In Siria
La Russia ottiene l'uso per altri 49 anni della base navale di Tartus e di quella aerea di Hmeymim

 
L'iniziativa diplomatica dell'imperialismo russo per consolidare le posizioni vantaggiose conquistate in Medio Oriente con l'intervento militare in Siria a sostegno del regime di Assad non si limita ai negoziati che hanno preso il via con la riunione di Astana del 23 gennaio. Se al momento il Cremlino è riuscito a mettere in linea dietro di sé la Turchia e l'Iran, che sulla spartizione della Siria hanno progetti differenti, ha pensato comunque a consolidare la sua presenza militare nel paese, nella base navale di Tartus e in quella aerea di Hmeymim.
Un documento pubblicato il 23 gennaio sul portale d’informazione del governo russo annunciava che Russia e Siria avevano firmato un accordo per l’espansione e la modernizzazione della base navale russa nel porto siriano di Tartus. “L’attuale accordo ha una validità di 49 anni e sarà prolungato automaticamente ogni 25 anni, a meno che una delle due parti non notifichi all’altra, non meno di un anno prima in forma scritta e per via diplomatica, della sua intenzione di terminarlo”, era precisato nel documento che sottolineava in particolare il diritto riconosciuto dal regime di Damasco alla Federazione russa di avere piena autorità legale sulla struttura di Tartus e la concessione dell'uso gratuito. L'accordo prevede un ampliamento della base in modo da poter permettere l'attracco e l'assistenza a 11 navi contemporaneamente, alcune anche di grandi dimensioni, rispetto alle 4 attuali e di medie dimensioni.
Se l'accordo per la concessione da parte di Damasco di Tartus alla Russia vale mezzo secolo con prolungamenti automatici, quello per la base aerea ad Hmeymim è valido a tempo indeterminato. L'accordo tra Siria e Russia sulla concessione della base aerea risale all’agosto 2015 e rispondeva alla necessità dell'imperialismo russo di correre in aiuto al regime di Assad colpito duramente dalle milizie delle opposizioni armate da Turchia e Arabia Saudita ma soprattutto dalle vittorie dello Stato islamico che a Raqqa stabiliva la sua capitale. Di lì a poco scattava l'intervento militare in Siria deciso dal nuovo zar Putin anche per non perdere le strategiche basi nel paese.
L'accordo con Damasco per la concessione della base aerea, anche essa a titolo gratuito, è stato perfezionato a fine 2016 e ratificato con un decreto presidenziale firmato da Putin che chiarisce come nella base comandino i gnerali russi, seppur “in coordinamento con la parte siriana” e che il personale del gruppo aereo può “liberamente attraversare il confine siriano senza essere soggetto al controllo da parte delle autorità di frontiera e doganali”.
Se la Russia pensa alle basi, l'Iran pensa agli affari. Il 17 gennaio Iran e Siria hanno firmato alcuni accordi economici fra i quali quello che assegna a Teheran la licenza per operare nel settore della telefonia mobile siriana. Il regime di Damasco ha inoltre regalato all’Iran i diritti di estrazione di fosfati dal sito minerario di Sharqiya e 1.000 ettari di terreno destinati a ospitare terminal di gas e petrolio.
 
 
 
 

1 febbraio 2017