Rapporto di “Cittadinanzattiva”
A rischio sismico una scuola su tre

lo scorso 21 settembre è stato pubblicato il XIV Rapporto dell'associazione Cittadinanzattiva su sicurezza, qualità ed accessibilità a scuola, che fa il punto sullo stato delle scuole italiane, attraverso i dati del monitoraggio civico condotto su circa 150 edifici scolastici di gran parte del territorio italiano e tramite una analisi di informazioni e di dati ufficiali.
Il risultato di tale rapporto è allarmante, anche alla luce degli effetti disastrosi del recente terremoto dell'Italia centrale che ad Amatrice ha semidistrutto una scuola appena ristrutturata e del fatto che, come emerge dagli stessi risultati dello studio, un istituto scolastico su tre si trova in zone ad elevata sismicità: infatti, a livello nazionale, più di una scuola su dieci ha lesioni strutturali, ma d'altra parte gli enti pubblici preposti non effettuano gli interventi strutturali richiesti in una scuola su tre e soltanto l’8% è stato progettato secondo la normativa antisismica, mentre due terzi delle scuole non possiedono la certificazione di agibilità statica.
Il rapporto di quest'anno (elaborato peraltro prima del terremoto della fine di agosto) si concentra sulla ricostruzione degli edifici scolastici nelle zone colpite dai terremoti del 2002, 2009 e 2012.
Nel 15% delle scuole prese in esame sono state riscontrate lesioni strutturali, il 73% di esse sulla facciata esterna e il 27% negli ambienti interni: in modo particolare i distacchi di intonaco sono stati riscontrati nel 38% delle segreterie, nel 23% delle sale professori, nel 21% dei corridoi, nel 16% dei bagni, nel 14% delle palestre e delle aule, nel 13% delle aule dei computer, nel 10% dei laboratori, nel 9% delle biblioteche e nell’8% delle mense, mentre i segni di fatiscenza interessano il 33% delle segreterie, il 27% dei bagni, il 25% delle palestre, il 21% dei corridoi, il 17% delle sale professori, il 14% delle aule computer e delle aule, il 10% dei laboratori e delle mense e il 9% delle biblioteche.
Il rapporto evidenzia che una scuola su sei presenta uno stato di manutenzione del tutto inadeguato e solo il 5% è in ottimo stato, quantunque l’81% dei responsabili del servizio di protezione e prevenzione o dei dirigenti scolastici abbia comunque richiesto interventi di manutenzione agli enti proprietari degli stabili che ospitano le scuole: eppure nel 25% dei casi non è stato effettuato alcun intervento, nel 14% è stato effettuato con grave ritardo, nel 52% comunque con ritardo e solo nell’8% dei casi l'intervento è stato tempestivo.
Una scuola su quattro poi, emerge ancora dal rapporto, ha chiesto interventi di tipo strutturale che, per la loro gravità, dovrebbero avere l'assoluta precedenza su qualsiasi altro intervento: eppure, anche per le richieste di interventi strutturali, nel 29% dei casi gli interventi non sono stati mai effettuati, nel 24% dei casi essi sono intervenuti con grave ritardo e nel 33% comunque si è proceduto con ritardo, tanto che solo nel 14% delle richieste si è proceduto tempestivamente.
E tutto questo avviene mentre, lo mette bene in evidenza il rapporto, nell'ultimo anno scolastico ci sono stati nelle scuole italiane ben 31 episodi di crolli di una certa gravità, episodi che negli ultimi tre anni scolastici sono stati ben 112.
Gli episodi presi in esame - crolli di solai, tetti, controsoffitti, distacchi di intonaco, caduta di cancelli, ventilatori e altri supporti - hanno complessivamente provocato feriti tra gli studenti ed il personale, oltre che danni alle cose e alle strutture.
Passando poi all'analisi delle certificazioni, emerge che solo il 35% delle scuole del campione monitorato da Cittadinanzattiva possiede il certificato di agibilità statica, solo il 32% quello di agibilità igienico-sanitaria, mentre il certificato di prevenzione incendi è presente in appena nel 10% delle scuole monitorate, e dai dati presenti nello studio si può affermare che nelle province coinvolte dal terremoto della fine di agosto (Rieti, Ascoli Piceno, Fermo, l’Aquila, Teramo e Perugia) risulta che tale certificazione è presente solo nell’8% delle scuole di Rieti e provincia, nel 23% circa di quelle delle province dell'Aquila e di Teramo.
Per ciò che riguarda i piani di emergenza negli edifici scolastici, le scuole che hanno tale piano sono oltre il 90% nel veneto, e sono oltre l'80% in Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte e Sicilia, mentre in Abruzzo solo il 27% ha redatto il piano e in Calabria addirittura non si ha notizia di nessun istituto che lo abbia redatto.
La negligenza e l'incuria degli amministratori locali dell'Abruzzo e della Calabria sono ancora più gravi se si pensa che proprio le aree di tali regioni sono state interessate, insieme alla Sicilia, dai più catastrofici terremoti dell'intera storia italiana, sia per distruzioni sia per numero di vittime: basti solo ricordare i due apocalittici terremoti che a distanza di poco più di un secolo, nel 1783 e nel 1908, distrussero Messina e Reggio Calabria provocando rispettivamente 50.000 e 120.000 morti, mentre il terremoto che colpì Avezzano, in Abruzzo, nel 1915 provocò 30.000 morti, e questi soli dati dovrebbero indurre gli amministratori di quelle zone a dare l'assoluta priorità alla sicurezza antisismica, soprattutto nelle scuole.

19 ottobre 2016