Ancora incerti tempi e firma dell’accordo
Il “Patto per Napoli”: un piatto di lenticchie che non risolve il problema delle periferie
Serve un piano straordinario per rilanciare lo sviluppo e l'occupazione

 
Redazione di Napoli
Il fantomatico “litigio” che avvenne sotto le elezioni di primavera tra il neopodestà De Magistris e il neoduce Renzi è stato seppellito dal fiume di denaro pubblico (ben 308 milioni di euro) che il governo avrebbe stanziato per riqualificare le periferie urbane, in particolare la disastrata Napoli Est dove da tempo i clan criminali emergenti stanno letteralmente occupando il territorio per gestire i loro affari. La fetta più grande della torta dovrebbe andare proprio per riqualificare i quartieri di Barra, Ponticelli e S. Giovanni a Teduccio mentre la restante parte divisa tra le infrastrutture strategiche e il centro storico.
Si tratta del famigerato “Patto per Napoli” più volte saltato per gli scontri tra Renzi e l’ex pm sul chi doveva mettere le mani sull'altra torta, ossia Bagnoli e la zona Ovest di Napoli. La novità più rilevante, emersa di recente, riguarda proprio la zona orientale, a cui vengono destinati complessivamente 180 milioni di euro, di cui 60 verranno utilizzati per le bonifiche del quartiere ex industriale, dove si respira ancora il maleodorante lezzo di idrocarburi. Dopo decenni di incuria da parte delle giunte Bassolino, Iervolino e De Magistris, finalmente arriverebbero soldi per costruire il depuratore nella zona del porto di Vigliena, far rivivere le spiagge dove oltre al divieto di balneazione c'è anche il divieto di esposizione al sole, ripulire il mare inquinatissimo dalle vecchie fabbriche che senza alcun pudore sversavano i liquami chimici nella zona a ridosso del golfo di Napoli.
Altri 40 milioni serviranno, invece, il Brt, ovvero il trenino su gomma che, partendo da San Giovanni a Teduccio (dove verrà realizzato un interscambio con il tram tradizionale), attraverserà l'intera zona orientale, da via Argine fino ai confini con Volla, una sorta di metropolitana di superficie che si muoverà lungo una corsia preferenziale. Sempre in tema di trasporti, il restante dei milioni di euro dovrebbe portare al completamento definitivo della linea 1 della metropolitana di cui 42 milioni saranno impiegati per realizzare l'ultima tratta che sarà percorsa dai caratteristici treni gialli, quella che collegherà Miano con il Centro Direzionale passando per Secondigliano e per l'aeroporto di Capodichino, con fermata della metropolitana all’interno dell’aeroporto. Il Patto servirà, inoltre, a finanziare l'officina di manutenzione dei treni della linea 1 a Miano, nell'area nord, e un'altra uscita della stazione Materdei. Quanto all’altra linea, la 6, l'accordo tra Comune e governo prevede lo stanziamento di 20 milioni, che serviranno a sostenere i costi dei lavori per la tratta Mergellina-Municipio, mettendola in contatto con la linea 1 in una unica immaginaria linea che collega il centro storico alla zona Ovest di Napoli.
Scoppia, dunque, la pace e la distensione tra Renzi e De Magistris, anche se nessuno tra neoduce e neopodestà ha fatto delle dichiarazioni esplicite sull’argomento. Ci ha pensato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti affermando che “c'è grande cooperazione con il Comune stiamo lavorando sui contenuti e mettendo a punto i dettagli. Presto dovremmo chiudere”. Rapporti più distesi, grazie anche al colloquio tra l’ex magistrato e lo stesso De Vincenti sui nodi da sciogliere per poter dare nuovo slancio alla crescita della città; colloqui che sembrerebbero aver interessato anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che l'ex pm ha incontrato alla fine di settembre, e che probabilmente avrebbero favorito la nuova liason tra Renzi e De Magistris, così come sottolineava entusiasticamente anche il trotzkista “Manifesto”.
Si deve dire però che la manovra contenuta nel “Patto per Napoli” è solo un piatto di lenticchie e non risolve affatto il problema delle periferie partenopee, lasciate per anni dalle giunte di “centro-sinistra” al più completo abbandono. Preoccupano, inoltre, non tanto lo slittamento della firma ufficiale, ma soprattutto l’invio del denaro in tempi stretti e la conclusione delle opere secondo i fantomatici “tempi ragionevoli” richiamati da governo ed esecutivo arancione, laddove noi marxisti-leninisti sottolineiamo da anni l’intervento urgente e immediato con un piano straordinario per il lavoro e per riqualificare definitivamente i quartieri popolari e le periferie urbane della città.

19 ottobre 2016