Grecia
Antimperialisti contestano Obama, Tsipras gli stende il tappeto rosso
“Il manifesto” trotzkista scrive della contestazione un giorno di ritardo

 
L'ultima visita in Europa di Obama, al termine del suo secondo mandato presidenziale, è iniziata il 15 novembre in Grecia, ospite più che gradito del primo ministro Alexis Tsipras e del suo governo di coalizione tra Syriza e il partito di destra Anel. Una visita contestata da decine di migliaia di manifestanti che hanno partecipato ai cortei che si sono svolti a Atene e in altre città convocate da organizzazioni antimperialiste, dal sindacato Pame. Nella capitale si è svolta anche una manifestazione era stata indetta dal Partito Comunista (revisionista) di Grecia (Kke).
Obama è stato contestato quale rappresentante dell'imperialismo americano, soprattutto per le aggressioni militari e i conflitti che ha lanciato o proseguito nel mondo durante il suo doppio mandato, con la bandiera Usa o con quella della Nato. E per il fatto che la sua visita sia stata organizzata proprio in concomitanza dell’anniversario con la strage compiuta al Politecnico di Atene tra il 14 e il 17 novembre del 1973 dalla dittatura militare ellenica sostenuta e foraggiata dagli Stati Uniti e dalla Nato. Nelle manifestazioni è stato contestato anche il primo ministro Tsipras l'ospitalità tributata al presidente degli Stati Uniti e per le politiche di lacrime e sangue che il suo governo sta attuando in applicazione dei memorandum firmati sotto la dettatura dell'Unione Europea (Ue) e del Fondo Monetario Internazionale (Fmi).
Il corteo antimperialista di Atene è partito dalla sede dell’Università Tecnica e voleva arrivare fin davanti la sede dell’Ambasciata degli Stati Uniti, reclamando il diritto a manifestare contro il divieto imposto dal governo di Syriza-Anel, ma è stato bloccato dai reparti antisommossa della polizia nei pressi di Piazza Syntagma. Negli scontri i manifestanti hanno risposto con molotov e sassi all'assalto a colpi di manganelli, granate assordanti e gas lacrimogeni da parte degli agenti. La polizia ha continuato a lanciare lacrimogeni e a caricare i manifestanti fin quando il corteo non è rientrato al Politecnico. Diversi manifestanti sono stati arrestati.
La contestazione al presidente americano in Grecia ha avuto poco spazio sugli organi di informazione. Financo “Il manifesto” trotzkista ne ha parlato con un giorno di ritardo, tutto impegnato a magnificare Obama e la sua visita nel paese culla della democrazia. Che dire poi dell'articolo di cronaca della visita pubblicato il 17 novembre dove, liquidate le cariche della polizia con un “a parte gli scontri di una parte dei manifestanti anarchici con la polizia”, si legge che “è stato proprio Trump a essere contestato sonoramente, con slogan e cartelli, da una parte dei cittadini scesi in piazza ad Atene, martedì sera, per esprimere la propria contrarietà anche alla visita dell’inquilino della Casa bianca (leggi Obama, neppure nominato, ndr)”.
Vergognoso il tappeto rosso steso davanti al presidente americano dal primo ministro Tsipras, che ha cercato e ottenuto un appoggio dell'amico imperialista nella discussione con la Ue sulla crisi ancora aperta del debito greco.
Nel frattempo il governo Syriza-Anel ha sostenuto tutte le risoluzioni Nato nella escalation del confronto con la Russia di Putin e ha tra l'altro legittimato la presenza della Nato nel Mar Egeo con il pretesto di affrontare i flussi di rifugiati. Per non contare il recente voto di Tsipras, assieme a quello di Renzi, a fianco degli Usa contro la risoluzione del Primo comitato sul disarmo dell’Assemblea Generale dell’Onu a favore della messa al bando delle armi nucleari, approvata a larga maggior anza lo scorso 27 ottobre
Ai primi di novembre Tsipras ha modificato la composizione del governo sostituendo i due ministri all'energia e alla marina mercantile, che si opponevano alle privatizzazioni, e l'oramai screditato ministro del Lavoro che continuava a sostenere che le pensioni non avevano subito alcun taglio con nuovi ministri in grado di permettergli di mettere in pratica i nuovi tagli previsti dal terzo Memorandum sottoscritto con la Ue.
Obama non si è sottratto al compito di sponsor imperialista e ha elogiato Tsipras e il suo governo per gli sforzi fatti per superare la crisi affermado che “le riforme non sono state facili ma necessarie per rendere la Grecia più competitiva”, e il popolo greco più povero. E ha sottolineato che “ci vuole un alleggerimento del debito pubblico greco”, spezzando una lancia in favore di Tsipras nella discussione in atto
con la Ue e in particolare con i cosiddetti falchi, la Merkel e i suoi ministri che chiedono nuovi tagli alle pensioni dei greci e la liberalizzazione dei licenziamenti.
La tappa successiva dopo Atene del viaggio europeo di Obama era proprio Berlino e Tsipras sperava in un intervento a suo favore.
Il portavoce della cancelleria Merkel, Steffen Seibert, rispondeva da Berlino che “il governo tedesco dà molta importanza alle dichiarazioni del presidente Obama” ma aggiungeva che riguardo all’alleggerimento del debito greco occorreva che anzitutto Atene mettesse in atto tutte le previste “misure a lungo termine, dopo il 2018”. Quindi nessuno sconto.

23 novembre 2016