Gli aerei Usa che bombardano l'IS in Libia partono anche da Sigonella
Il coinvolgimento dell'Italia mette a rischio la sicurezza del popolo italiano

 
Il portavoce militare del governo libico di Tripoli annunciava lo scorso 9 ottobre l'avvio della battaglia finale contro le ultime roccaforti dello Stato islamico (IS) nella città costiera di Sirte. Il successo dell'operazione militare lanciata a maggio dalle milizie di Tripoli e Misurata contro Sirte sembrava a una passo già nel mese di agosto, con l'inizio dei bombardamenti aerei decisi da Obama. L'intervento dell'aviazione dell'imperialismo americano è ancora massiccio con i raid dei caccia "Harrier" dei Marines che decollano dalla Uss Wasp, degli aerei e dei droni che decollano dalle basi Usa nel Mediterraneo, compresa quella italiana di Sigonella.
Il portavoce militare libico dichiarava che non ci sono più grandi bersagli come carri armati o depositi di munizioni, nell'attacco alla città i bersagli sono anche solo un cecchino, una postazione di mitragliatrici, una singola auto. Sono questi i bersagli ottimali per elicotteri e droni armati, che possono compiere decine di raid in una sola giornata.
Non ci sono esplicite conferme ufficiali ma è logico ritenere che per queste azioni siano stati usati anche i Reaper e gli altri droni americani di stanza nella base di Sigonella, fra le più vicine al teatro di guerra. E il coinvolgimento dell'Italia mette a rischio la sicurezza del popolo italiano, lo espone alle ritorsioni dell'IS, perciò l'Italia deve ritirarsi dalla guerra imperialista contro lo Stato islamico e trattare con esso.
D'altra parte che i droni Usa impegnati nelle ricognizioni e nei bombardamenti sulle forze dellIS in Libia sarebbero partiti anche da Sigonella era apparso chiaro fin dallo scorso febbraio, quando un articolo del Wall Street Journal annunciò la fine di una negoziazione tra Roma e Washington, durata oltre un anno, e il via libera concesso dal governo italiano “alla partenza di droni americani armati da una base nel suo territorio per operazioni militari contro l’Isis in Libia e in Africa del Nord”. La ministra della guerra Roberta Pinotti confermava la notizia in un’intervista al “Messaggero” sostenendo che “la base di Sigonella è utilizzata dagli Stati Uniti secondo un trattato che risale agli anni ’50. Ogni volta che si configurano assetti nuovi, parte una richiesta. Nulla di strano”. E il primo ministro Matteo Renzi aggiungeva che “le autorizzazioni” ai droni americani da Sigonella verso la Libia “sono caso per caso: se ci sono iniziative contro terroristi e potenziali attentatori dell’Isis c’è uno stretto rapporto tra noi, soprattutto gli americani, e gli altri alleati. Siamo in piena sintonia con i nostri alleati internazionali”; una formula ipocrita per nascondere che gli americani possono usare le basi italiane come e quando vogliono, l'autorizzazione del governo Renzi è garantita.
L'imperialismo italiano veniva e viene coinvolto nella guerra all'IS e per la Pinotti non c'era nulla di anomalo, Renzi si dichiarava in piena sintonia con la guerra condotta dagli Usa. Lo stesso linguaggio ambiguo usato dalla Pinotti nello scorso agosto in parlamento quando negava che i bombardieri e i droni Usa utilizzassero le basi in Italia per bombardare il territorio libico ma allo stesso tempo ripeteva che il governo italiano era pronto a concedere l'uso delle basi a “supporto dell'operazione”.

19 ottobre 2016