per cui le riunioni periodiche dell’istanza, lo studio collettivo, l’elaborazione di programmi e attività finalizzati al radicamento, il lavoro giornalistico, i bilanci critici e autocritici, i rapporti con il Centro, devono avere la priorità salvo eccezioni. Vale a dire che la vita interna deve andare avanti a tutto, come è nell’ordine logico di ogni azione politica, rispetto all’attività esterna. Va abbinato a questo aspetto il criterio di più qualità e meno quantità, che può consentire man mano che siamo più rossi e esperti di realizzare più qualità e più quantità allo stesso tempo. Fermo restando che solo con più qualità si può riuscire a radicare sulla roccia il nostro lavoro rivoluzionario.
Vanno inoltre adottate delle opportune misure per migliorare i nostri interventi, applicando le preziose indicazioni di Scuderi: “Nei nostri interventi orali e scritti teniamo sempre presente tre cose: massima dialettica, argomentazione e documentazione. Prima di scrivere un pezzo (documento, articolo, volantino, discorso, comunicato stampa) su un qualsiasi tema, bisogna leggere l’ultimo pezzo che è stato scritto dalle istanze o dalle Commissioni centrali del Partito o da ‘Il Bolscevico’ e chiedersi se è giusto o sbagliato. Se è sbagliato, è necessario correggerlo attraverso il pezzo che stiamo scrivendo; se è giusto, occorre attualizzarlo e vedere se è possibile aggiungervi qualcos’altro”.
Presa coscienza che l’obiettivo strategico da porsi a medio termine, come ci indica Scuderi, è quello di dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso e che “Se non ce la facciamo a raggiungere tale obiettivo a medio termine, non ci resta che rilanciarlo una o più volte fino a conquistarlo” , bisogna avere ben chiaro che una questione decisiva a questo fine è quella del radicamento locale. A questo riguardo risulta determinante il ruolo che sono chiamate a svolgere le istanze intermedie e di base del Partito nel mettere in pratica l’indicazione del Partito di essere presenti attivamente, in modo combattivo e propositivo negli ambienti di lavoro, di studio e di vita, ovvero di realizzare bene il lavoro di massa da parte dei militanti e simpatizzanti operai, lavoratori, disoccupati, pensionati e studenti.
Per essere adeguati a tale compito occorre studiare e ristudiare le coordinate del lavoro politico e di massa del PMLI, in particolare quella relativa a forgiare l’anello mancante del lavoro locale, i tre elementi chiave riguardanti la concezione proletaria del mondo, la corretta concezione del Partito, la conoscenza approfondita della sua linea generale e della sua linea di massa, le quattro indicazioni per radicare il PMLI cioè diventare dei leader nei propri ambienti di lavoro, di studio e di vita, conoscere a fondo e occuparsi dei problemi concreti delle masse dei suddetti ambienti, lavorare per unire, guidare e mobilitare le masse partecipando alle organizzazioni e ai movimenti di massa da noi o da altri promossi, facendo buon uso del Programma d’azione del Partito.
Come ha in più occasioni avvertito Scuderi bisogna stare attenti a non confinarsi nell’astrattismo, ovvero nel fare molto lavoro di carattere generale ma non collegato strettamente ai problemi immediati delle masse lavoratrici e popolari, peraltro occorre evitare anche l’errore opposto, cioè cadere nel localismo e nel particolarismo tenendo staccato il lavoro locale da quello generale e strategico della lotta contro il governo del nuovo duce Renzi e contro il capitalismo per il socialismo. In altre parole occorre legare sempre il generale al particolare senza trascurare né l’uno né l’altro, mirando a forgiare l’anello ancora carente del lavoro locale.

Lavoro generale e lavoro locale
Il radicamento comporta la conoscenza della realtà concreta in cui si agisce, che sia il luogo di lavoro, di studio o di vita, cioè la conoscenza dei problemi e delle necessità delle masse, dal lavoro allo studio, dall’ambiente agli spazi sociali, alla vivibilità delle città e delle periferie, e così via. Tale conoscenza si acquisisce dialogando e confrontandosi con le masse, interpellandole anche tramite delle inchieste, ascoltandole, vivendo tra di esse e senza isolarsi. Ma occorre informarsi anche tramite i giornali, le radio, le televisioni locali e internet, e conoscere le malefatte delle giunte locali e le loro conseguenze sulle condizioni di vita delle masse.
Non per niente il compagno Scuderi rinnova l’invito a frequentare regolarmente la piazza in quanto “La piazza è il nostro ambiente ideale e naturale di lotta, assieme a quello delle fabbriche, dei campi, delle scuole e delle università. Frequentiamola il più possibile per diffondere i messaggi del Partito, per raccogliere le rivendicazioni, le idee, le proposte e le informazioni delle masse e per stringerci sempre più ad esse”.
Le idee e le proposte delle masse vanno analizzate e rielaborate alla luce della linea del Partito e del Programma d’azione, per redigere documenti, piattaforme rivendicative, piani d’azione, parole d’ordine dirette, sintetiche, capaci di raccogliere il consenso e l’adesione delle masse, dare impulso e organizzare le loro lotte e conquistarne la fiducia verso il Partito.
Il radicamento si persegue portando alle masse la linea del Partito su questioni specifiche, tatticamente in base alla situazione, lavorando in particolare negli organismi di massa, il sindacato, i collettivi studenteschi, i comitati di lotta, cercando di unire la sinistra, conquistare il centro e isolare la destra, affiancandovi come Partito diffusioni mirate de “Il Bolscevico” e di volantini, non solo realizzati dal Centro ma anche dalle istanze di base su fatti specifici locali, allestendo banchini nei punti nevralgici, più affollati e maggiormente frequentati da coloro a cui intendiamo rivolgerci, operai e lavoratori, giovani e studenti, masse popolari.
Nella campagna per il No al referendum costituzionale sulla controriforma piduista e fascista del Senato, come ha detto Scuderi dobbiamo partecipare “attivamente e senza risparmio di energie alla battaglia referendaria, unendosi a tutte le forze con le quali è possibile unirsi, entrando nei Comitati per il NO promossi dalla ‘sinistra’ borghese, pur mantenendo ferme le nostre motivazioni, che vanno esposte con la massima dialettica e con spirito unitario. Fino alla celebrazione del referendum dobbiamo concentrarci interamente su questa fondamentale battaglia antifascista” che costituisce un passaggio cruciale della lotta per liberarsi del governo Renzi.
Dovendo contrastare lo strapotere della borghesia, che detiene l’egemonia a livello ideologico, culturale, politico, economico, culturale, dell’informazione, ma anche l’influenza che i partiti e i gruppi falsi comunisti e revisionisti, coi quali comunque possiamo tatticamente e temporaneamente allearci su questioni di comune interesse, ancora esercitano sui sinceri comunisti, antimperialisti, antifascisti e antirazzisti, dobbiamo sforzarci di migliorare il nostro lavoro politico a tutti i livelli. L’obiettivo è sempre quello di far comprendere alle masse che siamo al loro fianco, che ne condividiamo le privazioni e i sacrifici imposti dal capitalismo, che lottiamo assieme ad esse per i comuni interessi, divenendone con un lungo e paziente lavoro politico dei punti di riferimento riconosciuti e stimati.

La Lunga Marcia politica e organizzativa
La strada è in salita e non mancano gli ostacoli soggettivi e oggettivi, ma la nostra è una Lunga Marcia politica e organizzativa che va percorsa fino in fondo per radicare e sviluppare il PMLI fino a conquistare l’Italia unita, rossa e socialista, altre non ve ne sono. Costi quel che costi, non importa il tempo che ci vorrà, bisogna andare avanti, sempre avanti per dare al Partito oltre alla testa, che ha già, anche un corpo da Gigante Rosso.
Come ha rimarcato Scuderi, “Per combattere e sconfiggere il capitalismo e i suoi governi, occorre un forte, radicato e legato alle masse partito autenticamente proletario, rivoluzionario e marxista-leninista” , ricordandoci come ha detto Mao che “Senza un partito rivoluzionario, senza un partito che si basi sulla teoria rivoluzionaria marxista-leninista e sullo stile rivoluzionario marxista-leninista, è impossibile guidare la classe operaia e le larghe masse popolari a sconfiggere l'imperialismo e i suoi lacché" . Dobbiamo quindi insistere e insistere ancora, allungare in profondità e irrobustire le radici del Partito nel proletariato e nelle masse, anzitutto giovanili, dandogli nuova e vitale linfa che può venire solo attraverso il processo ininterrotto “dalle masse alle masse” , sottolinea Mao, così l’albero del Partito potrà crescere forte e robusto e dare i frutti desiderati.
Non è possibile “saltare” la fase della costruzione e del radicamento del Partito, pensare di farne a meno oppure che la lotta di classe possa fare dei reali e significativi progressi anche se il Partito rimane piccolo. Come ci ha esortato il compagno Scuderi, dobbiamo far fruttare il grande patrimonio ideologico, politico e organizzativo che ci hanno lasciato in eredità Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, rimanendo “uniti e in cordata, aiutandoci l’un l’altro a scalare le montagne che ci attendono nella nostra Lunga Marcia politica e organizzativa…Ciascuno in base alle proprie possibilità e capacità e secondo il posto e il ruolo che il Partito ci ha assegnato. Con tranquillità e serenità, senza affanni, un passo per volta, imparando e insegnando gli uni dagli altri, dando il meglio di noi stessi, tenendo ben alte le bandiere dei grandi maestri del proletariato internazionale, del socialismo, dell’anticapitalismo, dell’antimperialismo, dell’antifascismo, dell’antirazzismo, dell’internazionalismo proletario e del PMLI”.
Studiamo, capiamo, applichiamo e propagandiamo il discorso di Scuderi “Da Marx a Mao” per trasformare l’Italia e noi stessi!
Impegnamoci con tutte le nostre forze per il radicamento e per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso!
Cacciamo il nuovo duce Renzi!
Avanti, avanti, avanti con forza e fiducia verso l’Italia unita, rossa e socialista!
Tutto per il PMLI, il proletariato e il socialismo!
Con i Maestri e il PMLI vinceremo!
 
La Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI
1 ottobre 2016