L'Italia di Renzi vota contro il divieto di armi nucleari

 
Il Primo comitato sul disarmo dell’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato a larga maggioranza lo scorso 27 ottobre una risoluzione per promuovere una Conferenza Internazionale entro il 2017 che discuta un Trattato per la messa al bando delle armi nucleari.
La mozione elaborata dai rappresentanti di Austria, Brasile, Irlanda, Messico, Nigeria e Sud Africa in rappresentanza di 57 nazioni ha ottenuto 123 voti a favore, 37 contrari e 16 astenuti. Tra i contrari tutte le potenze nucleari, a esclusione di Cina, India e Pakistan che sono stati fra gli astenuti, e tanti alleati dell'imperialismp americano come l'Italia di Renzi.
La risoluzione, denominata L.41, fissa un Conferenza ad hoc delle Nazioni Unite a partire dal marzo del prossimo anno, aperta a tutti gli Stati membri, con il fine di “negoziare uno strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti verso la loro eliminazione totale”. I negoziati a riguardo continueranno poi nel mese di giugno e luglio del 2017.
L'assemblea dell'Onu delinea un percorso che chissà se e quando ariverà a un risultato concreto. Il voto esprime comunque la contrarietà della stragrande maggioranza dei paesi agli arsenali nucleari e ne prospetta lo smantellamento.
Il voto delle Nazioni Unite è avvenuto a poca distanza dall'approvazione, con 415 voti favorevoli, 124 contrari e 74 astensioni, da parte del Parlamento Europeo di una risoluzione che invitava tutti gli Stati membri dell’Unione europea a “partecipare in modo costruttivo” ai negoziati del prossimo anno. Un invito che il governo Renzi ha tranquillamente ignorato votando all'Onu contro il divieto di armi nucleari, rimangiandosi precedenti promesse di operare per il disarmo nucleare.
In questo caso hanno contato di più per il governo Renzi gli impegni assunti dall'imperialismo italiano in ambito Nato, gli accordi di cosiddetto “Nuclear Sharing” in base ai quali l'Italia ospita sul proprio territorio nelle basi Usa almeno 70 di bombe atomiche, 20 a Ghedi e 50 ad Aviano.
Non è la prima volta, e non sarà l'ultima, che il governo Renzi promette e non mantiene, anzi si comporta esattamente all'opposto, nel silenzio complice di gran parte degli organi di informazione mai così unanimemente inginocchiati al suo servizio.

16 novembre 2016