La denuncia di “Roars” a proposito delle 500 “cattedre Natta”
Renzi e Giannini nominano i superdocenti di regime
Esattamente come Mussolini fascistizzava gli atenei con la “chiamata per chiara fama”

 
Correva l'anno 1935. Nel pieno del buio ventennio fascista. Un regio decreto deciso da Mussolini stabilisce che le commissioni preposte ai concorsi per scegliere i docenti universitari saranno nominate direttamente dal governo, che avrà anche facoltà di annullare i concorsi in caso di risultati sgraditi. Era la “chiamata per chiara fama”, quando per “fama” si intendeva l'ossequiosa fedeltà al fascismo ed al duce, in altre parole la fascistizzazione dell'università e della docenza.
Non è molto diverso da quanto è emerso nei giorni scorsi sui propositi del governo Renzi per le cosiddette “cattedre Natta”, dedicate al premio Nobel per la chimica Giulio Natta: si tratta di cinquecento docenti universitari ai quali verranno assegnate le cattedre per chiamata diretta, senza concorso. Già di per sé questo è grave, perché è un provvedimento tampone che non risolve assolutamente il problema dei tagli alla docenza, ma c'è un aspetto ancora peggiore. Infatti, secondo quanto denuncia la rete degli universitari “Roars”, il decreto governativo già pronto prevede che sarà la presidenza del Consiglio a nominare i 25 presidenti delle commissioni che dovranno scegliere i cosiddetti “superprof”.
È palese la volontà mussoliniana del governo di normalizzare l'università e irregimentare l'insegnamento al suo interno, specialmente dopo che molti docenti universitari si sono espressi contro la riforma costituzionale Renzi-Boschi. Non è difficile immaginare quanto farebbe gola al governo avere docili professori di diritto costituzionale o diritto del lavoro che passano il loro tempo a cantare le lodi della Costituzione renziana o che giustificano il Jobs Act, i voucher e le altre forme di precariato. Nemmeno Berlusconi e Gelmini erano arrivati a tanto!
Tra l'inizio della crisi nel 2008 e il 2016, il blocco del turn-over e i tagli hanno falcidiato 12.500 posti di docenza nell'università pubblica, non parliamo poi della ricerca di base, a brandelli. I finanziamenti pubblici sono stati sforbiciati di 1 miliardo di euro. Eppure, il governo Renzi rimedia importanti somme di denaro pubblico (38 milioni per gli stipendi nel 2016, 75 milioni a regime dal 2017) per un misero numero di nuove cattedre, accuratamente selezionate e assegnate dall'esecutivo stesso. Non solo: come nota il professor Gianfranco Viesti in un'intervista al “manifesto” del 25 ottobre, i superprofessori potranno andare a insegnare dove credono e probabilmente sceglieranno i cosiddetti “centri di eccellenza”, Milano in primis, aggravando il divario fra atenei di serie A e di serie B. Il trionfo dei baroni, del nepotismo e dei favoritismi!
Tra l'altro, il provvedimento potrebbe non limitarsi a questi 500 “superdocenti”. Se funzionerà, potrebbe diventare la norma delle assunzioni universitarie, proprio come sotto il fascismo. È la responsabile scuola del PD, Francesca Puglisi, a suggerirlo: “il decreto Natta... potrebbe rivelarsi un procedimento da estender e poi a tutti i docenti universitari, non solo alle supercattedre”.
Se ciò avvenisse, la libertà d'insegnamento nel nostro Paese sarebbe definitivamente assoggettata al regime neofascista di fatto in vigore. Anche perché non bisogna dimenticarsi che già la “Buona scuola” introduce la chiamata diretta dei docenti nella scuola pubblica, anche se ad assumerli sono i presidi-manager e non l'esecutivo in via diretta (com'è accaduto alla moglie di Renzi recentemente a Firenze). C'è urgente bisogno di una grande mobilitazione di protesta delle studentesse e degli studenti, ma anche dei docenti democratici e antifascisti, per sbarrare la strada a questo scempio.
Comunque questo è solo l'ultimo degli atti che il governo Renzi esegue a imitazione del fascismo mussoliniano. Basti pensare alle relazioni industriali anti-operaie in voga nel ventennio, oggi estese a tutti col Jobs Act; alla legge elettorale Italicum, che sembra copiata dalla legge Acerbo in vigore sotto Mussolini, e perciò da noi ribattezzata Fascistissimum; al nazionalismo sfrenato, alle ambizioni neocoloniali e alla campagna per la natalità; fino alla controriforma costituzionale che accresce i poteri dell'esecutivo.
Ce n'è a sufficienza per capire che Renzi è il nuovo duce e che va cacciato prima che possa imporre se stesso e il regime neofascista per un altro ventennio. Seppelliamolo sotto una valanga di NO al referendum del 4 dicembre.

2 novembre 2016