Verso la privatizzazione con una società per azioni?
De Magistris caccia il Cda di ABC espressione dei Comitati per l'acqua di Napoli
Zanotelli: “De Magistris ci ha tradito"

Redazione di Napoli
 
Lo scorso 14 settembre, con un vero e proprio atto d'imperio neofascista, il neopodestà di Napoli Luigi De Magistris ha revocato con decreto l’intero consiglio di amministrazione dell’azienda di acqua pubblica “ABC”, uno dei fiori all’occhiello della fantomatica “rivoluzione arancione” sbandierata da anni dall’ex pm. In particolare forti sono risultati i contrasti con il presidente Maurizio Montalto, avvocato espressione diretta dei Comitati dell’acqua pubblica, che ha dovuto lasciare la direzione dell’azienda pubblica e sostituito con decreto sindacale di “affidamento dei poteri del presidente e del consiglio di amministrazione di ABC Napoli all'avvocata Marina Paparo, nelle more della definizione delle procedure per la costituzione dell'organo di amministrazione dell'azienda”.
Secco e duro De Magistris: “l'avvocato Montalto, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione, e in precedenza nella veste di commissario, ha disatteso gli indirizzi espressi dall'Amministrazione comunale”.
Al centro del contrasto tra il sindaco e Montalto la questione del passaggio di 107 di lavoratori del Consorzio di depurazione liquami di San Giovanni e degli impianti di depurazione in ABC, un passaggio che poteva aggravare il bilancio dell’azienda facendo scricchiolare il momento pubblico fino ad ora mantenuto della giunta arancione; ma si trattava di una promessa fatta in campagna elettorale dall’entourage arancione agli operai e sulla quale l’ex pubblico ministero non poteva tornare indietro. Il neopodestà ritiene che il comportamento dell'ex presidente Montalto e degli ex consiglieri Mariarosaria Luongo, Fabrizio Martone, Carlo Borriello e Maria Fioretti “concretizza un evidente contrasto rispetto agli indirizzi dell'Amministrazione comunale e viola apertamente lo statuto dell'ABC e i legittimi indirizzi politici”. E aggiunge con piglio ducesco: “Sono io il garante dell'acqua bene comune anche in ossequio al referendum popolare 2011”. In realtà il rischio è che l’assorbimento degli operai, se da una parte gioverebbe all’azienda speciale, dall’altra graverebbe sul bilancio se fatto in assenza di risorse aggiuntive in un colpo e non gradualmente. Per essere riequilibrato rischierebbe di portare all’aumento delle tariffe per le masse popolari, mettendo in pericolo l’importante lavoro fatto dai Comitati per l’acqua pubblica Napoli.
Durissima la reazione dei Comitati e in particolare del comboniano Alex Zanotelli, portavoce nazionale: “Sono rimasto profondamente deluso dal sindaco che aveva fatto della gestione pubblica dell'acqua la bandiera della sua rielezione. È andato in giro in tutta Italia proclamandolo. La scelta del Comune è chiara: gestire l'acqua pubblica non come un'azienda speciale ma come una società per azioni”. I Comitati affermano che in realtà l’ex magistrato avrebbe promesso ai lavoratori del consorzio San Giovanni che li avrebbe assorbiti in ABC, ma in questa operazione così non la giunta non avrebbe avuto la disponibilità economica per gli impianti su cui sono impiegati quegli operai: “ma se gli impianti devono essere ristrutturati come fanno a lavorare quei lavoratori? – afferma ancora Zanotelli - C'è una differenza profonda tra questo modo di gestire e l'acqua pubblica”.
I Comitati, di concerto con Montalto, avevano istituito un Consiglio civico che aveva funzione di controllo relativo alla gestione del Cda al punto che ogni 15 giorni si incontravano con il presidente, verificando che il profitto venisse reinvestito nel servizio ai cittadini. In sostanza la giunta non poteva più entrare in nessuna decisione e ha cominciato a fare manovre per spaccare la giunta, manovre che Zanotelli ha giudicato giustamente come “fatti gravi: De Magistris ha revocato il Cda con un comunicato, senza una telefonata. Non si possono usare così le persone. Questo non è giusto”.
Forte la preoccupazione per la nuova strada verso la privatizzazione, anche come emerge dal sito di “massa critica” molto vicino, almeno fino ad oggi, a De Magistris. Infatti nel decreto sindacale si parla di “partecipazione a gare” da parte di ABC, ma in realtà De Magistris si propone di è creare una sorta di multiutility con il presidente della Regione Puglia e suo sodale Emiliano per collegare l’acquedotto pugliese con l’ABC. Ma come fare tutto questo? Con una società per azioni? Infatti l’ABC Napoli è una delle più grandi aziende di gestione di risorse idriche del Mezzogiorno con una popolazione servita di 1.650.000 abitanti tra la città di Napoli e le province di Avellino, Benevento, Napoli e Caserta.
Sta di fatto che i Comitati per l’acqua pubblica di Napoli e provincia stanno organizzando riunioni e sit-in per denunciare il diktat di De Magistris che, afflitto da narcisismo e megalomania, ha voluto letteralmente strappare il controllo ai Comitati e ristabilire l’ordine tipico delle istituzioni locali in camicia nera, spianando la strada alla privatizzazione e al commiato del “sogno” dell’acqua pubblica.

26 ottobre 2016