Al direttivo provinciale della FILCTEM-CGIL di Firenze
Un operaio del Mugello spinge affinché la CGIL si impegni per la vittoria del NO al referendum

Giovedì 13 ottobre, presso la Casa del Popolo di San Bartolo a Cintoia (Firenze), si è svolto il Direttivo provinciale della FILCTEM-CGIL di Firenze.
Erano presenti circa 40 delegate e delegati. La Segretaria della Camera del Lavoro di Firenze Paola Galgani ha tenuto le conclusioni.
All’ordine del giorno, tra l’altro, gli interventi sul sistema pensionistico e la questione del referendum costituzionale.
I lavori si sono aperti con la relazione del segretario provinciale FILCTEM Marasco che, seppur criticando le modalità con le quali il sindacato è stato invitato al tavolo della trattativa (“quando siamo sotto elezioni si chiamano tutti al tavolo”) e dichiarando che su alcune richieste della CGIL non c’erano state risposte soddisfacenti, ha detto che comunque è dovere del sindacato stesso continuare a confrontarsi col governo.
Sul referendum costituzionale, prendendo spunto dal documento redatto dalla CGIL nazionale, ha affermato che esso è una posizione articolata che comunque non richiede alle iscritte e agli iscritti una disciplina particolare (come ormai purtroppo ben sappiamo, ndr). Ha poi detto che la “riforma” licenziata dal parlamento e oggetto del referendum non indulge alla dittatura ma alla confusione anche se poi ha ammesso che con la legge elettorale “Italicum” il possibile futuro presidente del Consiglio eletto avrebbe ben più poteri di quelli attuali. Infine, ha invitato le delegate e i delegati a portare il tema del referendum nelle assemblee laddove è possibile.
Dopo la relazione introduttiva si è dato il via agli interventi, alcuni dei quali degni di nota. 1) una funzionaria dell’Empolese-Valdelsa, ha affermato che tentare di cambiare la Costituzione con un referendum per il quale non è previsto un quorum di votanti è pericoloso e deprimente e che prendendo a spunto la trattativa sul sistema pensionistico il governo sta facendo una mossa tattica in vista del referendum stesso; 2) un funzionario, sempre dell’Empolese-Valdelsa ha detto che la Costituzione è servita anche per salvaguardare il mondo del lavoro e che sul sistema pensionistico l’attuale governo non pensa e non parla ai giovani; 3) un delegato, pur difendendo la trattativa tra governo e parti sociali, ha affermato che l’APE è pericolosa perché vi entrano banche e assicurazioni.
Sono intervenuto anch’io, criticando fortemente l’azione del governo e sollecitando il sindacato ad avere una posizione più battagliera rispetto a quanto prospettato sul sistema pensionistico. Perché andando nel dettaglio si capisce bene che le proposte governative sono chiaramente semplici enunciazioni, prive di precise misure finanziarie e che se si andrà ad un accordo firmato esso sarà l’ennesimo colpo alla previdenza pubblica a tutto vantaggio di quella privata.
Sulla posizione referendaria della CGIL ho affermato che si tratta senz’altro di un passo in avanti, anche se a me rimangono dubbi e riserve sull’effettivo coinvolgimento del sindacato nella battaglia. Valga ad esempio quel passaggio dove si dice che alle iscritte e agli iscritti si lascia libertà di scelta sul voto. Ho poi affermato che non concordo con l’analisi che la CGIL fa sulla controriforma costituzionale. Essa (la CGIL) la ritiene solo una “riforma sbagliata” mentre in realtà non è che l’obbiettivo preciso che già si poneva la P2 di Licio Gelli e portata avanti negli anni da Craxi, da Berlusconi e adesso da Renzi. Ho poi concluso chiedendo un impegno più fattivo della CGIL per la vittoria del NO al referendum, poiché la vittoria del Sì favorirebbe l’attuazione di nuove controriforme che colpiscono i lavoratori a favore dei padroni, come ha dimostrato ampiamente il Jobs Act.
L’intervento è stato largamente applaudito. Un delegato di fabbrica che è intervenuto successivamente ha concordato con quanto da me detto e alla fine della riunione non sono mancati attestati di condivisione da parte di altri delegati.
Dopo gli interventi si è passati alle conclusioni. La Segretaria della Camera del Lavoro fiorentina Paola Galgani sul referendum ha affermato che il PD lancia messaggi fuorvianti e fa il populista ma ha poi ribadito (così come fatto dal Segretario provinciale) che la modifica costituzionale non rende “comprensibile” la Carta costituzionale, continuando ad andare nel solco della “riforma sbagliata”. Sulla trattativa sul sistema pensionistico ha affermato che essa è e deve restare aperta poiché il messaggio alle categorie svantaggiate lo deve dare il sindacato e che la discussione va sorretta ed accompagnata da qui al 2017.
Da queste conclusioni si evince chiaramente che la maggioranza di “destra” della CGIL non vuol impegnarsi a fondo per la tutela dei lavoratori, poiché troppo attenta a non finire estromessa dai tavoli delle trattative col governo. Niente di nuovo, in realtà, perché è la strada che ormai il sindacato pratica dal lontano 1992 quando fu deciso di non essere più sindacato di conflitto ma sindacato che opera “per la compartecipazione alla vita dell’azienda” e del Paese. A noi sinceri marxisti-leninisti l’onere e l’onore di risvegliare le coscienze del proletariato!
Coi Maestri e il PMLI, vinceremo!
Andrea, operaio del Mugello (Firenze)

2 novembre 2016